RC Auto, Autoriparatori: così si altera la libera concorrenza

Il presidente dei Carrozzieri di Confartigianato Firenze, Castellani, teme un evidente danno al mercato dell’autoriparazione. Casartigiani Toscani: "Assicurazioni privilegiate dal decreto rispetto agli automobilisti"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2012 21:30
RC Auto, Autoriparatori: così si altera la libera concorrenza

Da una riunione di presidenza congiunta fra le Associazioni di Categoria CNA CASA e CONFARTIGIANATO Regionali della Toscana nella quale è emerso che il Decreto sulle liberalizzazioni dà un evidente e grave limitazione agli automobilisti coinvolti in sinistri, ledendo i loro diritti fondamentali di libera scelta sulla gestione del sinistro stradale e di riflesso danneggiando le aziende di autoriparazione e le carrozzerie, da noi rappresentate. Si reclama una corretta applicazione della libera concorrenza e della libertà di impresa sancita dalla nostra Costituzione all’ Art.

41 e riconfermata in maniera inequivocabile dal Decreto sulle liberalizzazioni all’ Art. 1; principi anche molte volte espressi pubblicamente dal Presidente del Consiglio nelle varie conferenze stampe (che ribadiva che le “liberalizzazioni avrebbero favorito la crescita e ridato slancio ai consumi e alle imprese”). Le Associazioni dei Carrozzieri ed degli Autoriparatori non chiedono privilegi o regole più favorevoli, ma chiedono semplicemente che sia riconosciuto il loro ruolo. Ai nostri associati interessa svolgere il proprio lavoro e che non sia leso il diritto di scelta del consumatore automobilista.

Il venir meno di questi principi, che non incidono affatto su risparmi o aggravi di costi, penalizzerebbe certamente una grande quantità di imprese (circa 17000 in Italia che danno lavoro a circa 85000 addetti). Il persistere dei grandi privilegi, che rimangono affidati alle compagnie assicurative, possono favorire una minima quantità di imprese scelte dalle compagnie e danneggiare fortemente la stragrande maggioranza di queste che possono rischiare la chiusura. La organizzazioni sindacali delle imprese toscane unitariamente reclamano un attento riesame dell’ Art.

30 del Decreto sulle liberalizzazioni e sollecitano gli organi competenti della politica e del governo a considerare le nostre proposte che sono concrete e applicabili nel reciproco interesse di tutte le parti. Le Associazioni sottolineano anche che l’intento del Decreto è far risparmiare il consumatore, di conseguenza risulta incomprensibile il costante aumento dei premi annui sia correlato ad una accertata diminuzione dei sinistri. Maggiori costi, minore libertà di scelta per i consumatori ed alterazione dei principi della concorrenza per le imprese di autoriparazione.

Questi i rischi denunciati dai Carrozzieri di Confartigianato Imprese Firenze in caso di entrata in vigore dell’articolo 35 del Decreto Liberalizzazioni in materia di Rc Auto. “Il comma 3 dell’articolo 35 del decreto “cresci Italia” penalizza con un maggiore costo, pari al 30%, i consumatori che decidono di far riparare dal proprio carrozziere di fiducia il veicolo danneggiato in un incidente stradale” spiega Ermano Castellani, presidente della Federazione Autoriparazione di Confartigianato Imprese Firenze.

In pratica, con le nuove norme i consumatori solo in teoria saranno liberi di scegliere tra il risarcimento “in forma specifica” (cioè la riparazione gratuita dell'auto attraverso officine convenzionate con la compagnia di assicurazione) e il risarcimento “per equivalente” (che consiste invece nel rimborso del danno dalla propria compagnia di assicurazione). Secondo il Decreto, infatti, chi sceglierà il risarcimento “per equivalente” si vedrà decurtato del 30% l’assegno che gli spetta dall’assicurazione.

“Così si altera in maniera evidente la libera concorrenza nel mercato dell’autoriparazione, altro che liberalizzazioni – continua Castellani - L’automobilista/assicurato non potrà più scegliere di farsi riparare l’auto da chi vuole, tranne non decida rimetterci di tasca propria il 30% di quanto gli è dovuto”. In tal modo si viola anche la sentenza n. 180/2009 della Corte Costituzionale secondo la quale il risarcimento diretto, al cui interno si colloca il risarcimento in forma specifica, è facoltativo è non può essere obbligatorio.

Ma a rimetterci sono anche le imprese di autoriparazione indipendenti che verranno assurdamente penalizzate nella competizione con quelle convenzionate con le compagnie di assicurazione. “Non ci sembra proprio il massimo in quanto a tutela della libera scelta del consumatore e a tutela della concorrenza di un mercato in cui operano sia le imprese di autoriparazione convenzionate che quelle indipendenti” conclude Castellani.

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