Alla USL 6 di Livorno il counseling nutrizionale

Il counseling nutrizionale si rivolge ai singoli o ai gruppi per promuovere l’acquisizione di abitudini alimentari correte e bilanciate da un punto di vista nutrizionale e il cambiamento dello stile di vita.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2010 15:32
Alla USL 6 di Livorno il counseling nutrizionale

Donna, tra i 40 e i 60 anni, con obesità variabile e fattori di rischio aggiuntivi come le alterazioni del metabolismo lipidico. Questo l’identikit dell’utente medio che si rivolge al servizio di counseling nutrizionale attivato da oltre 4 anni dall’Azienda Usl 6 di Livorno. “Ma non dobbiamo credere – spiega Marinella Frasca, dirigente medico e referente aziendale per la Nutrizione – che queste categorie esauriscano i nostri utenti o tanto meno i nostri compiti.

Il counseling nutrizionale si rivolge ai singoli o ai gruppi per promuovere l’acquisizione di abitudini alimentari correte e bilanciate da un punto di vista nutrizionale e il cambiamento dello stile di vita”. Non solo dieta in senso stretto, quindi, ma un approccio complessivo che aiuti a vivere meglio grazie alla limitazione dei danni derivanti dal peso in eccesso e da altri fattori di rischio quali la sedentarietà, la presenza di alterazioni del metabolismo lipidico o glucidico e altro.

“Si tratta di un percorso – dice ancora Frasca – basato sull’ascolto attivo, teso a promuovere il cambiamento consapevole delle abitudini alimentari e dello stile di vita attraverso la partecipazione attiva e la ricerca di soluzioni e strategie di cambiamento. E’ l’individuo stesso, che attraverso la presa di coscienza delle proprie problematiche cerca possibili soluzioni e strategie di cambiamento. Nel counseling non si impongono regole, diete o restrizioni alimentari ma si favorisce, il raggiungimento della capacità di autocontrollo nel rapporto con il cibo e soprattutto il mantenimento nel tempo dei comportamenti acquisiti”.

Nel 2009 sono stati 49 i primi accessi, 146 le visite/colloqui e 44 gli incontri di gruppo per un totale di 240 presenze registrate. Il percorso può essere individuale o di gruppo, ma l’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che in quest’ultimo caso la disponibilità all’ascolto, la condivisione degli obiettivi con gli altri componenti del gruppo, la ricerca attiva di soluzioni, costituiscono stimoli più efficaci per raggiungere il cambiamento dei comportamenti. Proprio per le sue caratteristiche l’attività di gruppo può costituire un utile e valido strumento per la prevenzione delle malattie cronico-degenerative: diabete, malattie cardio-vascolari, aterosclerosi, dislipidemie, ecc.. “Il counseling nutrizionale – continua Frasca – si propone di favorire la consapevolezza della composizione dei prodotti alimentari, la scelta e l’acquisto di alimenti nutrizionalmente più sani, di orientare verso una migliore gestione delle porzioni e promuovere stili di vita più attivi”. Per avere una visita individuale, è sufficiente rivolgersi all’Unità Funzionale “Igiene Alimenti & Nutrizione” nella struttura dell’Azienda USL 6 di Borgo San Jacopo, 59 a Livorno.

Qui sarà effettuata una visita medica, della durata di circa un’ora, per l’anamnesi, la misurazione della pressione, la valutazione dei principali parametri biometrici (altezza, peso, circonferenza vita, indice di massa corporea) e di eventuali indagini di laboratorio in possesso dell’utente. Nel corso del colloquio, inoltre, vengono acquisite notizie relative alle abitudini alimentari ed allo stile di vita. Importante è l’analisi motivazionale che sarà determinante durante il percorso di gruppo. Il counseling di gruppo si svolge, successivamente, attraverso un percorso guidato, strutturato in “incontri di gruppo a tema” (da un minimo di sei ad un massimo di dieci incontri, a seconda della numerosità del gruppo).

Gli incontri, della durata media di 2 ore, hanno una cadenza generalmente quindicinale, intervallo di tempo necessario per l’attuazione delle strategie individuate. Sono previste, infine, delle ulteriori sedute di follow-up (a tre, sei, nove mesi dalla conclusione del programma), per il monitoraggio nel tempo dei risultati.

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