Rocco Papaleo con ''Eduardo: più unico che raro''

Prima all’Excelsior di Empoli lunedì 22 novembre. Ancora aperta la campagna abbonamenti, in cartellone Covatta&Iachetti, Franco Branciaroli, Ennio Fantastichini e Elio.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2010 12:09
Rocco Papaleo con ''Eduardo: più unico che raro''

Eduardo: più unico che raro quattro atti unici di Eduardo De Filippo "Il Dono di Natale", "Filosoficamente", "Pericolosamente" e "La voce del Padrone" nell'interpretazione originale di Rocco Papaleo in scena lunedì 22 novembre alle 21 per il debutto della stagione di prosa del teatro Excelsior di Empoli, promossa dal Comune di Empoli e dalla Fondazione Toscana Spettacolo, con la direzione artistica di Giallo Mare Minimal Teatro. Una minuzia di personaggi che si dibattono in spazi angusti, depositari di umori a volte fugaci, surreali, focosi e poetici.

Persone che s’incontrano, si parlano addosso, si amano e si spiano, cantano e si disperano. Un omaggio al grande Eduardo attraverso quattro tra i suoi più straordinari atti unici. Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia 'Gli Ipocriti'. Il Dono di Natale (1932): siamo al 22 dicembre e Attilio vuole regalare alla moglie, fresca sposina, dei pettini in tartaruga ed oro mentre Emilia vuole regalare al marito una catena d’oro per il suo orologio da taschino. Ma non sempre i sacrifici danno la soddisfazione sperata.

Filosoficamente (1928): un impiegato di modeste condizioni economiche ha due figlie, Margherita e Maria, che, con grande preoccupazione del padre, non si sono ancora sposate. Viene organizzata una festa in casa per permettere alle ragazze di conoscere due spasimanti, Arturo e Vincenzo, che però hanno dei difetti di non poco conto. Questo non impedirà il lieto finale. Pericolosamente (1938): protagonista di questo atto unico è Dorotea, una brava donna, ma con un carattere così impossibile che - a detta del marito Arturo - può essere domata solo a colpi di pistola.

L’arma di cui egli si serve è, naturalmente, caricata a salve, ma Dorotea non lo sa e ogni volta crede di dovere la propria salvezza a un miracolo. E Michele, l’amico arrivato dall’America dopo quindici anni di lontananza, assiste allibito alle continue sparatorie finché, messo da Arturo a conoscenza del gioco, non ne diventa divertito complice. La voce del padrone (1932): la commedia racconta del tentativo di effettuare la registrazione, in sala d’incisione, della canzone Adduormete cu’mme.

Arriva dapprima il tecnico, poi il direttore della sala, quindi il maestro Scardeca, il violinista Attilio, la cantante ‘di strada’ Fiammetta Flambò, il trombonista Camillo, Nicola il maestro di clarino, Vincenzo il batterista ed infine la vera cantante Clara. Ecco l'orchestra è al gran completo, ma sarà un’incisione assai travagliata.

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