Secondo gli esperti la Cupola del Brunelleschi sta bene

In 60 anni di monitoraggio raccolti 6 milioni di dati presentati per la prima volta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 gennaio 2012 19:44
Secondo gli esperti la Cupola del Brunelleschi sta bene

La Cupola del Brunelleschi gode di buona salute: lo confermano i dati del monitoraggio in corso da 60 anni. Un patrimonio di informazioni, unico caso al mondo su un monumento di questo genere, capace di far conoscere in tempo reale eventuali variazioni delle sue condizioni, come di intervenire per la sua futura tutela. E’ quanto emerso dalla prima giornata del convegno ‘Il monitoraggio delle grandi fabbriche storiche aperto stamani al Centro arte e cultura dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Lo scopo dell’incontro, promosso dall’Opera di Santa Maria del Fiore in accordo con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Firenze e Pistoia, è stato quello di presentare per la prima volta la grande quantità di informazioni raccolte sul capolavoro del Brunelleschi e confrontarle con altre esperienze internazionali. In questo lungo periodo sono stati raccolti più di 6 milioni di dati che hanno permesso di ricostruire l’evoluzione delle principali lesioni della cupola e il suo attuale trend.

Questi dati costituiscono un patrimonio di conoscenza unico e prezioso per proseguire nel lavoro di salvaguardia del monumento. Una delle più grandi cupole in muratura al mondo è, infatti, soggetta a un complesso sistema di lesioni, in lentissima evoluzione. Le maggiori sono quelle che interessano le vele pari nella parte absidale che misurano oramai circa 6 cm di ampiezza. Di queste, le due principali lesioni hanno avuto un’iniziale rapido incremento negli anni dopo il completamento della cupola, registrando un modesto incremento costante di circa 5,5 mm/secolo.

Un aumento talmente modesto da non porre problemi di stabilità, nemmeno per i prossimi secoli, se, in assenza di eventi particolarmente traumatici, il trend fino ad ora registrato sarà confermato. Nel periodo di circa 17 anni, dal 1978 al 1996, nel quale è stato montato il ponteggio per il restauro delle pitture murali, gli incrementi delle lesioni hanno subito una drastica diminuzione. Tali effetti di rallentamento, una volta che il ponteggio è stato rimosso, si sono via via attenuati. Si tratta quindi di valutare, con estrema prudenza, la possibilità di studiare una cerchiatura provvisoria e reversibile, riprendendo l’indicazione, più volte discussa nel corso dei secoli, a partire da Vincenzo Viviani, allievo di Galileo, che per primo la formulò nel 1695; ma anche Carlo Fontana, Giovan Battista Nelli e, recentemente, Andrea Chiarugi.

La cupola fiorentina, infatti, è l’unica tra le grandi cupole che non sia stata cerchiata (a parte il Pantheon, che ha una struttura particolare). Dal 1952, la cupola fiorentina è monitorata con strumenti di tipo meccanico, i cui dati sono stati regolarmente registrati dai tecnici dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Un importantissimo salto qualitativo è stato determinato dall’intervento diretto dello Stato che, nell’arco di un quindicennio (1980-1996), ha stanziato circa sei milioni di euro.

Di questi ingenti fondi oltre un milione è stato impegnato per l’installazione di un nuovo sistema di monitoraggio, la sua manutenzione e l’interpretazione dei dati fino al 1999; circa un milione e mezzo sono stati destinati per l’allestimento e la manutenzione del cantiere, mentre circa tre milioni sono serviti per effettuare rilievi, indagini e documentazione, nonché i restauri delle pitture murali e della lanterna. Il nuovo sistema automatico, attivo dal 1988, è stato impostato sulla base delle fondamentali indicazioni fornite dal Rapporto elaborato nel 1985 dalla Commissione presieduta da Guglielmo De Angelis D’Ossat, ed è costituito da 165 strumenti che misurano le variazioni delle lesioni, delle temperature, degli spostamenti relativi e delle quote della falda freatica.

L’insieme delle risorse di rilevamento messe al servizio della Cupola, la promuove come la principale grande fabbrica storica sottoposta a un così complesso controllo elettronico. Grazie ai dati raccolti in un così ampio arco di tempo, è stato anche possibile realizzare, presso il Dipartimento di Statistica dell’Università di Firenze, un primo modello statistico del comportamento atteso della cupola: un moderno strumento di previsione che consentirà di prevedere l’eventuale variazione delle lesioni in funzione dei cambiamenti termici, permettendo di verificare, in tempo reale, eventuali anomalie nel suo comportamento.

L’esempio della Torre di Pisa è a tale proposito significativo: la Torre è stata, infatti, “raddrizzata” sotto monitoraggio continuo. L’Opera di Santa Maria del Fiore, in accordo con la Soprintendenza, intende continuare nell’analisi del grande patrimonio di dati raccolti al fine di utilizzare le preziose informazioni per una sempre più approfondita conoscenza e tutela del monumento.

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