Sindaci in piazza, stamani l'incontro dal Prefetto per restituire le deleghe

Stamani i sindaci che manifestano contro i tagli imposti dalla manovra governativa hanno incontrato il Prefetto Paolo Padoin che si è detto pronto a trasmettere le preoccupazioni espresse dai primi cittadini. Alta l'adesione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 settembre 2011 14:30
Sindaci in piazza, stamani l'incontro dal Prefetto per restituire le deleghe

Stamani davanti alla Prefettura di Firenze l'incontro dei sindaci per la riconsegna al Prefetto, Paolo Padoin delle deleghe ai servizi anagrafici. Luciano Bartolini, sindaco di Bagno a Ripoli è stato il portavoce della rappresentanza locale, esprimendo le preoccupazioni dei primi cittadini in merito al blocco del sistema toscano: "Non solo sono a rischio i servizi essenziali, ma siamo nell'impossibilità di progettare il nostro futuro - ha detto - guardate ad esempio alla realizzazione di strutture sul territorio, un'attività che crea lavoro e crea indotto.

Con il patto di stabilità siamo costretti ad usare le nostre risorse per pagare i mutui, non possiamo utilizzarli per la nostra crescita. Nulla è previsto per incentivare la crescita, mentre da più fronti si sostiene l'esatto contrario, è assurdo che proiprio il Governo centrale non se ne renda conto" Il Prefetto si è detto pronto a trasmettere le segnalazioni ricevute. "In mattinata sono stato contattato da altri prefetti - ha spiegato - probabilmente per capire cosa avrei detto ed accordarci su una linea unica".

La rappresentanza "monocolore" come l'ha chiamata il rappresentante del potere statale, ha potuto esporre le singole problematiche ed il sindaco di Campi Bisenzio, Adriano Chini ha portato l'esempio dei Servizi Sociali necessari sul territorio (a Campi il 30% della popolazione non è italiana) per mantenere uno stato di ordine e buona convivenza. Preoccupazioni sulla ricaduta economica espresse anche dal vicesindaco di Firenze, Dario Nardella che ha portato i conti del Comune capoluogo di Regione.

“Questa manovra, oltre a minacciare pesantemente le prerogative costituzionali dei Comuni, colpisce le famiglie e le imprese, aumentando di fatto le tasse e tagliando ulteriori risorse agli enti locali, che sono i veri motori dello sviluppo del nostro Paese”. “Ogni anno il Comune di Firenze firma contratti con le imprese per circa 400mila euro, ma con questa manovra non potremo più essere i primi committenti per le aziende del territorio – ha spiegato Nardella - Fra il 2012 e il 2013 dovremo tagliare circa 110 milioni di euro, e d’altra parte non potremo spendere le risorse che abbiamo per rispettare il patto di stabilità.

Questo ricadrà anche sulla quantità e la qualità dei servizi a cittadini e famiglie”. “Noi amministratori locali non siamo la casta, ma coloro che interpretano meglio i sentimenti dei cittadini. E la stragrande maggioranza dei cittadini questa manovra non la vuole” ha concluso il vicesindaco. "Non siamo in una situazione di 'rischio', eliminiamo la parola 'rischio', siamo già con un ginocchio per terra e non potremo alzarci se non rivedendo l'assetto dell'attuale sistema che governa il paese, serve un cambiamento, serve adesso.

Si è parlato di eliminare le Province, usando un intervento spot. In Toscana le Province hanno molte deleghe ad operare su svariate materie, in altre parti d'Italia forse è diverso, qui no. Qui se vengono meno le Province dobbiamo trovare qualcuno che si accolli il loro operato" a dirlo è Claudio Martini, ex governatore della Regione Toscana e presidente del Forum Politiche locali del PD intervenuto alla maratona web ideata da Uncem Toscana che ha visto il presidente Oreste Giurlani collegarsi con tutta Italia in videoconferenza.

Anche il segretario generale della Cgil Toscana Alessio Gramolati e quello della Camera del Lavoro metropolitana Mauro Fuso stamattina erano insieme ai primi cittadini dei comuni della provincia di Firenze al presidio sotto la prefettura del capoluogo toscano. "A quanto risulta al sindacato tutti i sindaci hanno aderito alla protesta a dimostrazione di quanto sia ampio e articolato il fronte di coloro che considerano la manovra approvata definitivamente ieri sia ingiusta ed iniqua e per di più, dice Cgil, assolutamente inefficace.

Una manovra che in quanto recessiva già ne chiama una prossima. La partita non è finita, la battaglia continua. Una delegazione della Cgil toscana è presente a Roma alla manifestazione nazionale dei sindaci italiani" “Il Pd è a fianco dei sindaci e di tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni che difendono con le mobilitazioni di oggi la loro possibilità di continuare a fornire quei servizi essenziali ai cittadini che il Governo con la manovra approvata ha deciso di smantellare”.

