Verso le elezioni: Siena vota per le primarie domenica 20 gennaio

Beppe Grillo la prossima settimana a Firenze. Andrea Manzella a Settignano: “Troppi poteri a Monti? Berlusconi si contraddice”. Federico Gelli: “Ha fatto bene la commissione di garanzia del PD ad escludere i tre candidati dalle liste elettorali”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 gennaio 2013 20:05
Verso le elezioni: Siena vota per le primarie domenica 20 gennaio

Firenze, 19 gennaio 2013– Alla viglia delle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato a sindaco di Siena è alle porte è tutto pronto nei 14 seggi che, domani, domenica 20 gennaio, saranno aperti dalle ore 8 alle ore 20 per consentire agli elettori di esprimere la loro preferenza tra i due candidati in corsa, Franco Ceccuzzi e Pasquale D’Onofrio. Per votare è necessario registrarsi, iscrivendosi all’albo degli elettori della coalizione del centrosinistra di Siena e versando una quota di 2 euro.

Durante le operazioni di voto, ci si può registrare nei seggi dalle ore 8 alle ore 20. Venerdì 25 Gennaio, dalle ore 19:00 alle ore 23:00, in piazza Santissima Annunziata a Firenze, si terrà la tappa dello Tsunami tour di Beppe Grillo, la tournèe promozionale per le elezioni politiche 2013, che sta attraversando tutta Italia . Oltre al comico genovese, sul palco saranno presenti anche i candidati alla camera e al senato per il MoVimento5stelle della circoscrizione Toscana, e artisti che si esibiranno in performance musicali e teatrali.

La piazza sarà quindi animata da punti ristoro, banchetti con materiale propagandistico del MoVimento e molto altro ancora. "Chiedendo di eliminare i sindacati, credo che Grillo abbia voluto attaccare il sistema dei sindacati che diventano sovrastruttura. E sinceramente credo che a tale riguardo qualche idea giusta ce l'abbia". Lo afferma Fabrizio Landi, amministratore delegato di Esaote, azienda leader del settore biomedicale, intervenuto stamani a Eunomia Master, il corso di alta formazione politica ospitato a Villa Morghen a Settignano.

Landi ha preso parte alla lezione "Mercato e sviluppo" insieme a Giorgia Giovannetti, professoressa di Scienze economiche all'Università di Firenze, e al direttore dell'associazione Eunomia, il vicesindaco di Firenze Dario Nardella. A margine della lezione, interpellato sull'invito a ''eliminare i sindacati'' avanzato dal leader del Movimento 5 Stelle, Landi risponde: "Sono mezzo genovese e mezzo fiorentino e conosco bene Beppe Grillo.

Con quella affermazione, credo che non abbia voluto attaccare il sindacato inteso come struttura con cui i lavoratori si organizzano, ma il sindacato inteso come sovrastruttura, quando non contribuisce affatto ad aiutare efficacemente i rapporti tra lavoratori e impresa. Sinceramente qualche idea giusta su questo piano ce l'ha". Durante la lezione, Landi ha ricordato che il suo mandato in Esaote scadrà il 31 gennaio. Il suo intento dopo quella data sarà favorire la nascita di nuove imprese e start up sul territorio.

Operazione che per Landi dovrebbe rientrare tra le priorità del nuovo esecutivo. "Non si esce dalla crisi senza creare nuove imprese. Negli ultimi anni il Paese ha distrutto l'impresa. Sono rimaste solo quelle piccole o piccolissime, la grande è sparita. Ma in un mercato che oggi gioca la sua partita in Cina, India e Brasile, la dimensione delle piccole imprese è un fattore drammaticamente limitante". Un impulso deve arrivare dalla tecnologia. "Fondamentale – prosegue Landi - che il kow how che si crea nel mondo dell'università non rimanga tra le mura accademiche ma esca e diventi impresa.

Un imperativo, se vogliamo lasciare ai nostri ragazzi un mondo migliore di quello attuale". Un breve commento anche sui tagli alla sanità e sulla spending review del governo. "La sanità – conclude l'ad di Esaote – rappresenta un terzo della spesa dello Stato aggredibile. È lì che si devono andare a cercare risorse. I tagli lineari non servono a niente. Tuttavia spendere meno in sanità è possibile. Ma a patto che si metta in atto una riforma strutturale". “Vedo una straordinaria contraddizione in quello che dice l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sui poteri addirittura paragonabili al Fascismo del governo Monti”.

