Architetti fiorentini: “Basta con le varianti, compreso il nuovo stadio”

In un documento le critiche e le proposte alla politica urbanistica dell'amministrazione comunale. Sull'operazione Mercafir "è tutto da approfondire il tema del rifacimento del Centro alimentare”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2012 15:39
Architetti fiorentini: “Basta con le varianti, compreso il nuovo stadio”

“Basta con le varianti al Piano Regolatore. Firenze ha bisogno di una pianificazione ordinata, non a macchia di leopardo, e per farla bisogna partire dalle infrastrutture, non dalle grandi opere”. In un documento sullo sviluppo di Firenze, l'Ordine degli architetti chiede all'amministrazione comunale di “concentrarsi sul nuovo Regolamento Urbanistico piuttosto che focalizzarsi su singole aree di trasformazione, peraltro di grande complessità e portata” e, nell'immediato, di varare “un piano ordinato di interventi per la riqualificazione di media e piccola dimensione urbana” nel rispetto del principio dei cosiddetti “volumi zero”. L'Osservatorio sull'urbanistica dell'Ordine, che ha materialmente elaborato il testo, considera ad esempio “assolutamente incomprensibile” la decisione di procedere ad una variante per il nuovo stadio.

“Il nuovo stadio – scrivono gli architetti – sembra l’unica urgenza di Firenze (e viene da chiedersi se, di questi tempi, a Firenze ci sia bisogno di un altro stadio. E poi che ne sarà dell'Artemio Franchi? E di Campo di Marte?), quando si sa benissimo e da tempo che la città ha bisogno di interventi complessivi di ben altra portata: tutti in coerenza con il nuovo Piano Strutturale vigente”. Inoltre, si legge ancora nel documento dell'Ordine degli architetti, si continua a fare “prima le opere e poi le infrastrutture, mentre l'interesse della collettività porterebbe esattamente a fare al contrario.

Le difficoltà che si stanno già riscontrando nell'avvio dei lavori della seconda linea della tramvia dovrebbero indurre a maggior prudenza nel valutare i tempi e gli ostacoli che andranno superati per poter dotare tutta l'area delle infrastrutture necessarie, da quelle della mobilità ai parchi urbani”. E nel caso dell'area Mercafir, “forse si dovrebbe approfondire tutto il tema della riqualificazione (rifacimento completo) delle strutture del Centro Alimentare Polivalente che verranno ri-progettate con criteri ecosostenibili nell'area nord del comparto”. Da qui la preoccupazione per il futuro: “Le trasformazioni future seguiranno la visione strategica espressa nei nuovi strumenti urbanistici, anche se ancora parziali, di cui nel frattempo la città si è dotata? Oppure – si chiede l'Ordine – si sarà costretti a seguire la stessa procedura del nuovo stadio alla Mercafir? E i privati che vedono questo modo di procedere, non saranno stimolati a proporsi anche loro sulla strada delle varianti? Le questioni aperte saranno risolte tutte nel project di trasformazione del Centro Alimentare Polivalente-nuovo stadio? Nel project sarà garantita partecipazione ampia e quindi la libera concorrenza?”. Ma al di là del caso singolo, per quanto importante, è il metodo generale a preoccupare l'Ordine degli architetti.

“Procedere per varianti è assolutamente anacronistico, un metodo legato a precedenti impostazioni molto discusse e in contraddizione con l'avviato iter per la stesura del nuovo Ruc”. E andando avanti su questa strada, tra l'altro, “si finisce per sottolineare un ruolo ancora più anonimo di Firenze nella pianificazione urbanistica rispetto all'intero quadro di area metropolitana vasta”. L'Ordine avanza due proposte all'amministrazione comunale: “concentrare risorse ed energie nell'elaborazione rapida del nuovo Regolamento Urbanistico” e nel frattempo, “visto che il nuovo Ruc è ben lungi da venire e la città è obbiettivamente bloccata, stimolare risorse verso una serie di azioni diffuse a più rapido effetto, di tipo più capillare, verso la riqualificazione di media e piccola dimensione urbana”. La replica del capogruppo Pd di Palazzo Vecchio Francesco Bonifazi: "Capiamo l’interesse degli architetti per la città e accogliamo con favore ogni spunto, ma il nuovo stadio è e resta una priorità”.

Sul tema risponde anche al consigliere regionale del PdL Giovanni Donzelli che aveva detto: "Dopo il crollo di consenso nelle classifiche del sole24ore, arriva anche la bocciatura dell'ordine degli architetti. Matteo Renzi, che tra l'altro ha tenuto a lungo la delega dell'urbanistica, ha portato avanti una logica disordinata senza rispettare una visione organica dello sviluppo della città”. “L'abuso dello strumento di singole varianti urbanistiche, a discapito di un piano di insieme e della rapida approvazione del regolamento urbanistico, ha portato ad uno sviluppo non ordinato della città di Firenze.

Anche la vicenda del nuovo stadio è stata, per ora, gestita solo come uno spot per fare il ganzo con i tifosi. Finalmente – conclude Donzelli – dopo la brutta parentesi legata all’episodio Quadra, oggi l'ordine degli architetti è libero, trasparente e terzo rispetto alle liti politiche. Mi auguro che Renzi faccia tesoro di questa bocciatura e trasformi radicalmente l'approccio con la città”. Queste le parole di Bonifazi: “A parte il fatto di cavalcare in modo strumentale le considerazioni e le analisi urbanistiche che gli architetti fanno – ha aggiunto Bonifazi-, capiamo che il consigliere Donzelli debba rappresentare gli interessi di Pisa e non quelli di Firenze.

