Ticket: il contributo di digitalizzazione non si paga per più di 3 volte l'anno

La Giunta introduce un tetto: 30 euro all’anno per cittadino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2012 14:48
Ticket: il contributo di digitalizzazione non si paga per più di 3 volte l'anno

“L’introduzione dei 30 euro come tetto massimo per i ticket sulla diagnostica per immagini è il nuovo “coniglio” uscito dal colbacco (più che dal cilindro) della Giunta regionale. Un escamotage che lascia inalterata la natura iniqua del ticket soprattutto se applicato alle fasce più deboli della società a partire dai malati oncologici e, più in generale, cronici.” Questo il giudizio del Consigliere regionale PdL e Vicepresidente della Commissione Sanità Stefano Mugnai sui provvedimenti annunciati oggi in IV commissione dall’Assessore Marroni e relativi alla nuova modulazione dei ticket diagnostici. “Questa mezza marcia indietro della Giunta, non risponde, se non in piccolissima parte, alla richiesta del Consiglio di superare i ticket, almeno su alcune fattispecie di pazienti.

Si è invece voluto procedere con una “soluzione lineare” che fa pagare tutti e non garantisce nessuno. Il massimo: un’ingiustizia gestita in modo iniquo, che non tiene conto né dei redditi, né delle diversità tra patologie. Manca solo che per il calcolo delle 3 prestazioni legate ai 30 euro di ticket, si riparta da zero, senza considerate gli esami pagati dai toscani fino ad oggi. Sarebbe l’ennesima beffa!” “La sete di risorse per far fronte ai dissesti (i 402 milioni di euro di buco all’Asl 1 di Massa Carrara, i 125 mln di disavanzo solo nel 2011 fra tutte le aziende) della sanità toscana – attacca Mugnai – evidentemente vale più dei principi.

Invece di recuperare risorse ed efficienza con interventi specifici e drastici sulla struttura e sugli apparati elefantiaci della sanità toscana, utili solo a foraggiare il consenso politico, si continua proporre una politica di tasse, balzelli, ticket. Eppure da tagliare, ovviamente in modo oculato e senza compromettere il livello dei servizi, ce né e come. Se infatti consideriamo che la Toscana conta 3 aziende ospedaliere, il Meyer, 3 Estav, Società della salute e 12 Asl, una ogni 312.000 abitanti, con un rapporto che la colloca al V° posto tra le Regioni, in tal senso, meno virtuose, una razionalizzazione anche severa certamente si impone.

Non si può più far finta di niente. Troppo tempo si è perso. Adesso – conclude Mugnai – la misura appare davvero colma.”

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