Così il professore Andrea Manzella, direttore del Centro studi sul Parlamento Università Luiss, intervenuto oggi a Eunomia Master 2013, durante la lezione "Parlamento europeo e rappresentanza", coordinata dal professor Carlo Fusaro, docente di Diritto pubblico comparato e Diritto elettorale all’Università di Firenze. A margine della lezione, interpellato sulle accuse rivolte da Berlusconi a Mario Monti sull’eccessivo utilizzo dei decreti legge, Manzella afferma: “Se l’esecutivo ha questo potere, può usarlo sia Monti, sia Berlusconi, sia qualsiasi altro sarà il nuovo titolare della carica di presidente del Consiglio.

Se questi poteri non ci sono, allora non si può paragonare quello che ha fatto Monti a una dittatura fascista. Mi pare che a tal riguardo ci sia una straordinaria contraddizione in quello che dice l’ex presidente del Consiglio”. Sulle elezioni di febbraio, Manzella commenta la mancata riforma elettorale: “Credo che i partiti abbiano dimostrato una grande miopia: non hanno capito che l’elettorato è in una fase di trasformazione, ci sono nuovi movimenti che avanzano e un problema di rappresentanza territoriale, che il Porcellum non risolve”.

E continua: “Il Porcellum può essere definito una 'legge lotteria'. Nemmeno dopo le urne, infatti, consente di avere un risultato certo delle elezioni”. Durante la lezione è stato affrontato il tema della rappresentanza al Parlamento Europeo. Su questo punto Manzella auspica che “si trovino strumenti per avvicinare la cittadinanza alle istituzioni europee. Il primo passo, l’elezione diretta del presidente della Commissione europea”. “Una decisione che mi soddisfa in pieno in linea con i principi di legalità e moralità che devono essere alla base di un grande partito come il nostro” Federico Gelli, responsabile legalità e sicurezza del Pd Toscana, e candidato alla Camera dei Deputati, ha commentato in questo modo l’esclusione di ieri, da parte della commissione di garanzia del Partito Democratico presieduta da Luigi Berlinguer di tre candidati sotto inchiesta dalle liste elettorali, due in Sicilia e uno della Campania.

“Sappiano bene che fino all’ultimo grado di giudizio una persona non si può ritenere colpevole – ha aggiunto Gelli – però deve essere chiaro che chi si candida deve salvaguardare l’interesse generale del Pd e rispettare le sue regole. Il nostro ordinamento interno prevede che chi ha condanne o rinvii a giudizio in particolare riferibili a reati contro la pubblica amministrazione, deve stare fuori dalla competizione elettorale, e questo è stato fatto. Mi batto da sempre per vedere rispettare valori come legalità ed etica, lo dimostra la mia storia, e sono contento che il Partito Democratico abbia preso questa decisione coraggiosa.

Bisogna spezzare ogni forma d’ambiguità. Forse perderemo un po’ di voti ma sono sicuro che ne guadagneremo altrettanti e soprattutto in questo modo saremo in prima fila per la difesa di un bene comune come la credibilità e la pulizia della politica di cui oggi nel nostro Paese abbiamo davvero bisogno. Ora sono curioso di vedere cosa faranno le altre forze politiche – ha concluso il responsabile legalità del Pd Toscana – e quali criteri di rigore useranno nella scelta dei loro candidati a partire dal Pdl”. Ieri in piazza della Signoria una trentina di candidati hanno improvvisato un gioca-jouer con le dieci proposte della lista elettorale guidata da Oscar Giannino: “Abbiamo voluto protestare contro l’eccesso di spesa pubblica – spiegano i partecipanti al flash mob – e le conseguenze scandalose che siamo costretti a pagare in termini di servizi e maggiori tasse.

