Il Polo universitario si trasforma in Centro ricerca su energia e ambiente

Nuovi obiettivi per la struttura di Colle Val d'Elsa, che allarga i suoi orizzonti puntando su green economy e integrazione di saperi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2011 13:31
Il Polo universitario si trasforma in Centro ricerca su energia e ambiente

Il Polo universitario colligiano allarga i suoi orizzonti, cambiando nome e strategia di intervento e puntando sempre di più su ricerca e innovazione. Da qualche mese, infatti, il Polo - struttura attiva dal 2004 nella promozione e nello sviluppo di strategie di ricerca al servizio delle aziende valdelsane - si è trasformato in CREA, Centro di ricerca sull’energia e l’ambiente, con delibera unanime dell’assemblea dei soci. L’obiettivo primario è acquisire maggiori competenze per qualificarsi nel centro Italia, andando oltre la dimensione locale; accogliere nuove professionalità e specializzazioni; sviluppare la ricerca nei settori energia e ambiente e valorizzare le apparecchiature tecniche a disposizione. Nuovi orizzonti. “La valorizzazione del Polo universitario colligiano ampliandone il raggio di azione - spiega Michele Pollara, presidente del Polo e oggi di CREA - era uno dei punti primari del piano programmatico 2010-2012, insieme all’ampliamento del capitale sociale per acquisire nuove risorse economiche e competenze scientifiche e relazionali.

Intendiamo, infatti, aprirci più di quanto abbiamo fatto finora a tutte le università e le scuole toscane di alta formazione. Con il nuovo nome, abbiamo voluto anche ribadire la nostra autonomia dall’Università di Siena, dopo aver chiarito ripetutamente, in questi anni, che il Polo, oggi CREA, è partecipato dall’ateneo senese, ma ha sempre avuto un bilancio autonomo e non ha finalità accademiche, proprie, invece, dei poli universitari”. Risorse. “La nuova struttura - aggiunge Pollara - conta su risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana, che andranno a coprire, in parte, anche il completamento del recupero della sede, un tempo scuola professionale, dopo il primo sostanziale intervento che ha portato all’apertura del Polo nel 2004.

Torneranno, quindi, a nuova vita il piano interrato, dove ci sono ancora i vecchi laboratori, e la parte sul retro, che si affaccia sull’area dove c'era il vecchio campo sportivo di S.Agostino. I lavori sono già iniziati e contano anche sul supporto economico del Comune di Colle di Val d’Elsa, grazie al contributo della Fondazione Mps. La Regione coprirà, con un cofinanziamento, anche una parte delle spese per l’acquisto delle attrezzature, con una quota pari a circa l’80 per cento, mentre il restante 20 per cento sarà garantito dalle imprese che hanno già aderito, o che aderiranno, al Centro di ricerca, fra cui la Pramac di Casole D'Elsa e la Novartis di Siena”. Formazione e impresa.

“Il CREA - continua il presidente – è già diventato un punto di riferimento importante per collegare il mondo accademico con le esigenze delle imprese, grazie alla collaborazione professionale e competente di numerosi docenti dell'Università di Siena. L'Ateneo senese, infatti, ha confermato l’impegno a sviluppare la collaborazione con la nuova struttura, quale momento importante per trasferire il sapere dal mondo della ricerca a quello dell'impresa. In questa prospettiva, l'Università di Siena e il Centro di ricerca hanno già condiviso il recente trasferimento a Colle di Val d’Elsa della sede principale e dei ricercatori del CRISMA, il Centro ricerca interuniversitario su sistemi medici avanzati diretto da Rolando Barbucci, professore ordinario di chimica dell’Università di Siena”. “Da ottobre - conclude Pollara - la struttura del CREA ospiterà anche i corsi di formazione dell'Istituto Tecnico Superiore ITS ‘Energia e Ambiente’, scuola di specializzazione post diploma sostenuta dai fondi messi a disposizione dal Ministero dell'istruzione, dell’Università e della ricerca e promossa da soggetti pubblici e privati delle province di Siena, Arezzo e Grosseto.

Con le due strutture, favoriremo sempre di più l’integrazione e lo sviluppo delle conoscenze sul fronte della green economy, guardando al futuro stando attenti alla formazione dei giovani e alle esigenze del mondo dell’impresa”.

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