Ici, l'Unione Europea con Monti e Anci: "Ai Comuni 600 milioni"

Nelle settimane scorse una mozione presentata e approvata in Consiglio comunale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2012 21:56
Ici, l'Unione Europea con Monti e Anci:

La Commissione Europea sostiene la proposta del premier italiano di un emendamento per far pagare l'Ici sugli immobili della Chiesa in cui si svolgano attività commerciali. Delrio: "Chiave giusta ma andavano coinvolti anche i Comuni". Fronte bipartisan avverte: "Vigileremo, non colpire chi fa del bene". “Speriamo che le parole e la volontà espressa dal Presidente del Consiglio Monti si possano tradurre al più presto in una Legge dello Stato che metta finalmente fine ad un sistema di agevolazioni e ingiusti favori a strutture di proprietà della Chiesa e dei soggetti giuridici a loro collegati.

– afferma il Consigliere comunale Tommaso Grassi insieme al Coordinatore di SEL, Lorenzo Falchi. “Abbiamo accolto con soddisfazione la notizia che il Governo intende far pagare l’ICI sulle attività commerciali delle Chiese, così come anche la Comunità Europea ci ha richiesto, imponendo anche sanzioni all’Italia.” “Questa importante novità rappresenta un motivo in più per chiedere di applicare fin da subito la mozione da noi presentata e approvata dal Consiglio comunale, in cui si chiedeva di avviare una ricognizione sul territorio per individuare importi economici e strutture che dovrebbero pagare l’ICI (adesso IMU) al Comune di Firenze con la nuova normativa, e che nel frattempo si ponesse attenzione ai casi di possibile evasione ed elusione in campo tributario sulle strutture che usufruiscono di esenzioni, come dimostrato dalla denuncia sulle strutture ricettive che abbiamo presentato qualche settimana fa.” “Ci auguriamo che la normativa sia modificata immediatamente a livello nazionale, così che i Comuni possano fin dalla sua introduzione inserire norme specifiche nei regolamenti sull’IMU che verrà discussa a breve anche a Firenze, – concludono Grassi e Falchi – così da recuperare risorse da destinare in maniera mirata per incrementare i servizi alla persona e alle famiglie, a partire dal welfare, sempre più debole per i tagli delle risorse nazionali, ma anche dei campi dell’educazione, del lavoro e della cultura, passando per la tutela dell’ambiente e dei beni comuni.”

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