Ato rifiuti: futuro incerto per Toscana Costa, Toscana Centro e Toscana Sud

Vicini alla gara per l’affidamento del servizio ma preoccupati dall'alternativa tra forma consortile e commissario

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2010 09:20
Ato rifiuti: futuro incerto per Toscana Costa, Toscana Centro e Toscana Sud

Firenze– Chi più chi meno, tutti sembrano positivamente indirizzati verso la gara per l’affidamento del servizio. Chi con difficoltà maggiori, per deficit infrastrutturali o difficoltà nel gestire un territorio molto variegato, chi con situazioni collaudate e in cui la resa del sistema rifiuti è soddisfacente. La fotografia dei tre Ato Toscana Costa, Toscana Centro e Toscana Sud in commissione d’inchiesta sui servizi pubblici locali di rilevanza economica presieduta da Alessandro Antichi (PdL), appare accomunata da un solo fattore: la preoccupazione su un futuro quanto mai incerto, in cui è prossima la data di “estinzione” degli ambiti.

La legge Finanziaria ne prevede, infatti, la soppressione al 31 dicembre 2010. Oltre quella data, su cui peraltro alcuni avanzano dubbi spostandola a marzo 2011, qualunque atto dovesse essere prodotto dalle Autorità, sarebbe nullo. Già l’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini, proprio nel corso di un’audizione in commissione d’inchiesta lo scorso 9 settembre, aveva annunciato l’intenzione di una “gestione straordinaria” per garantire funzionalità e organizzazione magari attraverso una “legge ponte”.

E da presidenti e direttori dei tre Ambiti territoriali ottimali arriva la preoccupazione comune per l’intenzione della Giunta di procedere verso un commissariamento. Se il presidente di Ato Sud Paolo Nannini annuncia la gara “entro novembre”, il direttore di Toscana Costa Franco Borchi dichiara un “orientamento per affidamento misto” e il presidente di Toscana Centro Riccardo Gabellini informa di aver individuato “percorso e tipologia”, cosa accadrà l’1 gennaio 2011 lascia tutti nel dubbio.

La figura del commissario, se non viene criticata offre lo spunto per suggerire “altre forme”. “È evidente che la Regione è obbligata ad intervenire – ha detto Gabellini – tuttavia la Finanziaria non impone l’abolizione dei Consorzi”. Essendo gli Ato forme consortili, l’invito è quello a valutare le alternative legittimamente possibili per una gestione straordinaria. Da Borchi, Nannini e Gabellini, anche la fotografia dei tre Ambiti territoriali. “Toscana Costa – ha detto Borchi – soffre la presenza di 23 gestori di raccolta e impianti e si riferisce ad un territorio molto variegato, con gestioni legate ad esigenze territoriali per natura diverse”.

“Inoltre – ha continuato – nel nostro territorio c’erano e permangono differenze tariffarie talvolta anche eclatanti”. Borchi ha inoltre ricordato il “flusso di rifiuti in arrivo da Toscana Centro”, informando i consiglieri che è in corso una “ricognizione su gestori, determinazione della tariffa, status degli impianti, che produrrà una fotografia aggiornata del territorio”. “Toscana Centro – ha detto Gabellini – comprende 7 aziende di dimensioni notevoli su un territorio molto complesso e serve oltre un milione e mezzo di abitanti.

Nel corso di quest’anno abbiamo lavorato per scongiurare situazioni di emergenza e in questo senso posso anticipare che il rinnovo dell’accordo, con un giusto adeguamento dei costi, con Ato Costa è alle porte”. “Toscana Sud – ha detto Nannini – è un territorio che si è trovato d’accordo su un modello preciso. Quello di un’Autorità di ambito quale naturale consulente per i Comuni”. Per il presidente, se nel territorio ci sono punte di eccellenza come Siena, e se in provincia di Arezzo “per trattare la frazione umida, è previsto un impianto anaerobico”, occorre rivedere il “modello toscano nel suo insieme” perché le priorità devono essere “riduzione e raccolta differenziata di qualità”.

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