Esprit-Salvadori: ci sarà la commissione di inchiesta

I commento dei consiglieri regionali alle comunicazioni del presidente Enrico Rossi e dell’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 settembre 2010 13:35
Esprit-Salvadori: ci sarà la commissione di inchiesta

Firenze- «Nessun imbarazzo, siamo orogliosi. Siamo orgogliosi perchè abbiamo dato un'opportunità di inserimento al lavoro ad 800 giovani disabili e sono stati perfino risparmiati i soldi della Comunità Europea. Questa è una vicenda non solo corretta giuridicamente, come ci hanno riconosciuto anche i firmatari delle due interrogazioni, ma assolutamente trasparente. Se si vuole una commissione d'inchiesta, benissimo, valuteremo e approfondiremo tutti gli atti. Prego però di cessare questa gogna personale e di discutere sul piano politico.

In dieci anni non avevo mai visto un'attacco personale di questo genere.» Il Presidente della Regione Enrico Rossi ha chiuso in questo modo il dibattito odierno in Consiglio regionale sulle due interrogazioni presentate dalla Pdl sul caso Esprit e sull'assessore Salvadori. In precedenz a l'assessore Simoncini aveva dato conto, provvedimento per provvedimento, di tutta la vicenda di cui alle due interrogazioni rendendo palese come non vi sia stata alcuna delibera di giunta nella quale il collega Salvadori si fosse trovato in conflitto d'interesse.

Simoncini aveva altresì precisato la posizione dell'ex responsabile della segreteria di Salvadori, sottolineando come il suo rapporto con la Regione fosse già interrotto al momento dell'assunzione dell'incarico in Esprit e come il nuovo lavoro rientrasse esclusivamente nella sfera dei rapporti privati. Il presidente Rossi è intervenuto dopo che dai banchi dell'opposizione si erano susseguiti interventi che accusavano la Regione di perpetuare “un sistema di potere” pur riconoscendo la correttezza giuridica dell'operato della giunta e si era parlato di “imbarazzo”.

Rossi ha ribattuto: «Sono state fatte 2 gare pubbliche, alle quali tutti potevano partec ipare. Cosa avremmo dovuto fare, non assegnare l'incarico perchè la società che ha vinto era stata fondata in precedenza dall'ex segretario della Cisl? Sarebbe questo il delitto, questo il colpo ferale? Nel merito aggiungo – ha precisato Rossi – che non solo sono stati avviati al lavoro 800 giovani disabili, ma i soldi della Comunità Europea sono stati usati così bene che le spese complessive sono state dell'8% invece che del 20% come previsto dalla Ue.

Io dico dunque brava Esprit, bravo assessore: risultati eccellenti. E questo grazie al privato sociale. E se ci accusate di consociativismo, rispondo che noi siamo orogliosi di questo consociativismo che si regola con i bandi e con la trasparenza. Noi siamo orgogliosi di avere un rapporto privilegiato con il mondo del no profit che ha prodotto risultati così importanti. Dico ancora che la Toscana è questo e se parlate di “sistema di potere” sappiate che il mondo del no profit e del volontariato è un mondo libero, che non avrebbe mai tollerato nemmeno il sospetto di quello che voi adombrate con le vostre insinuazioni.

Vi dico anche – ha continuato Rossi – se volete portiamo tutto alla Procura della Repubblica, siamo un palazzo di vetro e queste sono le carte. Non è stato disatteso nulla, nemmeno il codice di comportamento, non c'è una delibera di giunta in cui si parli di Esprit.» Riferendosi all'interrogazione sull'ex responsabile di segreteria di Salvadori, Rossi ha commentato: «Non c'è nessun problema se una persona che non lavora più per la Regione trovi poi da lavorare per 3 mesi per Esprit.» Infine Rossi ha replicato a chi lo aveva accusato di scarso rispetto per il Consiglio regionale.

«Ho il massimo rispetto per il Consiglio, sono fra i più presenti e ascolto attentamente. Credo che questo sia un principio importante nelle relazioni reciproche.» “Sono deluso. Speravo che la Giunta ci smentisse, prendesse delle decisioni conseguenti, e che si scusasse con i cittadini. Invece minimizza l’accaduto, riducendo tutto a piccoli cavilli giuridici. Attendevamo una spiegazione e abbiamo avuto solo una copertura politica”. Questo il giudizio di Giovanni Donzelli (Pdl) sulle parole dell’assessore Simoncini.