Così il segretario regionale del Pd della Toscana Andrea Manciulli sostiene la protesta promossa per oggi dall’Anci nelle prefetture, a cui si aggiunge l'iniziativa per la riconsegna dei contratti sul tpl da parte delle Regioni a Roma con Comuni e Province. “Altro che il federalismo tanto sbandierato dalla Lega! – osserva Manciulli –. Questa manovra, per ripianare i costi dell’amministrazione centrale, fa pagare il conto ai cittadini, tagliando i trasferimenti agli enti locali.

Il conto fatto dall’Anci Toscana dà un dato tangibile: nel 2012 ci saranno 123 euro di risorse in meno per ogni cittadino, dunque meno servizi erogati, meno trasporti, meno asili, meno assistenza agli anziani, meno manutenzione. Non è forse questo ‘mettere le mani in tasca agli italiani’?”. “Il Pd sostiene le ragioni della mobilitazione. Il principio della manovra, approvata a colpi di fiducia parlamentare, è quello noto: non si vanno a chiedere i soldi a chi li ha, ma si diminuiscono i diritti di coloro, comuni cittadini e fasce più deboli, che hanno bisogno di rivolgersi ai servizi pubblici.

E dal momento che alla protesta hanno aderito anche autorevoli esponenti del centrodestra in tutta Italia è evidente il giudizio nel merito, al di là delle appartenenze politiche” conclude Manciulli. Il sindaco Alessandro Cosimi, presidente regionale Anci, ha incontrato questa mattina il Prefetto Domenico Mannino per illustrargli i motivi della mobilitazione dei Comuni contro la manovra finanziaria. Insieme a Cosimi solo l'assessore del Comune di Rosignano Lilia Benini, in quanto gli altri amministratori della provincia attesi in Prefettura sono rimasti bloccati a Quercianella a causa di un incidente. Contestualmente all'incontro in Prefettura, sempre in adesione alla manifestazione di protesta dell'Anci, gli assessori comunali hanno distribuito ai cittadini, all'ufficio Anagrafe e all'ufficio Stato Civile, una lettera aperta firmata dal sindaco Cosimi, tesa a spiegare gli effetti della manovra del Governo sul Comune di Livorno e sulla capacità di mantenimento del livello dei servizi. Volantinaggi negli uffici anagrafe e stato civile, consegna di materiale informativo e di lettere ai cittadini per illustrare le motivazioni della protesta, cortei nelle città e nutrite delegazioni di sindaci e assessori che in tutte e 10 le province toscane hanno incontrato i prefetti: l’iniziativa di protesta promossa dall’Anci nazionale contro la manovra economica del Governo ha visto in Toscana un’ampia adesione e partecipazione.

Nella nostra regione oltre il 90% dei sindaci ha aderito alla protesta e circa il 70% dei sindaci toscani era dai prefetti. “La nostra mobilitazione mette al centro la difesa dei servizi ai cittadini e la possibilità dei Comuni di essere protagonisti della risposta alla crisi e dello sviluppo dei loro territori – ha dichiarato Alessandro Cosimi, presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno al termine dell’incontro col prefetto -. Oggi tantissimi Comuni toscani e italiani hanno soldi in cassa che non possono spendere per questo scellerato Patto di Stabilità.

Abbiamo chiesto ai Prefetti di farsi tramite della nostra protesta al Governo. Davanti all’eventualità di ulteriori manovre economiche i Comuni saranno chiamati a drammatici impegni per difendere la coesione sociale ed evitare che larghe fasce di cittadini cadano nella miseria e nella disperazione. Nella manovra del Governo, invece, non vediamo niente che vada in questa direzione, per questo crediamo che le risorse finanziarie necessarie vadano prese dove sono, attraverso una patrimoniale che parta dagli immobili e dalla rendita”. A Firenze erano una trentina i Comuni rappresentati nella delegazione che ha incontrato il prefetto, quasi tutti sindaci.

Spiega Luciano Bartolini, sindaco di Bagno a Ripoli, che ha coordinato per Anci Toscana la presenza degli amministratori della provincia fiorentina: “Quello della riconsegna delle deleghe è un atto simbolico per rappresentare le difficoltà in cui si trovano gli enti locali. Oggi i nostri Comuni sono aperti, magari con qualche rallentamento ma il servizio ai cittadini è garantito. Nelle manovre che si sono succedute sono sempre stati ribaditi i tagli agli enti locali, ormai siamo arrivati ad un livello insostenibile per la tenuta dei servizi essenziali.

