Fiesole, per la collina fine di un’odissea durata 40 anni

A favore del Comune di Fiesole la sentenza della prima Sezione civile della Corte di Cassazione relativa alla lottizzazione dell’area Tizzano - Le Fornaci

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2011 13:53
Fiesole, per la collina fine di un’odissea durata 40 anni

E’ giunta a conclusione la lunga vicenda relativa alla lottizzazione dell’area Tizzano/le Fornaci, sulle colline che dominano l’alta Valle del Sambre. E’, infatti, a favore del Comune di Fiesole la sentenza della prima Sezione civile della Corte di Cassazione arrivata lunedì 17 ottobre in Municipio. Questa conferma quanto deciso dalla Corte d’Appello nel 2009 (che riconosceva alla controparte le spese di progettazione, l’assistenza legale e l’imposta di registro e quantificava il danno emergente in € 5.861,78 da rivalutare con gli interessi) e dal Tar nel 2005 (cioè che tutti gli strumenti urbanistici adottati dal Comune dopo il Piano Regolatore del 1971 erano validi). Si tratta di un caso, durato più di quarant’anni, che vedeva contrapposto il Comune di Fiesole all’avvocato Giorgio Vitali.

Una lunga storia che ha visto il Comune citato da parte di un proprietario di terreni al quale il Piano Regolatore del 1971 cancellò un’ampia lottizzazione (oltre 25mila metri cubi) convenzionata nel 1964. La vicenda di Tizzano ha inizio nel 1964, quando l’avvocato Giorgio Vitali, proprietario di una vasta area nell’Alta valle del Sambre, ottiene (ancora in assenza di strumenti urbanistici) una convenzione per lottizzare un terreno e realizzare su un proprio podere alcune villette per un totale di circa 25 mila metri cubi.

Nel successivo Piano Regolatore del 1971 la proposta di lottizzazione non viene inserita per ragioni di tutela paesaggistica di una delle zone collinari più suggestive del nostro territorio, ma la decisione di non confermare nel Piano Regolatore la convenzione stipulata con l’avvocato Vitali viene fatta senza una motivazione sufficiente. Nelle successive varianti al Piano Regolatore del 1983 e del 1990 e nel Piano Strutturale del 1999, l’esclusione di quella lottizzazione viene sempre confermata.

Il proprietario, sentendosi danneggiato, ricorre al Tar, che gli dà ragione proprio appellandosi alla inadeguata motivazione. Nel 1991 ricorre anche al Consiglio di Stato, e ottiene di nuovo ragione. Il 22 luglio 1999 arriva la sentenza n.500 della Cassazione, che è considerata dalla giurisprudenza una “svolta storica” perché riconosce per la prima volta in Italia il diritto di un privato di essere risarcito dall’Ente Pubblico per aver subito un danno. Nel marzo 2000 il Consiglio di Stato recepisce l’orientamento della Cassazione, e stabilisce che anche i giudici amministrativi potranno condannare le pubbliche amministrazioni a risarcire i danni ingiusti subiti dai cittadini.

Il 30 marzo 2000 il Tribunale di Firenze condanna il Comune di Fiesole a risarcire poco più di 526 milioni (del 1971) all’avvocato Vitali. Alla somma va aggiunta la rivalutazione annuale e gli interessi dal luglio 1971 alla pubblicazione della sentenza, immediatamente eseguibile. Secondo i calcoli del Comune, si tratterebbe di oltre 13 miliardi di lire. Il 29 maggio 2001 la Corte d’Appello di Firenze accoglie il ricorso presentato dal Comune di Fiesole contro la sentenza del Tribunale, respingendo “in toto” la richiesta di risarcimento dell’Avvocato Vitali e condannandolo a pagare tutte le spese processuali, ma nel 2003 la Corte di Cassazione accoglieva il nuovo ricorso di Vitali e riaffermava il risarcimento del danno, rinviando alla Corte d’Appello di Firenze la quantificazione della cifra.

Il 5 febbraio 2009, dopo aver espletato una C.T.U., la Corte d’Appello si è pronunciata riconoscendo alla controparte le spese di progettazione, l’assistenza legale e l’imposta di registro, quantificando il danno emergente in € 5.861,78 da rivalutare con gli interessi. Sul versante amministrativo, invece, il Tar ha stabilito nel 2005 come tutti gli strumenti urbanistici adottati dal Comune dopo il Piano Regolatore del 1971 siano validi, ribadendo quindi l’area di Tizzano inedificabile.

La sentenza è stata ora confermata dal Consiglio di Stato. La vicenda quindi, sia sul versante civile che amministrativo è definitivamente conclusa. “Per molti anni il Comune di Fiesole ha vissuto sotto l’incubo di una sentenza che avrebbe potuto annientarlo dal punto di vista finanziario e che avrebbe pesantemente messo in discussione la sua storia di tutela urbanistica e ambientale – afferma il sindaco di Fiesole Fabio Incatasciato – Finalmente è stata posta la parola fine dando, così, ragione a tutti gli amministratori e sindaci che avevano voluto salvare un’intera collina da una lottizzazione convenzionata prima dell’arrivo del Piano Regolatore.

È una vittoria – conclude Incatasciato – delle scelte pubbliche e della pianificazione rispetto agli interessi privati”.

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