Un miliardo di euro per far funzionare un’assemblea di neanche mille persone, 40 milioni per il Consiglio regionale e 16mila giovani costretti ad andare all’estero per valorizzarsi”. «Al lavoro!. Così Pierluigi Bersani ha concluso pochi giorni fa il suo intervento davanti ai giovani che il prossimo 24 e 25 febbraio sperimenteranno una “prima volta” emozionante e impegnativa, quella del diritto di voto. Di lavoro, di energia e di passione al Partito democratico ne servirà per chiedere agli italiani di darci fiducia e aprire una nuova stagione di ricostruzione del Paese- così Caterina Cappelli, candidata alla Camera dei deputati alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio- Il prossimo Governo avrà di fronte delle sfide difficili, a partire da quella prioritaria della crescita e del lavoro, perché il 2014 possa essere davvero l'anno della ripresa, in cui ricominci a tirare il vento della speranza per tutti, anche e soprattutto per la mia generazione, che paga sulla propria pelle il prezzo più alto della crisi, con la disoccupazione giovanile che naviga ormai ben oltre il 37%, e che non permette a coloro che in condizioni normali dovrebbero essere la spina dorsale di un Paese ad avere alcun diritto alla propria quota di trasformazione del mondo.

Chi si candida a governare il Paese deve aver ben presente che gli under 30 sono disposti a non rifugiarsi nell'antipolitica solo se la politica dà risposte chiare, e vogliono essere rappresentati da un Parlamento fatto di persone oneste e competenti che lavorano solo per il bene dell'Italia, e per questo credo che bene abbia fatto il Pd a non includere nelle proprie liste quelle persone che ne potevano metterne in discussione l'onorabilità, permettendo a tutti noi di poter parlare con i cittadini a testa alta, senza vergogna.

Di un'altra vergogna si sta però macchiando il nostro Paese, e mi unisco per questo all'appello di Maria Chiara Carrozza, capolista del Pd alla Camera, perché il Governo corregga in fretta la stortura burocratica che costringe gli studenti Erasmus a sostenere delle spese importanti per tornare a casa per votare, perché non possono farlo all'estero. Non si può negare- chiude Cappelli- di fatto il diritto migliore alle “menti migliori di una generazione”, per usare le parole di Allen Ginsberg, che stanno facendo un'esperienza fondamentale per la propria formazione, accademica e umana, ma soprattutto danno una mano all'Italia a crescere e a diventare un po' più europea». Il Convegno che avrebbe dovuto tenersi oggi pomeriggio nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sul Reato di Omicidio stradale è stato annullato dopo che una segnalazione al Corecom avrebbe denunciato il convegno quale manifestazione politica.

Il Comune alle 19, 22 di ieri sera ha revocato l’autorizzazione all’utilizzo del Salone dei Cinquecento. Alla conferenza stampa di oggi oltre a Mario Razzanelli e a Federico Bussolin, organizzatori dell’evento, il Professor Paolo Blasi e l’avvocato Penalista Rosario Bevacqua, due dei relatori che avrebbero partecipato al convegno. “Quanto accaduto è immorale - ha detto Mario Razzanelli- : siamo di fronte a un vero e proprio boicottaggio! Questa iniziativa di politico non aveva proprio niente.

Anzi la tematica, assolutamente civica e trasversale, non avrebbe creato nessun problema. L’unica condizione da rispettare è che ciascuno intervenisse a titolo personale e non a nome del partito. Quando poi ieri sono stato avvertito dal Comune che c’era la possibilità di annullare tutto, ritenendo prioritari le ragioni del dibattito sul reato di Omicidio stradale e il rispetto da me dovuto a quanti mi avevano confermato la loro presenza, ho proposto che nessuno degli esponenti di partito, me compreso, avrebbe preso la parola lasciando il palcoscenico alle sole associazioni Guarnieri e Fondelli ”.

“E’ un peccato che si sia persa un’occasione come questa per parlare di un problema che ci riguarda tutti, ovvero quali provvedimenti pendere nei confronti di chi commette un omicidio per aver assunto droga o alcolici ed essersi messo al volante” ha dichiarato il Professor Paolo Blasi. L’Avvocato penalista Rosario Bevacqua invece ha posto l’accento sul dibattito esistente all’interno della Magistratura stessa: tra chi lo reputa un omicidio colposo e chi invece omicidio volontario.

“Strumentalizzare una battaglia di civiltà a fini politici- conclude Razzanelli - è la prova che siamo alla bancarotta morale. I fiorentini e più in generale tutti i cittadini non meritano questa classe di burocrati che per quieto vivere dimenticano il buon senso e non autorizzano un convegno che di politico non aveva assolutamente niente”.

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