Infortuni, + 6.8% fra le lavoratrici immigrate

L’unico dato peggiorativo, nel rapporto, è quello riguardante gli infortuni sul lavoro tra gli immigrati. Si è passati dai circa 119mila infortuni del 2009 ai 120mila del 2010, con un incremento dello 0,8%

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2011 19:15
Infortuni, + 6.8% fra le lavoratrici immigrate

Firenze - Nel 2010, secondo i dati INAIL, calano i morti sul lavoro del 6,9% rispetto al 2009 e gli infortuni dell'1,9%. Risultato indubbiamente positivo. L’unico dato peggiorativo, nel rapporto, è quello riguardante gli infortuni sul lavoro tra gli immigrati. Si è passati dai circa 119mila infortuni del 2009 ai 120mila del 2010, con un incremento dello 0,8%. Ma ciò che drammaticamente emerge è il dato relativo agli infortuni fra le lavoratrici di origine immigrata, per le quali si è registrato un aumento del 6,8%.

Circa il 40% degli infortuni sul lavoro fra gli stranieri viene denunciato ogni anno da lavoratori originari di Romania, Marocco e Albania. I dati esposti sono rilevati su base nazionale. Una riflessione, tuttavia, può essere condotta e riportata su scala regionale. Il dipartimento Lavoro e Welfare e il dipartimento immigrazione IDV Toscana hanno infatti organizzato in diverse province, a partire dal 2011, momenti di riflessione e convegni in cui il tema del rispetto dei diritti dei lavoratori è stato messo in relazione con la precarietà vissuta nei luoghi di lavoro da parte dei soggetti migranti.

Da tali incontri è emerso come la peggiore crisi economica degli ultimi 100 anni e la difficoltà per le aziende a rimanere sul mercato in maniera stabile abbiano acuito il fenomeno delle condizioni di lavoro precarie anche in Toscana. Nella situazione descritta la fascia dei lavoratori migranti è quella maggiormente esposta agli effetti di tali eventi negativi, non avendo la protezione sociale della famiglia o delle reti di relazioni sui territori. Questo rende il lavoratore maggiormente ricattabile, e con minore capacità di rivendicare i propri diritti.

Come IDV pensiamo che il nostro impegno debba andare per l’affermazione della legalità e rispetto delle regole e dei diritti previsti nei contratti, verso il contrasto ai fenomeni di distorsione del mercato ai danni dei lavoratori (ad esempio il fenomeno del caporalato); pensiamo che sia necessario promuovere e favorire percorsi formativi all’interno delle imprese mirati sui bisogni specifici avanzati dai lavoratori, considerandone le necessità specifiche (ad esempio miglioramento della capacità di comprensione della lingua e delle procedure) e da una adeguata preparazione a gestirne le eventuali criticità (con miglioramento delle competenze interculturali).

Alcuni degli aspetti indicati sono già adempimenti previsti dalla normativa vigente, e che come tale non solo va rispettata ma è necessario garantirne la massima efficacia. Risposte di carattere generale quelle indicate, da applicare con competenza e metodo col fine di calarle in maniera adeguata alle diverse realtà lavorative,per favorire la diminuzione degli infortuni nei luoghi di lavoroRoberta Papi – Resp. Dip. Immigrazione IDV ToscanaRoberto Rizzo – Resp. Dip. Lavoro e Welfare IDV Toscana.

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