Governo Berlusconi: fiducia a Camera e Senato. Fini giovedì a Firenze

Il Governo Berlusconi ottiene la fiducia al Senato (162 sì, 135 no, 11 astenuti) ed alla Camera (314 i no alla mozione di sfiducia, 311 i sì e 2 astenuti). Scontri a Roma fra studenti e forze dell'ordine a presidio dei palazzi istituzionali.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2010 14:39
Governo Berlusconi: fiducia a Camera e Senato. Fini giovedì a Firenze

Il Governo Berlusconi ottiene la fiducia al Senato (162 sì, 135 no, 11 astenuti) ed alla Camera (314 i no alla mozione di sfiducia, 311 i sì e 2 astenuti). Ma il clima resta incandescente, dentro e fuori i palazzi del potere. In questi momenti si registrano infatti scontri nel centro di Roma, vicino a Montecitorio e Palazzo Madama, fra studenti e forze dell'ordine. "Anche questa volta chi ha voluto agire avendo come unico obiettivo politico la distruzione, la testa di Silvio Berlusconi e il sabotaggio della grande casa comune del centrodestra, il Pdl, se ne esce con le ossa rotte.

Anche questa volta chi ha pensato di diventare forza di governo non attraverso il consenso popolare, ma cercando di mettere fuori gioco gli avversari politici, fallisce miseramente. Contrariamente al disegno di Fini e a quanto i più acuti osservatori affermavano fino a pochi giorni fa, il governo si visto infatti rinnovare la fiducia del Parlamento". Così Stefano Mugnai del Pdl. "Da questo pomeriggio colui che è stato il principale regista di questa operazione scellerata, ovvero Gianfranco Fini, non ha più scuse: prenda atto del suo fallimento politico e si assuma le proprie responsabilità rassegnando le dimissioni dallo scranno di Presidente della Camera che occupa ormai indebitamente, non solo perché ha voltato le spalle a chi lo ha eletto, prima i cittadini e poi i parlamentari che gli hanno affidato la terza carica dello stato, ma anche per aver utilizzato il suo incarico istituzionale come una clava per cercare di ribaltare un governo democraticamente eletto" prosegue Mugnai. "Oggi i problemi del paese sono ancora lì, ma c’è una novità: il governo esce rafforzato da questa nuova attribuzione di fiducia che gli è venuta dal parlamento e adesso è pronto a ripartire per lavorare a beneficio esclusivo dell’Italia e degli italiani.

Se poi questo non gli verrà permesso l’unica strada percorribile sarà quella del voto, affidando ai cittadini, come si conviene in ogni democrazia, la scelta del governo cui affidare le sorti del Paese. E a proposito di elezioni anticipate vale la pena fare un’ultima riflessione: non si era mai visto nella storia che il più importante partito dell’opposizione, cioè il Pd, anziché sperare nelle elezioni anticipate le temesse come una somma iattura. Verrebbe da ridere se non ci fosse che in gioco il futuro del Paese" conclude l'esponente del Pdl. "E’ stata una vittoria del Pdl, della Lega Nord e di tutte le persone responsabili, ma in particolare è stata la conferma che la strada tracciata dal presidente Berlusconi è quella giusta.

Con il voto di oggi si è messo fine al tentativo, maldestro e assai pericoloso, di allontanare le istituzioni dal consenso popolare, di separare gli eletti dagli elettori, di tradire il mandato elettorale degli italiani. Il Governo Berlusconi esce rafforzato non solo perché i numeri hanno mostrato la tenuta nonostante ammutinamenti non secondari, ma anche perché la sfida modernizzatrice rappresentata dal Pdl e dalla Lega Nord oggi può aprirsi al contributo di tutti i moderati del Paese mettendo da una parte i richiami trasformisti che ci hanno assediato in questi ultimi tempi.

Quello di oggi è di certo un messaggio di fiducia che fa bene a tutto il centrodestra, in particolare nelle regioni rosse dove siamo chiamati a costruire giorno per giorno l'alternanza alla sinistra senza infingimenti, con decisione e competenza. Il cammino delle riforme continua e chi ci ha fatto perdere tempo prezioso, forse, sarebbe il caso che meditasse un passo indietro. Ogni riferimento all’onorevole Fini e puramente voluto" fa sapere Stefania Fuscagni, portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale della Toscana.

"Una giornata per noi amarissima". Così commenta Valdo Spini, capogruppo di Spini per Firenze, il conseguimento della fiducia da parte del governo Berlusconi. "Ora -aggiunge- bisogna che una sinistra riformista rinnovata diventi protagonista della costruzione di un'alternativa forte al Centro-destra. E' questo l'obiettivo per cui dobbiamo lavorare da subito." Ma la Lega non è fiduciosa "Per il momento il governo può stappare lo spumante, tuttavia lo spettro di una Pasqua senza bottiglia è sempre più vicino.

Il voto di fiducia al governo rappresenta una vittoria politica, ma i soli tre voti di differenza renderanno i futuri lavori parlamentari davvero complicati", ha dichiarato l'onorevole della Lega Nord, Claudio Morganti, alla notizia che, dopo il Senato, anche la Camera ha confermato la fiducia al governo Berlusconi con 314 voti a favore, 311 contro e 2 astenuti. "Si rischia una situazione di "stallo", come è già avvenuto con il governo Prodi. Adesso, o si valuta la possibilità di allargare la maggioranza a chi condivide la priorità di riformare il Paese – in primis con il federalismo – oppure, meglio tornare, quanto prima, al voto alla Camera". I finiani si incontrano a Firenze Sarà proprio la città di Firenze ad ospitare, durante la cena in programma al Sashall, giovedì 16 dicembre (a partire dalle ore 20:30), la prima uscita ufficiale, dopo il voto alla Camera, del presidente, Gianfranco Fini. Insieme al fondatore di Fli, Italo Bocchino (Capogruppo FLI – Camera dei Deputati), Adolfo Urso (Coordinatore Nazionale Fli) e Roberto Menia (Coordinatore organizzativo Fli) e 1200 invitati tra amministratori, iscritti ai circoli di Generazione Italia e simpatizzanti di tutta la Toscana.

Un evento storico per Fli e per i finiani del granducato che parte non a caso dalla Toscana e “da una regione cruciale per il futuro del centro destra – spiega il coordinatore regionale Fli, Angelo Pollina – il tempo ci darà ragione, e darà ragione a chi oggi ha scelto di schierarsi con coraggio per difendere un elettorato smarrito che non sa più riconoscersi nella politica del Pdl. Noi siamo e resteremo nel centrodestra; è lì che siano sempre stati, è lì che staremo dopo il voto di fiducia”.

Una delle priorità di Fli è quella di riportare alle urne il 20% degli elettori che all’ultima tornata elettorale in Toscana si sono astenuti. “Per farlo – sostiene Pollina riprendendo un tema affrontato a Montecatini, in occasione della prima assemblea regionale – dobbiamo tornare alle preferenze. Solo così possiamo ridare la voce agli elettori. In Toscana questa voce è mancata. Ed è proprio per questo che la Toscana è una regione importantissima”. “La Toscana ha risposto molto bene alla sfida prima di Generazione Italia, poi del nascente partito di Futuro e Libertà – commenta il coordinatore vicario, Massimiliano Simoni – Fli ripartirà, anzi è già partito, dalla base della società, ridando voce a chi era stato costretto a tacere, e a chi è stato escluso.

E’ una grande prova per la Toscana e per il centrodestra italiano”.

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