Dl salvaliste: macché regime, dice Matteo Renzi

"Credo che non sia utile andare in piazza" ha detto il sindaco di Firenze in un'intervista al Corriere della Sera.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 marzo 2010 19:23
Dl salvaliste: macché regime, dice Matteo Renzi

Il Tar conferma la riammissione della lista Formigoni. Ma sulla vicenda della mancata presentazione delle liste del Pdl alla Provincia di Roma per le Regionali e sul decreto salva liste Matteo Renzi afferma: "Pdl vergogna, non si vince con i ricorsi" in un passo dell'intervista al sindaco di Firenze pubblicata oggi sul Corriere della Sera. Poi però l'affiancamento in piazza Pd-Idv non piace a Matteo Renzi, che aggiunge: «Ma quale sit–in , evitiamo tafazzismi da leghisti di sinistra». “Sindaci come Giorgio La Pira, Elio Gabbuggiani ed Alessandro Bonsanti - seppur con diverse sensibilità - non avrebbero avuto dubbi quando la democrazia fosse stata a rischio: sarebbero stati sempre con il popolo, in mezzo alle proteste di operai, artigiani, disoccupati, intellettuali e studenti.

Invece, il giovane Matteo Renzi ama di più distinguersi e interpretare il ruolo di Sindaco da salotto buono. E, quando parla di un Pd che deve recuperare i progetti originari, non pensa che i partiti debbano - prima ancora che elaborare progetti e strategie - saper ascoltare e interpretare i bisogni e anche l’indignazione dei milioni di cittadini che li votano”. Così, Fabio Evangelisti, capolista Idv in Toscana e vicepresidente del gruppo alla Camera, replica alla posizione del sindaco di Firenze: “Io apprezzo persino la brutalità delle posizioni di Renzi, in giorni caratterizzati da una diffusa ipocrisia – ha aggiunto Evangelisti - ma mi meraviglia che un uomo delle Istituzioni non voglia cogliere la gravità di un decreto con cui il centrodestra ha adulterato le regole e le procedure nella presentazione delle liste elettorali in Lombardia e Lazio.

Noi saremo anche dei Tafazzi, ma il Sindaco Renzi, quando afferma che 'Formigoni (tra l’altro riammesso in gara già prima del decreto) non può essere escluso per una firma fuori posto', finisce solo a fare il controcanto ai vari Schifani per i quali 'onta la sostanza' chissenefrega delle forme. Mi permetto, allora, di ricordare che in democrazia è la forma ad essere sostanza, non il contrario. E che la democrazia è, prima di tutto, rispetto delle regole, rispetto dei ruoli e delle procedure.

Altrimenti si torna nella jungla e alla logica del più forte e alla prevaricazione sul più debole. Non è un caso che lo stesso Bersani abbia convenuto sulla manifestazione di sabato 13 a Roma e abbia parlato di una battaglia da portare fin davanti alla Corte Costituzionale". “Per questo diciamo che oggi non è tempo di lavarsene le mani – ha concluso Evangelisti - e l’Italia dei Valori, può piacere o meno, si sta facendo carico di un compito cui altri (nel Centrosinistra) non si applicano più: accrescere la partecipazione e creare le condizioni di un’alternativa per il governo del Paese.

E, insieme, riportare nella casa comune di liberali, riformisti e progressisti quell’elettorato che da anni si è disamorato e si astiene. In fondo, si tratta soltanto di fare delle scelte. Noi, i rozzi del centrosinistra, all’intelligentia dei salotti buoni continuiamo a preferire la passione e, a volte, anche la rabbia della piazza”.

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