Alberi da sostituire. Renzi: ''I pini non vanno bene in città''

Il sindaco di Firenze ha dettato le prossime mosse amministrative per far fronte alle emergenze. Dalla "Sala delle Sale" con occhi sulla città ad una nuova strategia di intervento, fino alla mappatura del verde che dopo la Tramvia si scontra con la neve

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2010 16:02
Alberi da sostituire. Renzi: ''I pini non vanno bene in città''

La nevicata di venerdì 17 dicembre resterà nella memoria dei fiorentini, come il discorso del sindaco Matteo Renzi capace di assumersi colpe e responsabilità dicendo "Ho sbagliato" non mancando però di indicare situazioni e soggetti che hanno contribuito al collasso del traffico e della gestione dell'emergenza cittadina. Tra i tanti a farne le spese è stato un povero cittadino, rammentato da Renzi verbale alla mano, multato in divieto di sosta presso piazza Santa Trinita alle 12 e 04, e reo di aver bloccato i bus.

Trovata così, forse, la safety car che ha mandato in tilt il muretto di Ataf e compromesso la strategia dei pit stop per il cambio gomme in viale dei Mille. L'esponente del centro-destra Giovanni Galli ha ironicamente riletto in Aula durante il Consiglio comunale dedicato all'emergenza (il day after after, ndr) il discorso che lo stesso sindaco in carica lesse dopo la nevicata del 18 dicembre 2009; simili le conclusioni, pressoché identica l'assunzione di colpe, finale a sorpresa? "Faremo in modo che una situazione simile non si verifichi più".

Idem. L'attenzione del primo cittadino è andata anche al verde pubblico. "I pini marittimi non vanno bene per Firenze, già il fatto che si chiamino marittimi..", ma dai banchi del Partito Democratico si è alzata la voce di un potenziale dissidente "domestici!". A prescindere dal nome specifico, Matteo Renzi dichiara aperta la caccia ai Pini sventra strade, perché parla anche delle buche lungo le direttrici principali, e pericolo permanente per i passanti.

"Il 90% erano stati potati" assicura, nonostante questo ne sono caduti in parte o interamente parecchi, troppi. La memoria di alcuni solerti cittadini torna ai tempi delle prime schermaglie tramviarie, quando per un pino si arrivava a bloccare una strada con le Forze dell'Ordine. Vi ricordate Antonio Laganà? L'albero occupato, la tenda, le notti insonni, una telefonata di Fausto Bertinotti, la scala e i bisogni fisiologici.

Da via del Sansovino al viale Morgagni, fino a viale Giannotti un brulicare di ambientalisti contro la strana coppia Giuseppe Matulli - Claudio Del Lungo, l'uno, vicesindaco Assessore alla Mobilità e promotore della "Cura del Ferro" l'altro, Assessore all'Ambiente e ideatore dei concorsi per la ripiantumazione dei viali con nuove specie di alberi definiti per lo più "menomati", se non "nanetti da giardino" o semplicemente "paletti di legno" molti dei quali rimasti allo stato di origine, altri cresciuti a ridosso dei balconi, qualcuno seccato in anticipo e fuori stagione ma solo agli occhi dei meno esperti. Era di quei giorni la redazione di un faldone immenso ad opera dei tecnici del Comune con centinaia di alberi fotografati e catalogati uno, per uno.

Gli stessi alberi che in strada erano cinti di striscioni e cartelli che invitavano i taglialegna a mantenere le distanze. Adesso si torna a mettere mano alla Mappa delle alberature. Ma cosa ci facevano lì? Non son stati neppure capaci di resistere alla neve. "Caso del tutto eccezionale più unico che raro, 25 centimetri di neve non si erano mai visti" una giustificazione per chi ha gestito male la vicenda, una condanna per il verde pubblico. Dovevano 'cadere delle teste', cadranno altri alberi.

Punti di vista. Circostanze diverse, amministratori cambiati. I pini superstiti ringraziano per la protratta 'ora d'aria' e si avviano sui viali del tramonto a salutare Firenze, che ancora una volta ama ed odia, a periodi, con stima ed alternata devozione, coloro che le hanno reso un servigio. Antonio Lenoci

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