Procura: niente più arresti di clandestini a Firenze

Interpreta in maniera tollerante la legge sull'immigrazione che prevede l'arresto per i clandestini. On. Morganti (Lega): “Allibisco alla decisione. Scelta vergognosa”.

Redazione Nove da Firenze
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21 gennaio 2011 19:36
Procura: niente più arresti di clandestini a Firenze

Una circolare, inviata dal procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, interpreta in maniera tollerante la legge sull'immigrazione che prevede l'arresto per i clandestini. Di fatto la circolare della Procura ha stabilito che non sarà più possibile l'arresto "automatico" degli stranieri. La decisione ha attirato immediatamente sul Tribunale di Firenze le polemiche che si porta sempre dietro la legge sull'espulsione degli immigrati. «Allibisco alla decisione di Quattrocchi –chiosa l'eurodeputato Morganti– e, soprattutto, mi stupisco della volontà personale di un Procuratore Capo di rendere la città di Firenze meno sicura.

Chi entra nel nostro Paese dovrebbe essere in possesso di regolare permesso di soggiorno, altrimenti ha già commesso un reato. In altri Paesi come Gran Bretagna, Francia e Germania è previsto lo stesso reato. Solo in Italia possono succedere queste azioni. Chi viene meno al rispetto della legge Bossi-Fini si rende complice della delinquenza cittadina. Informerò personalmente il Ministro dell'Interno Roberto Maroni su quanto accaduto. L’introduzione del reato di immigrazione clandestina in Italia, fortemente voluto dal ministro Maroni, tende proprio ad evitare che la direttiva rimpatri potesse trovare una effettiva applicazione nel nostro Paese.

La Direttiva 2008/115/CE sui rimpatri, all’art. 2.2, prevedeva, infatti, che “Gli Stati membri possono decidere di non applicare la presente direttiva ai cittadini di Paesi terzi: a) sottoposti a respingimento alla frontiera conformemente all’articolo 13 del codice frontiere Schengen ovvero fermati o scoperti dalle competenti autorità in occasione dell’attraversamento irregolare via terra, mare o aria della frontiera esterna di uno Stato membro e che non hanno successivamente ottenuto un’autorizzazione o un diritto di soggiorno in tale Stato membro;
b) sottoposti a rimpatrio come sanzione penale o come conseguenza di una sanzione penale, in conformità della legislazione nazionale, o sottoposti a procedure di estradizione». Di tutt'altro tenore il commento di Marco Manneschi, vicecapogruppo in Consiglio regionale, secondo cui la mossa di Quattrocchi «richiama al rispetto delle fonti del diritto comunitario».

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