Corsi di formazione, polemiche sui nuovi voucher

Barducci e Simoni spiegano che “tutti i cittadini restano liberi di frequentare i corsi che desiderano e dove desiderano, in un ampio catalogo di offerte che da quest’anno rispondono più puntualmente alle vocazioni dei territori”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 luglio 2010 19:27
Corsi di formazione, polemiche sui nuovi voucher

“Siamo indignati da quello che abbiamo letto oggi sui giornali, ma anche convinti, proprio per il tipo di accuse che ci vengono mosse, di essere sulla strada giusta”. Così il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, e l’assessore provinciale al Lavoro e Formazione, Elisa Simoni, commentano le accuse mosse a mezzo stampa alla Provincia di Firenze in merito al nuovo sistema dei Centri Formativi Territoriali per la gestione del Fondo Sociale Europeo per la formazione. “Parto dall’incoraggiamento e apprezzamento della gran parte dei sindaci della provincia che mi dicono di andare avanti, che le risorse per la formazione devono tornare nei territori – ha detto l’assessore Simoni – per chiarire quello che come Provincia stiamo facendo per sostenere il nostro territorio a livello occupazionale, in un momento che sappiamo tutti essere particolarmente critico”. “Quanto alle lettere arrivate a La Nazione, che credo siano le stesse arrivate in Provincia, risponderò ad ognuno di questi cittadini.

Restano tutti liberi di frequentare i corsi che desiderano e dove desiderano, in un ampio catalogo di offerte che da quest’anno, qui sta il cambiamento, rispondono più puntualmente alle vocazioni dei territori, come ci è stato richiesto dai cittadini stessi. Abbiamo favorito i settori di cui si occupano le aziende presenti nel territorio, e quindi meno corsi di scrittura creativa o lana cotta, e più corsi di meccanica e di pelletteria, di chimica o turismo. Il tutto riservando un 10% delle risorse per rispondere alle eventuali emergenze, come le crisi aziendali.

Per offrire ciò abbiamo chiesto ai soggetti che erogano formazione (pubblici, privati, sindacali, di categoria, eccetera) di riunirsi in associazioni temporanee di impresa (ATI) per massimizzare la loro esperienza e rispondere al meglio alle richieste dei cittadini”. “Alle accuse di lottizzazione, di aver favorito le agenzie emanazioni di associazioni o parti sociali, rispondo che su circa 70 agenzie coinvolte, meno di 10 sono espressione di sindacati o di categorie; tutti gli altri sono agenzie private, istituti superiori e agenzie formative dei Comuni, che ritengo un’importante garanzia per i cittadini, perché quello che serve in questo momento alla formazione è un maggior controllo pubblico”. “Abbiamo avuto il coraggio di cambiare, un atteggiamento che alla politica spesso manca ma che in questo paese servirebbe davvero, al fine di tutelare i cittadini”. “Un’ultima considerazione sul dottor Chirivì, che è assegnatario di alcuni corsi all’interno dei Centri Formativi Territoriali: abbiamo deciso di sospendere momentaneamente l’erogazione fondi per la sua agenzia perché ci sono alcune questioni legali pendenti per presunta truffa nella gestione dei fondi FSE”. La nota di Andrea Calò "Fallisce appena avviato il nuovo progetto dei Centri Formativi Territoriali, una rete di strutture diffuse sul territorio provinciale che doveva offrire agli utenti dei riferimenti certi e stabili.

L’Amministrazione Provinciale aveva infatti suddiviso il suo territorio in nove zone, all’interno delle quali inserire le agenzie formative accreditate. Dagli stessi utenti viene proprio contestato il nuovo sistema di voucher a questi agganciato poiché di fatto limita la possibilità di scegliere così come è in atto un’altra contestazione sulla creazione di un cartello degli enti formativi. Una vicenda complessa che è stata portata all’attenzione dell’opinione pubblica stamani e che a nostro avviso deve essere profondamente indagata.

Intanto va verificata la scelta operata dall’Amministrazione Provinciale sul piano della correttezza, della legittimità e della funzionalità del sistema. Altresì devono essere prontamente rimosse tutte quelle disfunzioni e zone oscure che non danno risposta concreta su temi di assoluta attualità e delicatezza quali la libertà di scelta sia della agenzia formativa che della tipologia di corso, che è bene ricordarlo è un investimento che la persona fa per uscire dalla precarietà scommettendo sul proprio futuro in un momento in cui la crisi economica cancella le aspettative di vita.

Le proteste pervenute da tutta la provincia chiedono alla politica un assunzione piena di responsabilità e soprattutto al Consiglio Provinciale il compito di verificare il buon funzionamento del sistema dei voucher così come la Giunta deve essere pronta a modificare il sistema di distribuzione dei fondi comunitari e l’assegnazione dei corsi a poche ATI in tutta la Provincia. E’ utile ricordare che i nove centri formativi territoriali gestiscono 3 milioni e mezzo di euro destinati alla formazione e con questo sistema di distribuzione di denaro pubblico si rischia la creazione di veri e propri cartelli.

Il Prc ritiene opportuno che sia attivata una verifica sul funzionamento del sistema a suo tempo approvato al fine di eliminare la dove esistono disfunzioni, incongruenze e storture. A tal fine abbiamo chiesto che l’assessore Provinciale alla formazione riferisca direttamente al Consiglio su quanto sta accadendo altresì inviteremo la giunta a riaprire un percorso nella commissione provinciale competente". Per il Pd ricostruzione fuorvianti Il gruppo Pd in Consiglio provinciale, attraverso i consiglieri Caterina Conti, Adamo Azzarello, Sandro Bartaloni, Alessandra Fiorentini e Loretta Lazzeri, prende posizione sulla vicenda dei voucher formativi della Provincia di Firenze. "Siamo d’accordo con l’assessore Simoni: quanto riportato su La Nazione di oggi risulta una ricostruzione fuorviante.

La scelta di cambiare modalità per la gestione dei voucher formativi è stata discussa a suo tempo, già nello scorso novembre, nella Commissione consiliare Lavoro della Provincia. Ci sembra perciò davvero strumentale sostenere, come fanno le opposizioni, e che si sia limitato il diritto alla scelta dei percorsi formativi. Casomai c’è una specializzazione territoriale, su cui si sono liberamente costituite le Ati, attraverso cui si cerca di promuovere percorsi formativi più legati alle esigenze del territorio.

Ricordiamo alle opposizioni di Pdl e Lega, che forse hanno fatto confusione sugli acronimi, che le Ati non sono gli Ato: la scelta degli ambiti territoriali ottimali non impone la composizione delle associazioni temporanee di imprese! Se poi una persona che ne ha diritto vuole fare un corso specifico può peraltro rivolgersi a tutta l’offerta diffusa nel territorio provinciale. La scelta della Giunta provinciale rappresenta a nostro parere un salto di qualità rispetto al passato e come ogni cambiamento crea qualche disorientamento, probabilmente più tra alcune agenzie formative che tra i diretti interessati.

Invitiamo l’assessore e la Giunta ad andare avanti sulla strada dell’innovazione e della massima trasparenza nella gestione dei soldi pubblici, come è stato fatto anche in quest’occasione. Verificheremo se la strada intrapresa risulterà più efficace degli interventi previsti nel passato. Lo auspichiamo soprattutto per fornire un supporto a chi di questa crisi subisce le conseguenze sulla propria pelle. Una formazione più mirata, più legata alle esigenze della produzione locale, ci pare possa offrire possibilità più concrete di reinserimento nel mondo del lavoro.

E comunque, lo ribadiamo, l’iniziativa della Provincia non limita la libertà di scelta".

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza