18 novembre 1865: il Parlamento si insediò nel Salone dei Cinquecento

Oggi Giani celebra l'anniversario accanto agli scranni di Ricasoli, Peruzzi e Mari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2011 14:34
18 novembre 1865: il Parlamento si insediò nel Salone dei Cinquecento

Una bandiera tricolore e una corona d’alloro accanto agli scranni di Ricasoli, Peruzzi e Mari per celebrare l’anniversario dell’insediamento del Parlamento italiano nel Salone dei Cinquecento che avvenne il 18 novembre 1865. La cerimonia che da oggi si svolgerà ogni anno, è avvenuta stamani nel ballatoio che si affaccia sul Salone dei Cinquecento all’ingresso del Museo di Palazzo Vecchio dove sono stati allestiti in modo permanente gli scranni parlamentari dove sedettero dal 1865 al 1871 Bettino Ricasoli, Ubaldino Peruzzi e Adriano mari quando Firenze divenne Capitale d’Italia e sede della camera dei Deputati.

“Oggi – ha detto il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani che stamani ha presenziato alla cerimonia insieme al presidente del Comitato Fiorentino per il Risorgimento Adalberto Scarlino- ricorrono 146 anni da quando il Salone fu impegnato per la riunione del Parlamento italiano (la IX legislatura inaugurata da Vittorio Emanuele II) che continuò a riunirsi per 6 anni durante i quali si svolsero le guerre d’Indipendenza. Nel Salone dei Cinquecento parlò Giuseppe Garibaldi, avvennero le prime riforme dello Stato.

Il Salone dei Cinquecento fu il luogo della democrazia dove si sviluppò il processo di unificazione dell’Italia. Grazie a questa opera preziosa di restauro degli scranni – ha aggiunto Giani- nel Museo c’è un pezzo di storia in più che indica che Palazzo Vecchio non racconta solo la vita dei Medici, ma anche fu la Montecitorio d’Italia negli anni di Firenze Capitale”. Le spiegazioni di quegli anni sono affidate ad accurate note storiche poste accanto agli scranni e ad alcune acqueforti, litografie che rappresentano il Salone in quegli anni, quando ad esempio fu sede dell’Assemblea Toscana che nel 1859 cacciò per due anni il Granduca. Come noto dal 1865 al 1871 Firenze visse da protagonista gli avvenimenti politici nazionali scanditi da quattro legislature guidate dalla destra storica (governi Lamarmora, Ricasoli, Rattazzi, Menabrea e Lanza), dalla III Guerra d’Indipendenza (1866) che porterà all’annessione del Veneto, dal primo vero grosso scandalo politico dell’Italia post-unitaria, quello della “regìa tabacchi”, dalla sconfitta dei volontari di Garibaldi a Mentana ad opera delle truppe franco-pontificie (1867) ed infine dal risolversi della “Questione Romana” con la Breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870 e la proclamazione di Roma Capitale il 1 luglio 1871.

E’ stato il presidente Giani insieme ad alcuni funzionari dei Musei civici Fiorentino a ritrovare questi scranni nei depositi del Comune. I tre seggi sono realizzati in legno dipinto e dorato con rifiniture in velluto verde. Il restauro ha riguardato la doratura, la laccatura e le sedute dove il velluto è stato in parte restaurato e in parte sostituito. (lb)

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