Donzelli ha ricapitolato la vicenda: “Nel 2003, Salvadori che era a capo della Cisl è stato tra i soci fondatori di Esprit. Nel 2005 è diventato assessore alle politice sociali, ed Esprit si occupa di politiche sociali. Nel 2006 la Giunta regionale adotta una delibera (4.12.2006) con la quale finanzia Sovvenzione Globale, e l’assessore la vota. Nel 2008 si decide per una nuova Sovvenzione Globale: è stato fatto un regolare bando pubblico, è vero, ma è arrivato in agosto e ha partecipato solo un soggetto.

Nel 2009 arriva la legge sull’accreditamento sociale; nel 2010 la Regione finanzia con 30.000 euro Esprit, per il progetto “Accreditamento sociale”: era necessario correggere alcune distonie della legge. Ad occuparsene, era stato il diregente responsabile della segreteria dell’assessore, che oggi lavora in Esprit”. “Potete dirci che non c’è nessuna anomalia, che tutto è trasparente e regolare, che Salvadori quando ha votato in Giunta non sapeva che l’atto riguardasse Esprit – ha continuato Donzelli - Ma non ci crediamo.

Non siamo su Disney Channel, a queste favole i toscani non ci crederanno”. “Il problema è che c’è un sistema di potere – ha concluso – Oggi in Toscana Don Camillo e Peppone sono uniti nello stesso sistema di potere, e Salvadori è l’anello di congiunzione tra le cooperative bianche e le cooperative rosse. E’ per questo che il presidente della Giunta lo difende: se non lo facesse, il sistema crollerebbe”. “L’esposizione di Simoncini è tecnicamente ineccepibile, ma ci aspettavamo una risposta sui contenuti, non sulla forma”, ha aggiunto Paolo Ammirati (Pdl).

“I controlli dell’Unione Europea, citati dall’assessore, evidentemente riguardano la legittimità formale, non la sostanza. L’assessore poi dice che Esprit non è il beneficiario ma il gestore dei fondi: quindi è il soggetto che decide a chi vanno i soldi, ecco la strettoia che opprime il mondo cooperativo. L’assessore parla di atti dirigenziali: ma è chiaro che un dirigente esegue la volontà politica della Giunta, ed è chiaro che la Giunta doveva sapere. Si dice che Viviana Viviani non è legale rappresentante di Esprit: ma è il direttore, e sono i direttori che decidono le strategie, non i legali rappresentanti.

Si dice poi che la Giunta non era a conoscenza del fatto che l’ex responsabile della segreteria di Salvadori lavora per Esprit: ma ci prendete in giro? Ci aspettavamo una risposta sui contenuti – ha concluso Ammirati - e sui contenuti non ci avete dato uno straccio di risposta. Ma ne risponderete politicamente”. “La comunicazione della Giunta è stata puntuale ed è entrata nel merito – ha ribattuto Vittorio Bugli, capogruppo Pd - Ne esce un quadro chiaro e preciso. Tutto quello che abbiamo letto sui giornali appare come un polverone sollevato sul nulla.

Io ricordavo una Toscana fatta di rispetto, dove il dibattito politico, pur nelle differenze, partiva da una stima reciproca. Mentre ora, d’improvviso, ecco un’aggressione quotidiana e personale fatta sui giornali, ecco insinuazioni, malizie, una vera e propria messa all’indice. Che cos’è successo? Come mai questo strappo? Un po’ di risposte – ha affermato – me le sono date da solo. Siamo di fronte a un partito, il Pdl, che si sta sgretolando; pensiamo agli avvisi di garanzia. Mi fa un po’ sorridere sentir dire in quest’Aula che noi dovremmo chiedere scusa ai cittadini.

Se c’è qualcuno che deve chiedere scusa, sono altri. Forse, volete far credere che tutto funziona come voi volete farlo funzionare, forse è questo il gico che tentate. Ma risponderemo con la trasparenza, e vi invitiamo a fare altrettanto. Leggo che chiedete una commissione d’inchiesta: allora che ci sia un lavoro serio, e che si entri davvero nel merito”. Stefano Mugnai (Pdl) è intervenuto ribattendo che “le lezioni di stile non sono gradite”. “Firmare queste interrogazioni – ha spiegato Mugnai – non è stato facile, perché si entra nella sfera personale.