Ma è bene che si faccia una ragione che per la squadra, il territorio, l’economia e l’intera città la costruzione del nuovo stadio resta al primo posto fra i progetti da realizzare”. Chiusura finale dell'assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci che afferma: “Stupore e perplessità”. Stupore dovuto anche al fatto che la nota “è stata inviata alla stampa prima dell’incontro di stamani tra amministrazione e ordini professionali, e dunque senza tener conto degli esiti del confronto” spiega l’assessore, che sottolinea anche come in questa sede i progetti, “pur con una condivisa richiesta di approfondimento su alcuni aspetti”, siano stati “ampiamente apprezzati da tutti i soggetti intervenuti, compresi i rappresentanti degli architetti.

Circostanza che quindi ci lascia piuttosto perplessi”. In merito alle critiche, in particolare sull’area Mercafir, l’assessore controbatte punto per punto. “Quando nella nota si sostiene che è necessario ‘indirizzare le proprie proposte esclusivamente in piena aderenza al concetto di ‘contrasto al consumo di suolo’, forse si dimentica che le proposte dell’amministrazione sull’area Mercafir sono identiche a quelle già presenti nel Piano Strutturale, in coerenza con il principio volumi zero, e addirittura utilizzano le stesse superfici e propongono una riduzione dei volumi”.

E ancora: “Quando si evidenzia che questa amministrazione vuole ‘proseguire, come nel passato, nella procedura delle varianti al PRG, ritenuta assolutamente anacronistica’, si dimentica un elemento fondamentale: dopo l’approvazione del Piano strutturale, le scelte dell’amministrazione sono tutte perfettamente coerenti con il Piano stesso e con la sua visione della città. Anzi: la variante Mercafir non solo attua i numeri delle funzioni già definiti, ma anticipa puntualmente le previsioni del regolamento urbanistico”.

Prosegue l’assessore: “Quando si sostiene ‘prima si fanno le opere e poi le infrastrutture’ si dimenticano due punti fondamentali. Il primo riguarda gli interventi già in atto: la linea 2 della tramvia in fase di realizzazione, lo svincolo di Peretola (finanziato da Autostrade) in fase di autorizzazione finale, i parcheggi scambiatori già previsti nel PRG. Ma gli architetti scordano anche che i documenti spiegano chiaramente come la sostenibilità dell’interevento alla Mercafir sia possibile solo se esistono tramvia, svincolo e parcheggi.

Sorge il dubbio che quei documenti non siano stati neppure letti, visto che non ci si è accorti che l’intervento ricomprende la nuova sistemazione dell’attuale mercato ortofrutticolo nella zona nord; altrimenti, la nota non potrebbe sostenere che è necessario ‘approfondire tutto il tema della riqualificazione (rifacimento completo) delle strutture del Centro Alimentare Polivalente’. E ancora: “Quando gli architetti sostengono che ‘sarebbe molto più opportuno per la città concentrare risorse ed energie nella elaborazione speditiva del nuovo regolamento urbanistico’, si dimenticano che questa amministrazione nell’arco di 15 mesi, utilizzando i propri uffici, è stata in grado di approvare un Piano strutturale: e quindi forse può permettersi di dedicare parte dei suoi validi professionisti, per poco più di un mese di tempo, a cogliere l’opportunità che il governo ha concesso con l’art 27 del ‘Cresci Italia’”.

Infine l’assessore replica anche ad un rilievo riguardo la Fortezza da Basso: “Quando si afferma che ‘la variante relativa alla Fortezza è un progetto e non una variante urbanistica’, sarebbe necessario ricordare la differenza tra progetto e piano di recupero, che sicuramente gli architetti non possono non sapere. Ma parrebbe anche necessario ricordare che nel 2010 l’amministrazione ha ritenuto opportuno seguire un approccio più complesso e articolato per il futuro della Fortezza, e quindi non solo un semplice piano unitario come redatto negli anni passati, ma uno studio più approfondito con il piano di recupero, per definire in maniera più articolata lo studio e quindi la variante”.

La risposta dell'Ordine degli architetti non si è fatta attendere. "Le valutazioni fatte sulla variante ruotano tutte intorno ad un concetto: le varianti urbanistiche non devono e non possono essere lo strumento principale della pianificazione, perché procedendo a colpi di varianti si perde la visione d'insieme della città, come d'altronde a Firenze è successo anche in passato”. “La nostra è una critica sul metodo. L'argomento della discussione - continuano gli architetti - non è il progetto del nuovo stadio, ma la procedura che conduce ad esso.

Che la variante sull'area Mercafir, al pari delle altre, sia in coerenza con il Piano strutturale è un dato scontato, perché se così non fosse la variante non si potrebbe neanche fare. Il punto è un altro: noi chiediamo di procedere speditamente all'elaborazione del nuovo Regolamento urbanistico e di inserire il progetto del nuovo stadio all'interno di un procedimento più organico, come è appunto il Ruc, perché ciò consentirebbe anche di chiarire tutti gli aspetti che al momento restano non definiti, come per esempio l'intera riqualificazione dell' 'Artemio Franchi', i tempi e la connessione territoriale delle infrastrutture, vista la connotazione di "porta occidentale" verso il Parco della Piana'”. “Infine un chiarimento: – conclude l'Ordine degli architetti – il nostro documento è stato consegnato stamattina ai dirigenti del settore Urbanistica del Comune presenti alla riunione, in totale trasparenza.

Proprio perchè è nostro intendimento, nell'interesse della città, che il rapporto con l'assessore Meucci, di cui da sempre apprezziamo la disponibilità al confronto, continui ad essere franco e costruttivo, pur nella legittima diversità di opinioni. Ci dispiace che l'assessore non lo ricordi nella sua nota”.

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