Sant'Orsola, Lisa Gherardini o Monna Lisa? Il mistero ad una svolta decisiva

Le novità emerse cambiano lo scenario rispetto ai primi ritrovamenti. “In realtà è questo l’altare che veniva usato ai tempi di Lisa Gherardini”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 luglio 2012 16:52
Sant'Orsola, Lisa Gherardini o Monna Lisa? Il mistero ad una svolta decisiva

Quanto sta accadendo a Firenze ha del suggestivo, ammettiamolo. Che l'operazione del rinvenimento dei resti di Lisa Gherardini al fine di poterne ricostruire i lineamenti, dopo le opportune e dovute fasi di accertamento archeologico e medico, sia una operazione culturale prima che storica è un fatto verosimile. Un attacco di vita, nonostante l'argomento funebre, in una città statica. Vedere il mistero della "Battaglia di Anghiari" e la ricerca portata avanti dal tandem Renzi-Seracini per rendersi conto che qualcosa sta cambiando.

Anche per il dipinto di Leonardo è stato sbagliato lato, in un primo momento, per poi arrivare alle conclusioni odierne. E' lì. C'è ma non si vede. Fede? Scienza, conoscenza e forse incoscienza di chi ritiene che sia meglio dare la sveglia piuttosto che restare nel letto a sognare. Silvano Vinceti è un Indiana Jones dei nostri tempi? Qualcuno lo guarda con sospetto, prende le distanze. Silvano Vinceti, presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali è costretto a dichiarare di aver ricevuto il minimo indispensabile (5 mila euro, salvo buoni pasto, ndr) per poter svolgere dei lavori che sono solo propedeutici e, caso vuole, concomitanti con il progetto della Provincia di Firenze di restaurare il 'rudere Sant'Orsola" che se non fosse per le testimonianze storiche sarebbe a ben vedere il convento più brutto che si sia mai visto in una città d'arte.

Questo a causa dei continui mutamenti di destinazione d'uso, e le sciagurate opere di messa in sicurezza dove il cemento armato è stato usato come il vinavil nelle mani di un bambino. Lo scavo della prima tomba terragna emersa nel corso della seconda fase degli scavi avviati dalla Provincia di Firenze all’interno dell’ex convento di Sant’Orsola "Apre nuovi scenari" spiega Vinceti. In realtà ci conferma quanto sia affascinante la storia quando nessuno la conosce. Le badesse indicano nel loro libro mastro che le sepolture avvenivano al centro della chiesa.

Trovato l'altare, trovato il centro. Ma se gli altari fossero, come in questo caso, due? “Sicuramente è questo l’altare in funzione ai tempi di Lisa Gherardini - conferma Valeria D’Aquino, archeologa della Soprintendenza della Toscana - e non quello che era stato individuato nel lato opposto della chiesa durante gli scavi dello scorso anno”. “Queste novità ci obbligano a rileggere in modo diverso le notizie di archivio relative ai lavori fatti dalle monache francescane dopo il 1450 - avverte Vinceti - ed a questo punto possiamo avanzare nuove congetture circa la sepoltura di Lisa Gherardini, avvenuta nel 1542, ovvero quando era in funzione nella chiesa di Sant’Orsola proprio l’altare ritrovato nei giorni scorsi durante gli scavi compiuti dalla Soprintendenza".

"Un altro scheletro intero è stato trovato dentro la tomba terragna aperta oggi dalle antropologhe della soprintendenza Irene Baldi e Silvia Gori. Secondo le prime ipotesi questi resti mortali potrebbero risalire al 1300" ha spiegato Giovanni Roncaglia delegato della Soprintendente Carlotta Cianferoni. "Finché non avremo compiuto l’esame con carbonio 14 non potremo datare con sicurezza l’epoca in cui è vissuta questa persona” chiosa Vinceti. L’Assessore all’Edilizia della Provincia di Firenze, Stefano Giorgetti continua a seguire con interesse i lavori e non nasconde il desiderio di poter conservare gli ambienti rinvenuti in fase di scavo a perenne memoria, ma precisa "Si tratta di lavori richiesti dalla Soprintendenza che vengono svolti in parallelo con quanto da noi prospettato".

L'accusa altrimenti sarebbe quella di sperpero di denaro pubblico per fini di ludico intrattenimento. ''Così è se vi pare'' pirandellismi. Andatelo a dire alle emittenti televisive collegatesi da tutto il mondo. La Gioconda tira.. ne sanno qualcosa i francesi. Ancora una volta le istituzioni ci ricordano la sorprendente e surreale situazione in cui versa l'Italia, una meta che rileva per l'umanità al pari di una biblioteca a cielo aperto, ma dove il controllo e la salvaguardia del patrimonio sono affidati ad un organo costretto a sottostare al corso degli eventi. A Firenze è capitato recentemente con il Porto Leopoldino rinvenuto durante gli scavi per la Tramvia in riva d'Arno (ma che fine ha fatto?), un'opera della cui esistenza era data notizia in alcuni quadri del '700 ma sulla quale la Soprintendenza non avrebbe mai potuto metter mano se non si fosse scavato per far passare i binari.

Antonio Lenoci

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