Donne e discriminazioni sul lavoro, tra stalking e molestie

Il report della Consigliera provinciale di Parità denuncia 32 casi di discriminazione affrontati nel 2011

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2012 16:37
Donne e discriminazioni sul lavoro, tra stalking e molestie

32 casi di discriminazione sul lavoro seguiti durante il 2011, per i due/terzi provenienti dal settore privato e principalmente da aziende oltre i 50 dipendenti. Tra gli episodi denunciati quelli di molestie e stalking, pari al 28% del totale, in deciso aumento rispetto agli scorsi anni, e le problematiche legate alla maternità (22%). Sono i numeri della relazione annuale della Consigliera di Parità della Provincia di Firenze, Maria Grazia Maestrelli. Anche per il 2011 i casi seguiti riguardano per la totalità donne (ma l’attività della Consigliera di Parità si rivolge a persone di entrambi i sessi) e a livello numerico si registra una sostanziale parità rispetto al 2010, quando gli episodi affrontati sono stati 35.

La fascia di età prevalente dei soggetti coinvolti è quella fra 31 e 40 anni (55% del totale), anni in cui si concentrano per la maggior parte le controversie legate a maternità e flessibilità. I casi nel dettaglio. Nel corso del 2011 si sono riscontrate 7 situazioni relative a problematiche connesse alla maternità, 3 a cessazione o sospensione del rapporto di lavoro, 4 a problemi di flessibilità. 5 casi riguardano penalizzazioni nella progressione di carriera e nella retribuzione, mentre 2 sono legati all’accesso al lavoro.

Un dato preoccupante emerge dai 9 episodi di molestie - verbali o fisiche - e stalking, i quali, sommati ai 2 casi di mobbing, costituiscono un evidente segnale dell’inasprimento in atto nei rapporti di lavoro e delle tensioni a cui sono esposte le donne che hanno un impiego. Fra le questioni associate alla maternità, 4 derivano da provvedimenti penalizzanti al rientro dal congedo, tra cui un ordine di trasferimento verso una sede di lavoro extraregionale. I problemi di flessibilità sono invece dipesi da cambi di turnazione inconciliabili con le esigenze familiari delle lavoratrici. “Se da un lato la crisi economica continua a ripercuotersi in varie forme sull’occupazione femminile, dall’altro, la costanza nel rivolgersi alla Consigliera mostra la volontà di reazione che le donne possiedono, perché non intendono rassegnarsi a un ruolo marginale nel mondo del lavoro – commenta Maria Grazia Maestrelli, Consigliera provinciale di Parità – Siamo convinti che gestire la diversità femminile come opportunità per l’azienda rappresenta una delle chiavi per garantire innovazione, cambiamento e permanenza sul mercato.

In questo senso, quindi, la questione delle pari opportunità non è solo un dovere morale nei confronti delle donne, ma un interesse di tutta la società”. L’intervento della Consigliera ha permesso la conclusione positiva di 20 casi, di cui 6 tramite conciliazione o accordo con il datore di lavoro. Le altre situazioni sono state risolte tramite consulenza – come rilascio di pareri legali o verifiche sulla normativa contrattuale - o incontri informali con le aziende interessate. Sono 11 i casi ancora in corso, 3 dei quali avviati a giudizio, mentre una situazione si è chiusa a seguito di sentenza del tribunale.

Tre, infine, i casi relativi ad anni precedenti chiusi nel 2011 tramite conciliazione. Importante sottolineare anche il numero delle 6 straniere che si sono rivolte all’Ufficio della Consigliera di Parità: indice della consapevolezza che si sta diffondendo anche fra le lavoratrici non italiane sulla difesa dei propri diritti.

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