Esodati: presidio dei lavoratori del credito davanti alla Prefettura di Firenze

Senza stipendio e senza pensione e non possono accedere al Fondo di solidarietà di categoria, totalmente autofinanziato e senza carichi per il bilancio dello Stato, perché manca un Decreto del Governo.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 giugno 2012 14:24
Esodati: presidio dei lavoratori del credito davanti alla Prefettura di Firenze

Presidio stamani davanti alla Prefettura di Firenze, dei lavoratori del credito, su iniziativa dei sindacati di categoria, per mantenere alta l’attenzione sul problema degli ‘esodati’, che il Governo, con l’innalzamento dell’età pensionabile, ha lasciato senza stipendio e senza pensione. Un centinaio di lavoratori ha sostato in via Cavour e una delegazione è stata poi ricevuta dal Prefetto di Firenze, Luigi Varratta. I lavoratori del settore del credito vivono oltretutto un paradosso particolare: anche gli esodati potrebbero contare sul sostegno di un Fondo di solidarietà categoriale, secondo quanto previsto dal nuovo Regolamento del Fondo che è stato sottoscritto l’8 luglio 2011.

Un Regolamento che però, per essere operativo, ha bisogno di un Decreto del governo che ancora, dopo un anno, non è arrivato. Iniziative analoghe a quella di Firenze si sono svolte anche a Siena, Roma, Milano, Torino, Genova, Bergamo, Padova, Bologna, Napoli, Cagliari, Bari e Palermo. “La competenza del Governo tecnico è messa in discussione da latitanza, inadempienze, iniquità –dice Daniele Bellaccini, della Fiba-Cisl di Firenze-. Abbiamo chiesto al Ministro del Lavoro un incontro urgente per garantire, comunque, il reddito ai lavoratori che hanno lasciato il lavoro per effetto delle ristrutturazioni delle aziende del settore.

Sono messi in discussione la certezza del diritto, gli effetti degli accordi sindacali stipulati e lo stesso funzionamento del fondo di solidarietà, cioè di un ammortizzatore sociale autofinanziato che non grava sul bilancio pubblico, che hanno consentito nel tempo alle banche di ristrutturarsi e di migliorare i margini competitivi in condizione di equilibrio sociale.”

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