De Zordo: ''A cantieri aperti ecco i limiti di un progetto dannoso''

Cittadini abbandonati ai loro disagi, l'inquinamento è top secret. Alta Velocità. Dati non disponibili, mancata trasparenza, pozzi inesistenti, smaltimento fuori norma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2011 14:25
De Zordo: ''A cantieri aperti ecco i limiti di un progetto dannoso''

"I cantieri dell'Alta velocità ferroviaria sono aperti da mesi e lavorano ormai a pieno ritmo. Uno dopo l'altro tutti i limiti del progetto stanno venendo fuori esattamente come avevamo previsto insieme al Comitato contro il sottoattraversamento. A partire dal ruolo dell'Osservatorio Ambientale che dovrebbe 'seguire i lavori assicurandone la conformità alle prescrizioni della procedura di VIA...e procedere alle verifiche sull'attuazione del progetto esecutivo sotto il profilo ambientale attraverso il controllo mediante piani di monitoraggio' ".

Lo ha detto Ornella De Zordo capogruppo di perUnaltracittà presentando oggi il Dossier Cantieri Tav sull'apertura dei cantieri nella città di Firenze insieme all'ingegner Massimo Perini e Tiziano Cardosi del Comitato. "Nessun rispetto per le prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale - hanno detto - i pozzi e le pompe previsti per limitare i danni alla falda non vengono costruiti, gli ampi residui degli scavi vengono smaltiti irregolarmente, i dati sull'inquinamento non sono pubblici e migliaia di cittadini subiscono ogni giorno disagi a cui nessuno risponde.

Il sindaco e la giunta erano stati invitati dal Consiglio a compiere determinati atti di controllo sette mesi fa. Niente è stato fatto" "A questo punto risulta chiaro che questo intervento pesantissimo in termini di impatti per la città, viene portato avanti senza riguardo per le elementari garanzie di sicurezza e vivibilità dell’ambiente circostante, senza che neanche le (insufficienti) prescrizioni dell’Osservatorio Ambientale siano rispettate, senza controlli e senza trasparenza, come mostra il sito dell'Osservatorio stesso.

Nessuna amministrazione pubblica alza un dito per difendere la salute e la sicurezza dei cittadini che sono – come ampiamente previsto – lasciati soli e indifesi di fronte all’arroganza dei grandi interessi. Ecco in dettaglio i contenuti del Dossier Cantieri Tav COSA CONTROOLLA L'OSSERVATORIO AMBIENTALE ? Cominciano i lavori dello “scavalco”, opera accessoria del sottoattraversamento e di minor impatto del tunnel, e si cominciano a verificare lesioni agli edifici (via Fanfani), alterazioni del livello di falda, allagamenti negli scantinati e nei sottopassi (via Reginaldo Giuliani).

Questo effetto era previsto dalla Valutazione di impatto ambientale (“questo può determinare un innalzamento del livello di falda a monte dell’opera dello scavalco, con il rischio di aumento del livello di umidità nei locali interrati, ove non addirittura di allagamenti. A valle è invece lecito attendersi una diminuzione del livello di falda che potrebbe comportare problemi di cedimenti in presenza di strati di terreni compressibili” - decreto Ministero dell’Ambiente 23 giugno 2005). Lo stesso decreto prescrive prima della esecuzione delle opere l’elaborazione di un modello di simulazione degli effetti mitigativi indotti dalla soluzione progettuale nei confronti della circolazione della falda, nonché un continuo monitoraggio.

La verifica del rispetto delle prescrizioni, oltre che l’attività di monitoraggio, è affidata all’Osservatorio Ambientale, organismo di nomina ministeriale, composto da 6 membri, che difficilmente potrà svolgere attività di tale portata, ed infatti non risulta che abbia verificato nulla: non una parola neanche in presenza degli allagamenti. Ma allora chi controlla? E comunque cosa fa il comune, che dovrebbe prima di tutto garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini? I POZZI E LE POMPE, PREVISTI MA INESISTENTI Sempre per evitare gli effetti dovuti all’alterazione del livello di falda, il parere dell’Osservatorio Ambientale sul progetto di sottoattraversamento prescrive la realizzazione di batterie di pozzi a monte e a valle con sistemi meccanici (pompe) che portano l’acqua da monte a valle delle paratie che si stanno realizzando e che creano ostacolo al normale deflusso della falda.