Però noi abbiamo messo in fila una serie di atti pubblici e chiesto alla Giunta un’interpretazione politica. Se qualcosa a parer nostro politicamente non torna noi abbiamo il dovere, come opposizione, di chiedere spiegazioni”. Il consigliere ha tenuto a sottolineare che Esprit è stata individuata come soggetto facilitatore in vista dell’accreditamento, ed è questo il problema principale. “Si creano situazioni che generano difficoltà e si mette a presidiare queste situazioni un soggetto preciso – ha spiegato Mugnai – ed è questo ciò che non va.

La Toscana non può più permettersi strozzature, grazie alle quali nascono posizioni dominanti. Questo significa creare un sistema di potere. Il fatto che poi compaiano la partner e l’ex segretario dell’assessore Salvadori è un’aggravante”. Secondo Marco Carraresi (Udc) “la parola che caratterizza questa seduta è imbarazzo, palpabile anche tra di noi. E’ una vicenda imbarazzante comunque la si ponga, anche per chi l’ha sollevata perché si mette in gioco l’onorabilità di una persona; ma d’altra parte esiste il diritto-dovere di fare il lavoro per cui siamo stati eletti e per cui siamo lautamente pagati”.

Carraresi ha proseguito ponendosi domande sul perché la vicenda, che non è di adesso, sia uscita solo ora - “Nessuno sapeva nulla? Forse non voleva intervenire? L’opposizione prima non svolgeva il suo lavoro?” – e ha commentato che la vicenda ripropone una grande questione: “Il difficile rapporto del governo con il mondo del no-profit, che deve rimanere autonomo, e in cui si sono generate ingerenze e sovrapposizioni. La politica deve evitare corsie preferenziali e favoritismi”. “In questa vicenda tutti, e dico tutti, hanno parlato di correttezza giuridica e di ineccepibilità degli atti.

E se si vuole parlare di politica, allora dobbiamo lasciare da parte la sfera intima e personale”. Questa la replica del presidente della Giunta Enrico Rossi. “Oggi io mi aspettavo il documento che inchioda Salvadori – ha detto Rossi -, la prova del delitto, perché non si può mettere all’indice una persona per giorni e giorni senza prove. L’opposizione invece tira in ballo la politica, perché è evidente che non gradisce il nostro sistema di rapporti, ma questa è un’altra questione”.

Il presidente ha proseguito ricordando che Salvadori ha agito quando era presidente della Cisl, che l’Avvocatura ha espresso parere di legittimità, che è stato vinto un regolare bando in seguito al quale ottocento disabili sono stati inseriti nel mondo del lavoro, e che oltretutto si è risparmiato notevolmente (l’8% anziché il 20% previsto) per le spese di gestione. “Insomma, prezzi bassi per la gestione dei fondi comunitari e ottimi risultati – ha commentato Rossi -. E il tutto è stato gestito con bandi pubblici e assolutamente trasparenti.

Una buona pratica di cui andiamo orgogliosi, altro che imbarazzo”. Il presidente ha poi ribadito di essere pronto a fornire qualsiasi altra spiegazione e a mandare tutto alla Procura perché effettui le sue valutazioni. “Non ci pare proprio di avere fatto errori. Il fatto che il responsabile della segreteria di Salvadori, licenziato, si sia trovato un nuovo lavoro, è nell’ordine delle cose. Io mi auguro – ha concluso Rossi – che si superi l’aspetto degli attacchi personali in vista dei futuri rapporti, perché in questi mesi assistiamo a un atteggiamento dell’opposizione che non avevamo mai registrato in dieci anni. Ci sarà la commissione di inchiesta sul caso Esprit, richiesta in aula dal capogruppo Pdl Alberto Magnolfi e appoggiata anche dalla Lega Nord.

