Toscana: 12 musei si fondono in un unico sistema di promozione

Un unicum territoriale che valorizza tesori, immagini e saperi di dieci Comuni del Chianti e del Valdarno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2013 12:27
Toscana: 12 musei si fondono in un unico sistema di promozione

Il Sistema museale del Chianti fiorentino e quello delle Verdi Terre si fondono in un’unica realtà aperta al territorio: il sistema museale territoriale del Chianti e del Valdarno fiorentino. Dieci Comuni (Barberino Val d’Elsa, Bagno a Ripoli, Figline Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Incisa in Val d’Arno, Reggello, Rignano sull’Arno, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa), dodici fucine culturali disseminate tra alcune delle più incantevoli colline fiorentine, nate all’interno di spazi museli, pievi, oratori, antiquari, si mettono in rete per proporre un unico ed esteso percorso dell’arte e della cultura dalla inedita connotazione sociale.

Le immagini e i grandi tesori medievali e rinascimentali del Chianti fiorentino, intesi tradizionalmente come patrimoni artistici custoditi all’interno di piccoli spazi espositivi, si mescolano alle tradizioni del Valdarno, ai saperi di un territorio che punta a valorizzare il paesaggio e le proprie emergenze architettoniche invitando alla scoperta di castelli, pievi, mulini. Due modi diversi di raccontare le proprie radici, di mostrarsi agli occhi del turista culturale, due identità della area fiorentina che provano a superare se stesse e a proporsi per la prima volta quale modello unitario di gestione e programmazione degli spazi museali con un regolamento e una convenzione pluriennale comuni e condivisi, documenti approvati dai rispettivi consigli comunali e da quello della Provincia di Firenze. Il sistema museale, coordinato da un unico direttore responsabile e caratterizzato da attività coordinate di promozione e comunicazione, punta alla diffusione dei patrimoni artistici dei dieci Comuni attraverso un’operazione congiunta che abbina valorizzazione del patrimonio artistico e attività di promozione turistica.

I grandi capolavori di Marcovaldo, Ambrogio Lorenzetti, Masaccio, Neri di Bicci, Andrea del Verrocchio abitano le chiese di campagna chiantigiana e valdarnese non più solo come opere da conservare ma come tesori vivi da conoscere e condividere, opere dunque che iniziano a dialogare fra loro e con il territorio. Gli spazi messi in rete sono l’Antiquarium di Sant’Appiano (Barberino Val d’Elsa), la Pieve di San Leonino (Rignano sull’Arno), il Museo d’Arte Sacra di San Francesco (Greve in Chianti), il Museo Masaccio – Pieve di Cascia (Reggello), il Museo di San Casciano, il Museo d’Arte Sacra del Tesoro di Santa Maria (Impruneta), il Museo d’Arte Sacra (Tavarnelle Val di Pesa), il Museo d’Arte Sacra (Incisa in Val d’Arno), l’Oratorio di Santa Caterina delle Ruote (Bagno a Ripoli), il Museo d’Arte Sacra dell’Abbazia di Vallombrosa (Reggello), il Museo Emilio Ferrari della cultura contadina (San Donato in Poggio), il Museo d’Arte Sacra della Collegiata di Santa Maria (Figline Valdarno).

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