Di queste batterie di pozzi non si hanno notizie, anzi non c’è neanche il progetto, che avrebbe dovuto essere approvato dall’Osservatorio Ambientale. Però i lavori vanno avanti. Cosa si aspetta a fermare tutto e ad imporre a Nodavia quanto meno la correttezza nel rispetto delle prescrizioni? VOLUME PERSO IN CURVA OLTRE I LIMITI Calcoli fatti da tecnici indipendenti, sulla base dei dati tecnici relativi alla "talpa" usata per lo scavo e del tracciato di progetto, dimostrano come in certi casi (in particolare nelle curve) il dato che influisce sulle deformazioni in superficie (al netto degli incidenti, degli imprevisti e delle sorprese sempre possibili) il cosiddetto "volume perso", sarà superiore al limite posto dall'Osservatorio, oltre il quale scatta il blocco dei lavori.

Ci troveremo quinid nella condizione di iniziare un lavoro e poi non poterlo più proseguire, se non derogando dai limiti di sicurezza imposti, con gravi pericoli per la stabilità degli edifici vicini allo scavo? CONTROLLI ASSENTI SUI RIFIUTI CONTAMINATI Il terreno di scavo proveniente dallo scavalco è stato scaricato in un sito non autorizzato e non idoneo, vicino a Scarperia, che è già stato sequestrato dalla Magistratura. Come successo già in Mugello, l’arroganza degli esecutori della “grande opera” li porta all’inosservanza delle norme basilari in campo ambientale.

Eppure ancora una volta il decreto VIA lo dice chiaramente: “i fanghi di perforazione, oltretutto contaminati da polimeri (seppur biodegradabili), da bentonite e/o altri additivi, sono da considerare rifiuti e come tali vanno gestiti”. Chi ha controllato le modalità di gestione di tali rifiuti? Si deve sempre aspettare l’azione (necessariamente a posteriori) della Magistratura? LO SMALTIMENTO DEL MATERIALE SCAVATO Il materiale proveniente dallo scavo è da considerarsi come rifiuto: si tratta di 3 milioni di metri cubi che probabilmente diventeranno 4.

Dove si intende conferire questa enorme quantità di materiale visto che ad oggi c'è l'autorizzazione solo per Santa Barbara (e solo per metà) che non può ricevere riufiuti ma solo terre di scavo ? Come si intende affrontare questo problema, trovando una nuova discarica? DISAGI DEI CITTADINI IGNORATI Nei pressi dei cantieri aperti, ancora per lavori “propedeutici”, sia a Campo di Marte che ai Macelli e a Castello-Rifredi, ci sono continue segnalazioni dei cittadini in merito a rumori, polveri, traffico pesante, sporco sulle strade, impedimenti alla circolazione.

E ancora i lavori veri e propri non sono cominciati. Chi nell’amministrazione Comunale si fa carico di dare risposte ai cittadini? I DATI SULL'INQUINAMENTO NON SONO DISPONIBILI Il consiglio comunale ha bocciato la proposta di effettuare controlli da parte della polizia municipale, e di rendere pubblici i dati delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria in tempo reale. Quindi la maggioranza di Palazzo Vecchio si rende conto che in tal modo non favorisce la tasparenza dei dati ? IL CONSIGLIO IMPEGNA LA GIUNTA... Nel luglio 2010 il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno, presentato da perUnaltracittà, che impegnava la giunta ad intervenire con urgenza con tutte le iniziative necessarie presso l’Arpat e la Regione Toscana, perché venga destinato personale tecnico Arpat in numero adeguato per il monitoraggio e i controlli dei cantieri dell’Alta Velocità di Campo di Marte, dell'area ex Macelli e dello Scavalco; a chiedere alla Giunta Regionale Toscana un impegno particolare affinché ARPAT prepari un progetto, finanziato dalla stessa Regione, nel quale dovranno comparire (come già previsto dalla ASL per la prevenzione sicurezza dei cantieri) con certezza il numero dei Tecnici di Prevenzione con qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria che effettueranno in maniera continua ed esclusiva i controlli sui cantieri in ordine allo smaltimento dei rifiuti, allo scarico delle acque reflue, al rispetto della normativa sul rumore e al rispetto delle Ordinanze del Sindaco soprattutto in materia di polveri e rumore; ad assicurarsi che il personale ARPAT sia dotato di mezzi ed automezzi adeguati ad effettuare i controlli in galleria (come già previsto per il personale della UF di Prevenzione e Sicurezza sui luoghi di Lavoro della ASL).

Il sindaco si è attivato nel perseguire queste prescrizioni del Consiglio comunale? E se sì quali sono i risultati tangibili di tali azioni?

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