Vespa incalza e Renzi: ''Così mi perdo gli elettori in prospettiva''

L'occasione per presentare l'ultima opera editoriale di Bruno Vespa diventa una puntata di 'Porta a Porta' a casa di Renzi. Presente anche il direttore de La Nazione Mascambruno. Nessuna confessione, ma tanti indizi. Tutti d'accordo: non si voterà a breve

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2011 10:58
Vespa incalza e Renzi: ''Così mi perdo gli elettori in prospettiva''

Il libro di Bruno Vespa "Il Cuore e la Spada" un tomo di 800 pagine di Storia italiana scritte con l'inchiostro attento del noto giornalista televisivo, è lì sul tavolone rosso nella Sala degli elementi di Palazzo Vecchio. Il sindaco Matteo Renzi lo fa proprio ed inizia a sfogliarlo, ma quel che interessa realmente a Vespa sono i sogni futuri del giovane Matteo. "Cosa vuoi fare da grande?" domanda Vespa al suo ospite. Renzi sorride e parte con un discorso politichese che unisce la decadenza di un partito sempre uguale a se stesso, dall'avvento del Berlusconismo in poi, a piccoli aneddoti fiorentini.

"Vedete il problema è che quando dici le cose poi.. Berlusconi ammette dopo 16 anni di non essere riuscito a cambiare l'Italia e questo è preoccupante.. noi ad esempio stiamo facendo una cosa molto carina, abbiamo diviso la città in 100 luoghi sui quali metteremo fattivamente mano per cambiarne l'aspetto in meglio. Certo per migliorare Firenze ci vuol un gran lavoro, non è, con tutto il rispetto, come migliorare Udine o Crotone.. e così mi son perso anche gli lettori in prospettiva". "In prospettiva.." è il labiale di Vespa verso il pubblico mentre Renzi continua a saltellare tra le piazze fiorentine e l'Italia Unita, parlando di leader senza valore di rappresentanza o dalla casacca a doppia faccia, come Gianfranco Fini che il sindaco nuovamente attacca e ritiene personaggio scomodissimo a reggere le redini di una crociata anti Silvio. "Questo era il discorso di presentazione per la candidatura a segretario del partito - incalza Vespa - leader dell'opposizione, avversario di Silvio Berlusconi o chi per lui, forse Angelino Alfano". "Io non ci penso proprio a fare il Presidente del Consiglio" dichiara Renzi.

"Attenzione ora si allunga il naso" risponde di stoccata Vespa, ma Renzi respinge il colpo con un "Potrebbe crescere visto che il Gatto e la Volpe son già dall'altra parte del tavolo e così mi son riservato la parte più bella del libro". Ma non finisce così "Perché poi dovete capire - continua Renzi - che la mia volontà di aiutare i giovani del partito a sviluppare e mettere in pratica le nuove idee è un percorso che chiunque può fare e non vedo perché un sindaco non lo possa fare, lo abbiamo fatto alla Leopolda con Civati ed in quell'occasione sono mancati dei giovani esponenti del partito come il Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia che per aver eliminato il vitalizio dei consiglieri è a tutti gli effetti un 'rottamatore' anche se non era con noi.

A me piacerebbe che Firenze diventasse un banco sperimentale per la nuova politica nazionale" Alcuni dei presenti applaudono alle battute che vedrebbero Renzi in corsa per la carica di primo Ministro ("sei come Tony Blair" dirà Vespa) ed il sindaco placa gli animi "Ragazzi, poi pensano che abbia portato i parenti da casa". "Sono amico di Bersani - spiega Vespa - e quindi non mi permetto di scalzarlo dal ruolo che gli è stato affidato, ma se non adesso, visto non credo che si voterà a breve termine, sicuramente nel futuro prossimo, Renzi, assieme a Vendola è uno che può lanciare l'OPA per una leadership" Si candida o non si candida il giovane Matteo? Questo il tema della 'puntata' di Porta a Porta a Palazzo Vecchio.

E il libro di Vespa? Renzi lo ha sfogliato per 60 minuti e si è fermato all'ultima pagina citandone il finale che intravede un futuro difficile per i figli dell'epoca nuova. Un classico intramontabile "del diman non v'è certezza" "Berlusconi non lo si butta giù con la congiura di Palazzo" ha ripetuto a più riprese il padrone di casa, lasciando ad intendere, neanche poco, di avere la ricetta giusta per il dopodomani, ma declinando l'invito e giocando la carta della "Donna al Governo", con un braccio allungato sul tavolo ed uno a sostenersi il capo, nella posa meno convinta che si possa immaginare. Antonio Lenoci

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