Ex cinema Nazionale: via libera del consiglio al recupero dello storico edificio

Nardella: "Una convenzione chiara e trasparente per restituire questo immobile alla città". Gruppo Spini: "Temiamo che la funzione culturale sia seconda a quella commerciale". De Zordo: "Come si mette con la legge regionale?"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 luglio 2010 08:44
Ex cinema Nazionale: via libera del consiglio al recupero dello storico edificio

Via libera ieri del consiglio comunale (25 voti favorevoli e nessun contrario) alla convenzione per il recupero dell’ex cinema Nazionale in via dei Cimatori una delle sale storiche per spettacolo di fatto inattivo da otre 20 anni. La delibera già approvata in commissione urbanistica è stata presentata nel pomeriggio dalla presidente della commissione urbanistica Elisabetta Meucci (Pd). Il progetto di recupero dell’immobile, fra l’altro riconosciuto quale bene culturale, prevede la conferma della funzione originaria di cinema-teatro, ma anche la possibilità di funzioni assimilabili come spettacoli musicali, di prosa, rassegne cinematografiche, eventi di moda, oltre che attività di ristorazione a loro supporto.

“Si tratta di un immobile di pregio – ha detto la presidente Meucci- ed ora c’è un’occasione per rivitalizzare, riqualificare il centro storico e far rinascere un luogo inattivo da 20 anni. Siamo soddisfatti della conclusione e dell’approvazione di questa convenzione che con l’impegno dei privati permette di riconsegnare un importante locale alla città prevedendone un utilizzo che da una parte ne conferma la vocazione storica e dall’altro lo rende fruibile per i cittadini”. Soddisfatto anche il presidente della commissione cultura Leonardo Bieber (Pd): “Si tratta di un atto importante che va nell’ottica di una valorizzazione delle attività culturali e delle politiche di questa amministrazione volte a rendere ancora più viva e dinamica l’offerta culturale della nostra città, che passa anche dalla riapertura di sale cinematografiche del centro storico”. “Con quest’atto e in piena trasparenza, il Comune dopo vent’anni restituisce alla città un immobile abbandonato, garantendo l’interesse pubblico, creando nuovi posti di lavoro e riqualificando un luogo importante del centro storico: credo che approvare la convenzione per l’ex-cinema Nazionale sia nell’interesse di tutta la città”.

Sono le parole del vicesindaco Dario Nardella, che è intervenuto ieri in consiglio comunale nel dibattito sulla delibera con lo schema di convenzione sul recupero della vecchia sala cinematografica in via dei dei Cimatori. "Questo atto – ha sottolineato il vicesindaco – non è una variante urbanistica né un cambio di destinazione d’uso, ma uno schema di convenzione (previsto dal Testo unico degli enti locali) che si rifà ad una norma rigorosa già votata dal consiglio, che ha come obiettivo quello di sottrarre a speculazioni questo tipo di immobili, grazie al principio che vede il 70% della superficie destinata all’attività culturale e il 30% ad attività di natura commerciale”.

“La convenzione è molto chiara ed è frutto di un rapporto positivo e trasparente fra l’amministrazione e il soggetto privato proprietario dell’immobile, in cui ciascuno si prende le sue responsabilità. Inoltre – ha precisato Nardella – la convenzione contiene una clausola che consente all'amministrazione comunale di rescinderla, nel momento in cui non vengano rispettati gli impegni sottoscritti”. “O noi restituiamo alla città gli immobili vuoti e dismessi utilizzando questo tipo di strumenti - ha concluso il vicesindaco - o continueremo ad avere importanti pezzi di città abbandonati e morti”.

"Sarà impossibile riaprire un cinema perché le funzioni previste nella convenzione sono 'assimilabili' al cinema-teatro". Lo hanno detto Valdo Spini e Tommaso Grassi (Gruppo Spini) che ieri in consiglio si sono astenuti nella votazione della delibera che dà il via libera alla convenzione per il recupero dell'ex cinema Nazionale. "E' impensabile non recuperare una struttura culturale del centro storico, che versa nel più completo degrado e rappresenta una grave ferita del territorio fiorentino, ma non ci convincono gli annunci dell'amministrazione, poi risultati non veritieri, che prevedevano la riapertura di una struttura cinematografica, e allo stesso tempo temiamo che la funzione commerciale sia anteposta a quella culturale, con una deformazione della vocazione dell'ex-cinema Nazionale.

Grazie alla parola 'assimilabili' inserita nell'individuazione delle funzioni previste per l'ex-cinema Nazionale di Via dei Cimatori, non potrà mai più riaprire un cinema." “Lascia perplessi la messa in discussione della Convenzione tra Comune di Firenze e proprietà per il recupero funzionale dell'ex cinema Nazionale di via de' Cimatori destinandolo a funzioni assimilabili a quelle di teatro-cinema, con relativo supporto - come si specifica più volte - di attività di ristorazione”. Lo afferma la capogruppo di Perunaltracittà Ornella De Zordo.

“Come è noto - ricostruisce De Zordo - il cinema è chiuso dal 1985 e i suoi posti non sono quindi più utilizzabili, visto che la legislazione regionale consente la riutilizzazione dei posti solo entro un anno di tempo dalla chiusura. E la provincia di Firenze ha già un esubero di oltre 4000 posti rispetto a quelli consentiti dalla legge regionale, grazie all'apertura di numerosi multiplex. Come è possibile ipotizzare dunque l'utilizzo di nuovi posti per attività cinematografiche?”. “Il Comune - prosegue - non può agire in modo svincolato da norme cogenti sulle modalità di realizzazione e utilizzazione delle sale cinematografiche.

E, su un piano più generale, si dovrà decidere se privilegiare i piccoli e medi cinema del centro storico e dei quartieri, la cui apertura è una ricchezza per l'intero tessuto culturale della città, o i multiplex che da soli sono dei formidabili ‘consumatori’ di posti. Noi non abbiamo dubbi: vanno sostenuti e incentivati i piccoli cinema diffusi sul territorio per la funzione sociale e culturale che hanno; ma allora dobbiamo ripensare all'apertura di altri multiplex e non procedere con questa scelta che di fatto si pone come alternativa all'altra”.

“Se si recupera un contenitore prestigioso del centro storico - conclude De Zordo -è bene dichiarare con trasparenza l'effettiva destinazione e la reale attività che vi è prevista, senza trascurare il ‘dettaglio’ niente affatto trascurabile su chi alla fine beneficerà dell'intervento”.

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