Fotovoltaico e rinnovabili, 'L’Italia rischia una figuraccia internazionale'

Il Centrosinistra unito manifesta a favore del fotovoltaico: “Il decreto Romani sta producendo già effetti drammatici. Blocco di miliardi di investimenti e migliaia di casse integrazioni già annunciate”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2011 15:51
Fotovoltaico e rinnovabili, 'L’Italia rischia una figuraccia internazionale'

Oggi tutto il centrosinistra, Pd, Idv, Sinistra Ecologia e Libertŕ, Federazione della Sinistra, Partito Socialista, Verdi, insieme a Legambiente, WWF, Francesco Meneguzzo, ricercatore Cnr, promotore dell’appello Sos Rinnovabili, Fabio Roggiolani, Presidente del Consorzio Foreever, e operatori del settore, hanno manifestato davanti alla Prefettura di Firenze con uno striscione con scritto “NON SPENGIAMO IL FUTURO”, e un piccolo pannello solare dimostrativo. La manifestazione č stata promossa dai Verdi della Toscana, rappresentati dal Consigliere Regionale Mauro Romanelli. Presenti per la Federazione della Sinistra la Capogruppo Monica Sgherri, per il Pd Vincenzo Ceccarelli Presidente della Commissione Ambiente del Consiglio, per l’Idv il Consigliere Marco Manneschi, per il Ps Pieraldo Ciucchi, per Sinistra Ecologia e Libertŕ i Portavoce Regionali Maurizio De Santis e Beppe Brogi, Piero Baronti per Legambiente. Molto preoccupato anche il presidente di Legambiente che si dichiara deluso da questa scelta sbagliata di chiudere il rubinetto per l'energia alternativa a vantaggio di soluzioni paventate quali la deviazione sul nucleare: "Si colpiscono tutte le ramificazioni, dal solare al mini-idrico, impedendo di fatto la crescita e lo sviluppo controtendenza rispetto all'estero di una strada intrapresa a fatica dall'Italia che ci vede da sempre in prima linea" “Il blocco al 31 maggio del terzo conto energia, varato appena sei mesi fa, ad Agosto, e che doveva durare tre anni, č innanzitutto un colpo alla credibilitŕ e all’affidabilitŕ del Paese in sede europea, e presenta profili di incostituzionalitŕ gravi relativi alla certezza del diritto che viene lesa in maniera evidente.

Il fatto poi che la potenza incentivabile abbia un tetto e che gli incentivi saranno stabiliti anno dopo anno, impedisce qualsiasi pianificazione degli investimenti e la possibilitŕ di prospettare all’utente un piano di rientro delle spese e una convenienza certa a scegliere la strada dell’energia pulita. Il decreto inoltre non rispetta il dibattito svoltosi nelle commissioni parlamentari e il parere delle Regioni a cui era stato prospettato un intervento del tutto diverso: oltre che nel merito, il Governo conferma, in questo campo come purtroppo in molti altri, uno stile poco rispettoso, fatto di blitz e colpi di mano, che gettano nell’incertezza e nello sconcerto le altre istituzioni e la societŕ civile”. Nove da Firenze ha incontrato anche i rappresentanti delle Aziende attive nel settore riscontrando come la preoccupazione sia riversata sull'arretramento immediato da parte degli Itstituti di Credito che non copriranno piů le spese messe in preventivo: "Non sarŕ possibile fare un piano investimenti - ci spiega Leonardo Bertini esperto regionale nel settore fotovoltaico - e neppure poter coprire le eventuali commissioni giŕ partite, perché senza l'appoggio delle Banche non si possono prospettare i lavori e le opere richiesti all'indotto operaio dagli elettricisti ai tecnici specializzati.

Il costo vivo del solo pannello č pari al 60% del lavoro finito e non potendo attingere ad un fondo utile per il materiale primario non č concepibile poter consegnare gli impianti finiti con conseguente allacciamento di Enel. Salteranno posti di lavoro, ma anche le Aziende sono a rischio non potendo piů puntare su una promozione mirata del settore" di Antonio Lenoci

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