Pericolosità sismica: e se a tremare fosse Firenze?

Cosa potrebbe succedere nel quartiere di San Jacopino se Firenze fosse colpita da un terremoto. E cosa nel rione Badia se a tremare fosse la terra sotto Barberino di Mugello.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 maggio 2012 15:55
Pericolosità sismica: e se a tremare fosse Firenze?

Cosa potrebbe succedere nel quartiere di San Jacopino se Firenze fosse colpita da un terremoto. E cosa nel rione Badia se a tremare fosse la terra sotto Barberino di Mugello. Che tipo di danni si verificherebbero al paese di Vinca, se Fivizzano fosse scosso da un sisma. Le risposte sono negli studi di cui la Toscana si sta dotando in quella delicata materia che va sotto il nome di "pericolosità sismica". Tra le prime in Italia ad essere impegnata su questo fronte mediante analisi e ricerche già da metà degli anni Novanta, la Regione sta svolgendo una serie di studi (dalla scala regionale a quella comunale e subcomunale) che poi saranno fondamentali anche per la pianificazione territoriale, nella consapevolezza che non è possibile evitare il verificarsi di eventi sismici ma è possibile, anzi doveroso, avviare ogni attività per prevenire e limitare i danni. Varie le attività, ma tra quelle più innovative ci sono appunto le carte di “microzonazione sismica”, che racchiudono le diverse risposte sismiche puntuali a livello subcomunale, ovvero nei quartieri o nei rioni in tutta la Toscana, sulla base delle caratteristiche geologiche dei terreni più superficiali. Redatti sulla base di linee guida nazionali, questi elaborati hanno tre differenti gradi di approfondimento e il livello 3, tramite specifici programmi software, arriva a simulare gli effetti di un sisma in una particolare area partendo dalle caratteristiche geologiche e geomorfologiche del territorio in quel punto. Su questa pratica la Toscana è attiva da tempo e si è portata avanti.

Grazie al programma d'indagine VEL (Valutazione degli Effetti Locali) finalizzato ad acquisire parametri necessari per la realizzazione di cartografie di microzonazione sismica di livello 3, è riuscita ad anticipare alcune scelte oggi presenti nelle linee guida nazionali. Dal 2011 ogni Comune è tenuto obbligatoriamente a produrre cartografie di microzonazione nell'ambito dell’aggiornamento dei propri strumenti urbanistici secondo gli standard nazionali. Le analisi che le supportano sono finanziate tramite fondi statali e regionali, secondo graduatorie pluriennali, partendo naturalmente dai comuni esposti ai maggiori livelli di pericolosità.

Per il 2011-2012 sono stati finanziati i primi 16 comuni, per un ammontare complessivo di 260 mila euro, di cui il 50 per cento di fondi regionali. Circa il doppio sarà stanziato per il 2012 -2013. Avanzata e all'avanguardia anche l'attività della Regione su scala regionale. A breve sarà completato l’iter d’aggiornamento della classificazione sismica che porterà ad un aumento delle percentuali di controllo sui progetti da parte degli uffici regionali preposti, cioè dei Geni civili, con particolare attenzione alle aree caratterizzate da maggiore pericolosità sismica. Parallelamente, è stato avviato in collaborazione con il Dipartimento di scienze della terra dell’Università di Siena, un approfondito studio sul quadro sismotettonico dell’Appennino centro-settentrionale, che mostra come si muovono le placche in funzione delle spinte date dai terremoti.

Una volta ultimato e validato, lo studio porterà sia al miglioramento delle conoscenze dei processi tettonici responsabili dell’attività sismica in Toscana, sia alla definizione di criteri di priorità per interventi di prevenzione.

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