Agguato di Sorano: scarcerato Gorelli

Donzelli (Pdl): “Si doveva gettare la chiave. Vicinanza all’Arma dei Carabinieri, a Marino e ai familiari dell’appuntato Santarelli”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 settembre 2012 09:38
Agguato di Sorano: scarcerato Gorelli

Esce dal carcere Matteo Gorelli, il 20enne unico maggiorenne che il 25 aprile del 2011 ha aggredito, insieme ad altri tre giovani due carabinieri, uno dei quali deceduto dopo lunga agonia. E' accusato di omicidio volontario e tentato omicidio pluriaggravato. Ieri è uscito dal carcere di Grosseto alle 6 di mattina, accompagnato dalla madre Irene Sisi, Matteo Gorelli, il ventenne di Cerreto Guidi che il 25 aprile 2011 stava andando in macchina ad un rave party nei dintorni di Sorano con un'amica ed un amico quando una pattuglia dei carabinieri lì fece fermare per accertamenti.

Il gip di Grosseto ha concesso gli arresti domiciliari, presso la comunità Exodus in Lombardia. Rispettate tutte procedure per domiciliari ad assassino carabiniere a Sorano? “Matteo Gorelli, intento a divertirsi ad un rave per il 25 aprile, colpì a bastonate due carabinieri che stavano compiendo il proprio dovere pattugliando le strade -interviene Giovanni Donzelli, Consigliere regionale PdL- Uno è morto, l'altro ha perso un occhio. La cosiddetta Giustizia italiana, dopo appena 17 mesi dall’agguato, ha permesso che l'assalitore uscisse dal carcere di Grosseto.

Non è accettabile. Chi con tanta superficialità commette un crimine così brutale, gratuito ed efferato dovrebbe rimanere dietro le sbarre tutta la vita. Uno Stato sano avrebbe gettato le chiavi della cella. I Carabinieri e tutte le forze dell'ordine rischiano la vita per garantire la nostra serenità e la nostra sicurezza, chi li attacca dovrebbe subire punizioni esemplari, anche se sbatte gli occhioni da un giovane faccino sbarbato. Colgo l'occasione per esprimere, oltre la rabbia verso questa assurda decisione, anche la vicinanza a tutta l'arma e alle vittime di questa vicenda.

Per la vedova, i parenti e gli amici di Santarelli così come per il suo collega Domenico Marino, la pena non avrà mai fine, è ingiusto che per l'assalitore si siano aperte le porte del carcere dopo così poco tempo”

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