Mistero sugli incentivi alle rinnovabili

Nella bozza della manovra inviata dal Ministero dell'economia al Quirinale figura il taglio del 30% della voce 'agevolazioni' - nella quale è sono compresi anche gli incentivi alle fonti rinnovabili - della bollette della luce e del gas

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2011 19:02
Mistero sugli incentivi alle rinnovabili

Firenze - Nella bozza della manovra inviata dal Ministero dell'economia al Quirinale figura il taglio del 30% della voce 'agevolazioni' - nella quale è sono compresi anche gli incentivi alle fonti rinnovabili - della bollette della luce e del gas. Ma il ministro per lo sviluppo, Paolo Romani, e quello dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, smentiscono che la norma sia stata inserita nel provvedimento. "Questo Governo completamente squinternato, in malafede e privo di bussola e strategia, ci riprova, di nuovo con un blitz dell'ultimo minuto, di nuovo con lo stile della furbizia" - è il commento del Consigliere Regionale FdS/ Verdi Mauro Romanelli, alla notizia del taglio del 30% degli incentivi alle energie rinnovabili. "Dopo il pessimo decreto Romani, che mise in allarme tutto il settore e il sistema bancario nazionale, e che il Governo si è dovuto in grande parte rimangiare, ricoprendosi di ridicolo in tutta Europa e oltre - prosegue Romanelli - rieccoci di nuovo, e per giunta dopo lo stop clamoroso dato dagli italiani al nucleare, con una valanga di sì all'ultimo referendum.

Le argomentazioni, senza fantasia, sono sempre le stesse: il risparmio in bolletta. Come sappiamo, esso è davvero irrisorio, a fronte del rischio di penalizzare l'unico settore che negli ultimi anni è cresciuto creando quasi duecentomila posti di lavoro e un fatturato di miliardi di euro" "Anzi, come è stato recentemente chiarito, non è neppure vero che ci sarebbe un aggravio, pur minimo, della bolletta, ma sarebbe vero il contrario: il solare, funzionando, come è ovvio, di giorno, provvede proprio a fornire l'energia nelle ore di picco dei consumi, rendendo inutili le centrali a turbogas a rapida accensione, inquinanti e costosissime, che fino ad oggi avevano provveduto allo scopo.

Forse è questo che dà fastidio, è questo il motivo di tanto accanimento, nascondendosi dietro la scusa, infondata, di far risparmiare i cittadini? Presenterò una Mozione in Consiglio Regionale e ci muoveremo con tutti i mezzi democratici per impedire questo ennesimo attacco al futuro del Paese" - conclude Romanelli. “L'emendamento che taglia del 30% tutti gli incentivi in bolletta è insensato e rischia di ammazzare un settore, quello delle rinnovabili, che stava recuperando i ritardi del passato e sul quale sta puntando il mondo intero – si legge in una nota del Wwf -.

Il provvedimento annunciato è del tutto privo di senso in quanto mette sullo stesso piano le rinnovabili e altre voci ormai desuete, arretrate e frutto di rendita di posizione che pesano davvero, e inutilmente, sulla bolletta. E' il chiaro segno di una politica che non sa scegliere e fare il suo mestiere. Noi chiediamo che si taglino le voci vecchie e ingiustificate della bolletta elettrica, voci che nascondono vere situazioni di privilegio e parassitismo: dagli aiuti alle assimilate (prodotti di raffineria inclusi) con il famigerato CIP6, ai regali a grandi consumatori come premio per l'interrompibilità della fornitura, una voce che costa in bolletta circa 600 milioni di euro l'anno e che non ha senso oggi che la capacità di produzione elettrica è il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto; per non parlare delle compensazioni per il nucleare ormai chiuso 24 anni fa, e altre voci che certamente si scoverebbero nella "giungla" intricatissima bolletta.

Non vanno invece tagliati gli incentivi che garantiscono una leva di sviluppo rispetto agli scenari economici e ambientali futuri sia italiani che europei, in primis quelli alle fonti rinnovabili, tanto più che è di soli pochi mesi fa il provvedimento che ha messo pesantemente mano sulla materia, decurtando molti dei benefici già previsti. Continuare a tagliare il settore che, secondo tutti gli scenari energetici, si deve espandere in modo esponenziale non solo è sbagliato, ma costituisce anche un pessimo segnale per gli investitori: le conseguenze di tale "politica dell'annuncio" potrebbero essere gravissime, e il Paese rischia di pagarle per molti anni”.

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