Chiediamo soprattutto un allentamento del Patto di stabilità: in buona parte dei nostri comuni ci sarebbero risorse per opere pubbliche e manutenzioni ma gli investimenti sono bloccati. Modificare il patto di stabilità è fondamentale per rimettere in moto l’economia e le aziende che potrebbero lavorare grazie alle commesse degli enti locali. Abbiamo anche detto al prefetto che ci potrebbero essere difficoltà legate allo svolgimento del censimento. Il prefetto ci ha garantito che oggi stesso rappresenterà le difficoltà dei Comuni al governo attraverso un telegramma”. In provincia di Massa-Carrara la delegazione che ha incontrato il prefetto era coordinata dal sindaco di Carrara Angelo Zubbani: “C’è grandissima preoccupazione da parte dei sindaci di non poter più assicurare i servizi essenziali, dagli asili nido al sostegno agli anziani e disabili – afferma Zubbani -.

Ormai nei nostri Comuni non c’è più nulla di superfluo da tagliare. E non abbiamo intenzione di inasprire ulteriormente il livello dei tributi locali per mantenere il livello dei servizi”. Anche in provincia di Pisa una nutrita rappresentanza di sindaci si è recata dal prefetto: “Abbiamo percorso la via principale di Pisa con lo striscione ‘Non tagliate le città’ – racconta Paolo Panattoni, sindaco di San Giuliano Terme, che ha coordinato la presenza per conto di Anci Toscana - e distribuito volantini per strada per spiegare che quelli della manovra sono tagli che finiranno col ricadere sui cittadini.

Nei Comuni il servizio anagrafe e stato civile è stato garantito, nel mio Comune ad esempio gli assessori si sono alternati nella consegna ai cittadini di volantini”. A Grosseto erano 25 i Comuni rappresentati. Tra loro Eleonora Baldi, sindaco di Follonica e membro del Comitato direttivo Anci Toscana: “Abbiamo portato simbolicamente una scatola trasparente piena di chiavi relative ai servizi che gestiamo per delega dello Stato a indicare che la nostra è una protesta garbata e consapevole.

Abbiamo anche rappresentato al prefetto le difficoltà che come Comuni ci troviamo ad avere per un servizio come il censimento. Erano presenti anche rappresentanti della Cgil e dell’Associazione nazionale partigiani”. A Pistoia, una ventina i rappresentanti dei Comuni della provincia che sono scesi in piazza: “Questa è una manovra depressiva, anche il punto in più di Iva penalizza gli enti locali, penso alla mensa, ai lavori pubblici – afferma Sabrina Sergio Gori, sindaco di Quarrata e vicepresidente di Anci Toscana -.

Sta maturando tra i sindaci anche l’idea di una protesta ‘visiva’ in occasione dell’open day dei comuni toscani che si svolgerà il 1 ottobre nei Comuni di Toscana e Emilia Romagna”. A Prato tutti i Comuni hanno aderito alla iniziativa di protesta (presente il vicesindaco di Prato Goffredo Borchi): “Siamo andati dal prefetto a riconsegnare simbolicamente la fascia per rappresentare il disagio dei nostri cittadini – chiarisce Ilaria Bugetti, sindaco di Cantagallo -.

I Comuni non ce la fanno più a garantire i servizi, la tenuta sociale è a rischio. Abbiamo affisso dei cartelli all’ufficio anagrafe per informare i cittadini delle ragioni della protesta”. A Lucca una folta delegazione di sindaci si è recata dal prefetto, “guidata” dal sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro: “Abbiamo restituito simbolicamente la fascia e la delega all’anagrafe al prefetto. Chiediamo con forza la modifica del patto di stabilità. Con questi continui tagli ai trasferimenti ormai le risorse sul sociale sono inesistenti e probabilmente alcuni comuni non saranno in grado di mantenere i servizi”.

In provincia di Siena hanno aderito tutti i Comuni della provincia e circa la metà dei loro rappresentanti si è recata dal prefetto. Tra loro anche il vicesindaco di Siena. Presente anche il vicepresidente della Provincia. “Il comparto dei comuni in questi anni ha dato un contributo significativo al risanamento dei conti pubblici – afferma Roberto Bozzi, sindaco di Castelnuovo Berardenga - e ora ce ne viene chiesto uno ulteriore, che non siamo più in grado di sopportare”. Ad Arezzo erano oltre 20 i sindaci che componevano la delegazione che si è recata dal prefetto (presente il vicesindaco di Arezzo): “C’è stata una protesta formale – spiega Maurizio Viligiardi, sindaco di San Giovanni Valdarno - con la consegna della lettera ai cittadini che si sono recati all’ufficio anagrafe”.

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