Medu e l'insediamento rom di Ponte a Quaracchi

Pubblichiamo la lettera giunta questo pomeriggio alla redazione di Nove di 'Medici per i diritti umani' sul prossimo sgombero dell'insediamento rom di Ponte a Quaracchi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 maggio 2011 20:16
Medu e l'insediamento rom di Ponte a Quaracchi

La lettera di Medu: Da circa tre settimane è affissa all'esterno dell'insediamento rom di Ponte a Quaracchi un'ordinanza del Comune di Sesto Fiorentino; si dice che il 30 maggio alle ore 9.00 l’area deve essere abbandonata dagli“occupanti abusivi”. Non sarebbe la prima volta che le forze dell'ordine e l’azienda incaricata della raccolta rifiuti intervongono per queste operazioni; l'ultima è stata nel gennaio 2010 nell'area ex Osmatex: un intervento violento con le ruspe che distruggono ogni cosa incontrino (baracche, vestiti, giocattoli, medicinali o pentole).

E la presenza di esseri umani è sempre vista più che altro come impedimento alla bonifica e al riutilizzo dei terreni. Questo recita anche l'attuale ordinanza: con le persone non è possibile rimuovere i rifiuti ed effettuare gli interventi di messa in sicurezza (vista la presenza di eternit bruciato durante l'incendio del 31 dicembre scorso); il “pericolo per la sicurezza e l'incolumità pubblica”, si dice, non è limitato ai soli occupanti, ma esiste anche per coloro che vivono o lavorano nell’area.

Oggi come allora le Istituzioni, prima di disporre lo sgombero, non si sono preoccupate di conoscere le persone che hanno trovato rifugio in quella “discarica a cielo aperto”, né di capire perché insistano così ostinatamente a rimanere nelle nostre città, anche se periodicamente cacciati da un luogo all'altro in condizioni sempre peggiori. Non è sempre stato così, le Istituzioni locali hanno affrontato in passato altre migrazioni (ad esempio con i rom dal Kosovo e dalla Macedonia) con atteggiamenti diversi e buoni risultati.

L'ordinanza indica la presenza di 30 persone, delle quali, si dice, non è possibile “una puntuale identificazione”. La documentazione clinica di MEDU dice che la maggior parte delle famiglie sono stanziali e vivevano negli insediamenti oggetto di sgombero negli anni passati. La Regione Toscana ha avviato a inizio anno un tavolo con i Comuni limitrofi: si è giunti a poco, se non a disporre risorse economiche per il rimpatrio dei rom in condizioni più difficili, ma a oggi non si ha notizia di contatto con gli occupanti. La situazione attuale non è sostenibile e si sarebbe dovuto trovare una soluzione alternativa e allontanare gli occupanti fin dal 31 dicembre scorso ma, a cinque mesi di distanza, pare che lo sgombero sia l’unica soluzione, ancora una volta violando i diritti dei rom: la normativa internazionale indica come lo sgombero debba seguire un dialogo con gli occupanti e prevedere proposte alternative a breve e lungo termine.

Se così non fosse la sfida sarà persa e un’esistenza dignitosa, l'istruzione per i bambini, la salute per le persone più vulnerabili resteranno parole. Ma si tratta di diritti fondamentali e, nell'interesse di tutti, non devono ammettere deroghe alla loro attuazione. Per loro stessa definizione. Medici per i Diritti Umani Onlus - Firenze

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