In Toscana la carta geologica si vede meglio: in scala 1:10.000

Adesso la Toscana geologica si può vedere “uno a diecimila”. Domani la presentazione in Palazzo Strozzi Sacrati. I geologi toscani: "Si alla liberalizzazione, ma no alla deregulation"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2012 19:03
In Toscana la carta geologica si vede meglio: in scala 1:10.000

Adesso la Toscana geologica si può vedere “uno a diecimila” e un assaggio sarà fornito domani mattina, giovedì 26 gennaio, in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, in occasione di un convegno organizzato da Regione Toscana con numerosi partner scientifici. “Continuum Territoriale Geologico della Regione Toscana” (questo il titolo) presenterà i risultati e le applicazioni di un lungo lavoro portato avanti dal Servizio Geologico di RT con le tre Università toscane e il CNR: un lavoro svolto fra il 2002 e il 2007 per il rilevamento geologico alla scala 1:10.000 dell’intero territorio toscano (fino ad allora la Toscana geologica, sulle carte, era rappresentata, in prevalenza, su scala 1:100.000). Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana, aprirà i lavori (ore 9:30) con introduzione e coordinamento di Marco Masi, dirigente toscano che dirige l’area Ricerca.

Seguono 4 relazioni (Luigi Carmignani, Fabio Mantovani, Alberto Puccinelli, Altair Pirro) e una tavola rotonda (Guido Lavorini, Andrea Pieroni, Alessandro Pesci, Maria Teresa Fagioli, Francesco Manetti, Giovanni Massini, Maurizio Trevisani e i rappresentanti delle Regioni che hanno firmato un protocollo per realizzare il “Continuum Geologico dell’Italia Centrale“). NB)- A tutti i partecipanti sarà distribuito un dvd con i pdf degli elementi geologici della Toscana (a scala 1:10.000) e con la nuova carta geologica della regione (scala 1:250.000). Geologi toscani: "Si alla liberalizzazione, ma no alla deregulation" "Si alla liberalizzazione, ma che non sia deregulation, che vengano garantiti i cittadini con standard di qualità".

E' il commento di Maria Teresa Fagioli presidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana alla liberalizzazione delle professioni. «Credo che sia chiaro a tutti che «liberalizzare senza punti fermi non è produttivo. La liberalizzazione selvaggia porta solo al predominio dell’incompetenza, quando non peggio». Se è vero come è vero che i tariffari deprimono la concorrenza , è altrettanto vero che in assenza di standard di qualità e controlli, la sola abolizione dei minimi genera la giungla.

«Le tariffe in verità erano già state eliminate con il vecchio decreto Bersani, ma nel frattempo i necessari standard tecnici, vera tutela del cittadino, restano ancora di là da venire. Ed ecco forse un nuovo ruolo per gli ordini professionali: predisporre il controllo di qualità, stabilire gli standard tecnici per valutare il lavoro dei professionisti. In molti settori dell’industria è già così: le associazioni di categoria stabiliscono i requisiti minimi del prodotto che non danneggino la collettività e tutelino la credibilità della categoria stessa.

La geologia è un “prodotto intellettuale”che tocca tutta i cittadini, la cui qualità può esser normata e verificata solo da chi conosce la materia; l'Ordine sa farlo, può farlo, e dovrebbe poterlo fare istituzionalmente». Per quanto riguarda i geologi, per la presidente Fagioli «fa sorridere sentir parlare di casta per la nostra professione, che più di ogni altra contrasta con interessi potenti e consolidati. Quel che si percepisce è che si vuole “liberalizzare” per abbattere i costi per la grande impresa.

Ma quali garanzie ci sono perché venga eseguito un buon lavoro?. Il tariffario era forse uno strumento obliquo ed imperfetto per valutare un lavoro, ma in mancanza d’altro poteva rappresentare un punto di riferimento. Adesso servono standard, norme per la qualità. Ed occorrono controlli, sistematici, non a campione». Critica anche la posizione sul socio di capitale. «In questo caso», spiega Maria Teresa Fagioli, «i più penalizzati saranno i giovani. Con il socio di capitale, cui render conto del suo investimento, si penserà solo ad economizzare al massimo, con il rischio è che quello che era un prodotto intellettuale si trasformi in una fucina di fotocopie. In conclusione «gli Ordini restano gli unici organi che in assenza e in carenza di norme tecniche e specifici standard di qualità, possono, anche se con grande difficoltà data l’inadeguatezza degli strumenti normativi vigenti, garantire a tutti, dal privato cittadino alla grande impresa, che il prodotto professionale non sia viziato e distorto da intrecci di interessi occulti, intrecci che oggi sembra invece si stia cercando di legalizzare con l’introduzione dei “soci finanziatori”.

La corsa alla “liberalizzazione” delle professioni, rischia di non andare affatto verso una garanzia della qualità delle prestazioni tecniche ed intellettuali né verso una vera libertà di espressione, ma piuttosto puntare all’appiattimento delle capacità tecniche e culturali, che si vogliono subordinate agli interessi imprenditoriali». Il seminario “Difesa del suolo: normativa, competenze, prospettive”, venerdì 3 febbraio Il problema delle liberalizzazioni sarà toccato anche in occasione del seminario “Difesa del suolo: normativa, competenze, prospettive”.

Il quadro su di un tema di grande rilevanza per la sicurezza delle popolazioni, degli insediamenti, delle infrastrutture» che si terrà il 3 febbraio dalle 9-13 presso l'auditorium Folco Portinari di Firenze. Un incontro al quale parteciperanno Raffaella Mariani, VIII commissione della Camera dei Deputati, Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici; Anna Rita Bramerini, assessore Ambiente, Difesa del suolo e servizio idrico integrato della Regione Toscana; Maria Teresa Fagioli, presidente Ordine dei Geologi della Toscana.

Modererà Mauro Chessa, presidente Fondazione dei Geologi della Toscana. Per informazioni e iscrizioni, http://fondazione.geologitoscana.it.; 055 2340878 segreteria@fondazione.geologitoscana.it

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