“Condivido e apprezzo la relazione dell’assessore Simoncini e l’intervento del presidente Rossi. Abbiamo esaminato gli atti e le pratiche hanno il profilo di legittimità. Fermo restando il diritto inalienabile di ogni consigliere di sottoporre, anche in forma polemica, al vaglio critico l’attività istituzionale, questo non significa spostare la polemica sul personale”. Con queste parole il consigliere Marco Manneschi (Idv) è intervenuto in aula sul caso Esprit-Salvadori. Manneschi ha ribadito la necessità di partire dalla legittimità degli atti “il nostro compito – ha detto – è verificare che l’azione pubblica sia efficace e segua criteri di imparzialità e trasparenza”.

“Temevamo un eccesso di burocratismo e grigiore nell’atteggiamento della Giunta – ha detto Alberto Magnolfi, presidente Pdl – invece, riscontriamo aspetti di funambolismo: l’intervento di Rossi tendeva a costruire il monumento al sistema e cioè a questo sistema che è invece il vero obiettivo della nostra iniziativa; la comunicazione dell’assessore sembrava scritta per svolgere la difesa in un processo penale che non c’è e l’intervento di Bugli pare un processo agli interroganti, all’opposizione che chiede chiarimenti”.

Il capogruppo ha evidenziato che “il vero obiettivo non è la persona dell’assessore né tanto meno i suoi rapporti familiari dei quali si è stati costretti a parlare perché si sono trovati troppo vicini agli atti amministrativi in questione”. Magnolfi ha ricordato che l’azione di governo deve essere “trasparente, imparziale, adeguata, rispettare non solo i diritti e gli interessi legittimi di tutti i cittadini ma anche le aspettative e in questo caso non lo ha fatto”. Magnolfi ha ribadito che non c’è stata una risposta da parte della Giunta: “La Toscana idilliaca non esiste perché voi l’avete vista a senso unico e nella vostra direzione – ha aggiunto -.

Il sottoscritto potrebbe portare testimonianze molto dure e anche personali per dimostrare che quella Toscana così virtuosa nei rapporti politici, nel rispetto delle persone e degli avversari non è esistita quando l’ex Pci aveva la necessità di sottrarsi al Muro di Berlino che gli cadeva addosso e di sbarazzarsi di certi partiti che gli ingombravano la strada”. “Non abbiamo colpi letali da sferrare a sorpresa, ma dobbiamo parlare del fatto che questo sistema piace solo a chi c’è dentro.

Il caso Salvadori è solo lo spunto per affrontare un problema più ampio, per questo chiediamo la commissione di inchiesta, per svolgere ogni opportuno accertamento e riferire al Consiglio la situazione riscontrata e possibili rimedi”. Giuseppe Del Carlo, presidente del gruppo Udc ha ribadito che non c’è la volontà di attacchi personali e che va sempre salvaguardata la dignità della persona ma “riteniamo – ha dichiarato - che in questa vicenda vada fatta chiarezza soprattutto per l’aspetto politico”.

Il consigliere si è detto d’accordo sull’istituzione della commissione d’inchiesta per fare chiarezza. Non devono rimanere punti oscuri nel sistema di relazioni tra Giunta e mondo della cooperazione e del volontariato che spesso suscitano rapporti di carattere privilegiato”. Trasparenza è la parola chiave “fino in fondo sia nell’interesse della Giunta che della maggioranza. Bisogna dimostrare che c’è stata imparzialità”. Anche dal presidente di Lega Nord Toscana Antonio Gambetta Vianna il sostegno alla richiesta di una commissione di inchiesta “vera e che non colpisca le persone”.

“La allargherei – ha detto - all’intero sistema di gestione della Toscana e mi meraviglio dei colleghi dell’Idv giustizialisti ma che adesso stanno zitti”. “Mi riconosco nelle considerazioni politiche del presidente Rossi – ha replicato l’assessore Simoncini – Nella mia relazione ho dato risposte alle domande sollevate nelle interrogazioni, ribadendo la correttezza degli atti”. “Esprit è un soggetto intermedio, c’è l’obbligo di agire con bandi, procedure e punteggi, è da escludere la discrezionalità nella gestione delle risorse”.

Simoncini ha ribadito “non ci sono stati problemi di conflitto di competenze con l’assessore Salvadori” e ha ricordato che Esprit è stata anche premiata a livello europeo per alcune iniziative. “Ritengo – ha concluso l’assessore – che la scelta dell’incarico di ente attuatore e gestore dei fondi sociali a sovvenzione globale sia una delle migliori messe in campo”.

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