Taccioli: ''La soppressione degli Ato porterà alla privatizzazione dell’acqua''

E’ questo il commento del responsabile enti locali del Pd sull'emendamento, proposto alla Camera, dalla Lega Nord che prevede, tra le altre cose, l'abolizione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei servizi idrici e dei rifiuti.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 febbraio 2010 14:21
Taccioli: ''La soppressione degli Ato porterà alla privatizzazione dell’acqua''

“La soppressione degli Ato e l’estromissione dei Comuni dal controllo della risorsa idrica sono l’anticamera della privatizzazione dell’acqua”. E’ questo il commento di Alberto Taccioli, responsabile enti locali del Pd sull'emendamento, proposto alla Camera, dalla Lega Nord che prevede, tra le altre cose, l'abolizione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei servizi idrici e dei rifiuti. “L’abolizione degli Ato – continua Taccioli - verrà sventolata come il solito finto taglio di poltrone e di emolumenti alla casta della politica ma sarà solo l’ennesima manovra demagogica a danno dei cittadini e del funzionamento dei servizi pubblici.

In realtà con questa norma si estromettono i Comuni dal controllo e dalla programmazione sia dell’acqua che dei rifiuti. Gli enti locali non avranno più alcuna voce in capitolo e non ci saranno più autorità pubbliche di regolazione, garanzia e controllo sulla gestione delle modalità degli affidamenti, sulla possibilità di fissare le regole e controllarne il rigoroso rispetto”. “Inoltre diventa abbastanza complesso – spiega Taccioli - riuscire a capire che cosa succederà nei prossimi mesi, dal momento che, a causa di una normativa che cambia continuamente, gli Ato si stanno attrezzando per scegliere con quale modalità andare a scegliere il gestore.

E se non ce la faranno a rispettare i tempi previsti dall’emendamento che cosa succederà? Le procedure rimarranno? Passeranno alle Province, alle Regioni? In questi anni l’esperimento condotto in Toscana, nella gestione del servizio idrico integrato, con la scelta di una esclusiva competenza pubblica nella programmazione e nel controllo e il mantenimento della maggioranza pubblica nella compagine societaria dei gestori del servizio, ha consentito di sviluppare investimenti importanti per il mantenimento della risorsa e per il miglioramento del servizio, consentendo la valorizzazione del patrimonio di esperienze compiute dai comuni nelle gestioni dirette e delle società di capitali interamente pubbliche che gestivano il servizio precedentemente all’affidamento ai vari gestori”. “Oggi grazie al Governo – conclude Taccioli - ci troveremo di fronte ad un mercatismo senza regole in cui da una parte si obbligherà a dismettere le società interamente pubbliche (il 61% del servizio idrico erogato in Italia) con l’obbligo di dover vendere entro il 2011 almeno il 40% delle quote di capitale; dall’altra si obbligherà il pubblico a scendere al 30% in presenza di società quotate in borsa.

In questo modo nei prossimi anni le istituzioni saranno costrette a buttare sul mercato un’enorme quantità di quote di capitale, con gare che avverranno senza alcun controllo pubblico, estromettendo totalmente quel “territorio” di cui la Lega ancora una volta si fa paladina nelle parole e mai nei fatti”.

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