Un anno record con 65.5 milioni di investimenti

Un terzo degli utili tornati agli investimenti, 250 mila euro a progetti di cooperazione attraverso Water Right Foundation, il resto finirà nei bilanci dei 49 Comuni e in quota parte al Comune di Roma. A tutti i 651 dipendenti il premio produzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 aprile 2012 21:37
Un anno record con 65.5 milioni di investimenti

Il 2011 ha confermato Publiacqua come un'azienda sana la cui efficienza ha riflessi molto positivi sul territorio. All’Assemblea dei Soci svoltasi all’Anconella il Presidente e l’Ad, Erasmo D’Angelis e Alberto Irace, hanno presentato cifre e dati di un anno di cantieri record. Dodici mesi di grandissimo lavoro, con un impegno eccezionale di operai e tecnici che hanno lavorato in condizioni meteo anche impossibili, hanno visto l’azienda pubblica più grande della Toscana investire come in nessun altro territorio italiano.

Ben 65.5 milioni di euro in opere hanno ulteriormente migliorato il sistema acquedottistico, fognario e della depurazione in 49 comuni delle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo, interessando quasi 1.3 milioni di cittadini. Opere, impianti e condutture che, dal novembre scorso, stanno permettendo la gestione della siccità più dura del secolo (per la quale Publiacqua ha anche deciso un investimento straordinario di 9 milioni di euro nei prossimi mesi). Sono stati realizzati nel 2011 circa 87.000 interventi complessivi, tra quelli programmati e in emergenza, che hanno riguardato manutenzioni, riparazioni, allacciamenti e sostituzioni: 238 al giorno.

Centinaia di piccoli e grandi cantieri hanno garantito occupazione complessivamente a circa 5 mila lavoratori dell’indotto, oltre ai 651 dipendenti dell’azienda. Tra le opere principali c’è l'importantissimo Emissario in riva sinistra d’Arno (7,4 Km di tubazione di due metri di diametro) che, entro il 2015, intercetterà gli scarichi fognari di 140.000 abitanti tra Firenze e Bagno a Ripoli che attualmente finiscono ancora nel fiume, rendendo la nostra la prima area metropolitana depurata al 100%.

Tutti gli investimenti sono stati autofinanziati dalla bolletta. Anche nel 2011 rispetto a consumi medi di 117 metri cubi l’anno, la tariffa non ha superato i 240 euro più iva: 30 euro in meno rispetto alla spesa media annua per acquisto di acque minerali in bottiglia. Un fondo di 500.000 euro ha poi aiutato oltre 5.000 famiglie in difficoltà abbattendo i costi della tariffa. Gli investimenti sono stati realizzati nonostante il pesante clima di incertezze dovute al vuoto legislativo seguito al Referendum, nell’attesa che Governo e Autorità pubbliche definiscano la nuova tariffa idrica con decisioni circa l’abrogazione del 7% della remunerazione del capitale.

L’assenza di scelte, e la crisi economica, stanno provocando grandi difficoltà di accesso al credito. “Abbiamo investito nel nostro territorio come nessun’altra azienda pubblica o privata in un servizio essenziale. Abbiamo garantito la tenuta dell’occupazione e risolto diversi problemi. Non ci siamo mai fermati in un lavoro che spesso non viene percepito per la sua vitale importanza anche perché è realizzato quasi sempre sotto i livelli stradali, dove corrono oltre 12.000 km di tubi di acqua e fognature, un terzo dei quali sarebbero da rottamare.

Nel 2011 è continuata la modernizzazione dei nostri 241 impianti, dall’Anconella al depuratore di San Colombano, abbiamo ridotto le perdite in rete e i costi di gestione, ma la nostra più grande soddisfazione è nell’aumento di chi beve la nostra acqua pubblica di eccellente qualità. Un aiuto formidabile lo danno anche i 33 fontanelli che la forniscono gratuitamente anche frizzante”, spiega Erasmo D’Angelis. “Anche con questo bilancio – commenta l’amministratore delegato Alberto Irace – Publiacqua emerge con performance di realizzazioni che la collocano ai vertici delle aziende idriche nazionali ed europee.

Stiamo lavorando per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e per recuperare i ritardi nella depurazione. Inaugureremo tra poche settimane innovazioni tecnologiche e di processo per ridurre sempre di più i costi e migliorare servizio e sicurezza dei nostri lavoratori“. Gli utili in distribuzione ai soci del 2011 che, per legge nazionale, derivano dalla mole degli investimenti complessivi realizzati (660 milioni) e dall'efficienza di gestione, ammontano a 11.5 milioni di euro. Un terzo, 4.6 milioni, come deciso dai Sindaci, invece, sono ritornati agli investimenti.

Una quota di 250.000 euro è stata destinata alla cooperazione internazionale ed ai progetti di Water Right Foundation. Ad ogni dipendente è spettato, come da accordi sindacali, un premio di produzione pari a 2.050 euro. Circa il 90% degli utili distribuiti ritornerà a finanziare ulteriori interventi idrici o di depurazione comunali oppure ai cittadini spalmati nei 49 bilanci comunali. Risorse preziose per l’erogazione di servizi essenziali come asili nido, l’assistenza ai più deboli, interventi urgenti di manutenzione delle nostre città in un momento di oggettiva difficoltà della finanza pubblica locale.

Le considerazioni dei consiglieri comunali Tommaso Grassi e Ornella De Zordo: “Solo il 27% degli utili sono destinati ad investimenti, lo dichiara la stessa azienda Publiacqua Spa presentando il bilancio 2011, mentre in netto contrasto il Cispel denuncia la mancanza di copertura finanziaria per molti interventi urgenti per la messa in sicurezza della rete sul territorio – lo affermano i Consiglieri comunali Tommaso Grassi e Ornella De Zordo che aggiungono: "Considerato lo stato in cui versa la rete idrica e fognaria dei 49 Comuni serviti da Publiacqua spa ci sembra che destinare ben il 73 % degli utili del 2011, ovvero 11,5 milioni di euro, ai soci proprietari sia una scelta sbagliata che penalizza il territorio e gli utenti stessi che con le loro bollette hanno prodotto tali utili.” “Non vorremmo che per coprire i necessari interventi, Publiacqua Spa dovesse ricorrere a linee di finanziamento con le banche, riuscendo nella inarrivabile impresa di: non eliminare il 7% dalla bolletta come da referendum, non migliorare quanto si potrebbe il servizio idrico, mantenere le bollette fra le più care d’Italia e continuare a distribuire gli utili ai soci proprietari sia che essi siano Comuni che multinazionali come ACEA." "Complimenti! - concludono i due consiglieri - proprio in linea con i referendum che hanno sancito che dall’acqua non vanno fatti profitti.”

Notizie correlate
In evidenza