Parchi in rete a difesa del lupo

Il progetto mira a ridurre il conflitto con le attività zootecniche, contrastare il fenomeno delle mortalità illegali, ridurre i rischi sanitari e ad elaborare un modello gestionale, sostenibile sul lungo termine.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2010 14:51
Parchi in rete a difesa del lupo

È stato presentato a Badia Morronese (Sulmona) in provincia dell’Aquila, il progetto Life Wolfnet, nella sede del Parco Nazionale della Majella. Partner del progetto sono il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, il Parco Nazionale del Pollino, la Provincia dell’Aquila, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Legambiente e altri 8 enti pubblici, tra riserve naturali, parchi nazionali e regionali, province appenniniche, hanno cofinanziato il progetto, mentre tutte le regioni interessate dalle attività hanno reso il loro supporto istituzionale. “Dal punto di vista della popolazione la situazione è molto migliorata: siamo passati dai 70 – 80 esemplari degli anni ’70 al migliaio di lupi appenninici dei giorni nostri – commenta Giorgio Boscagli, direttore del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna – e se prima l’approccio era pionieristico ora le modalità di gestione di questa fauna selvatica devono e possono essere di sistema.

Life Wolfnet è un percorso di rete per evitare speculazioni e differenziazione nelle pratiche di monitoraggio e tutela del lupo appenninico”. “L'approvazione del Progetto Life Wolfnet – spiega Nicola Cimini, direttore del Parco Nazionale della Majella – rappresenta il coronamento delle attività intraprese negli ultimi anni dal Parco Nazionale della Majella e ci aiuterà a uniformare i sistemi di monitoraggio e gestione della specie e a combattere la persecuzione illegale della specie”. Il progetto mira a ridurre il conflitto con le attività zootecniche, contrastare il fenomeno delle mortalità illegali, ridurre i rischi sanitari, minimizzare l’impatto delle attività antropiche sul ciclo biologico della specie e - in particolar modo – ad elaborare un modello gestionale, sostenibile sul lungo termine e rimodulato sulle caratteristiche territoriali, all’interno di altre aree della rete Appennino Parco d’Europa. “Nell’anno internazionale della biodiversità è fondamentale raccontare come l’Appennino sia un contenitore di grande valore in Europa ed in Italia - dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e biodiversità Legambiente – un network per la protezione del lupo, la specie bandiera di questo territorio, serve ad evidenziare come progetti strategici e di rete, come Appennino Parco d’Europa (Ape), possano dare risposte sia in termini di sviluppo delle zone interne sia di protezione di habitat e specie”. Le principali azioni di progetto sono:

  • creazione di un Network istituzionale per l’unificazione delle procedure decisionali relative alla gestione del lupo e per la sua conservazione nello spazio APE (Appennino Parco d’Europa);
  • implementazione delle procedure di accertamento dei danni causati dal lupo alla zootecnia;
  • strategie mirate di prevenzione del fenomeno delle predazioni da lupo sul bestiame e mitigazione del conflitto lupo-zootecnia, adattate alle realtà locali e non sviluppate su criteri generalisti;
  • attività diagnostiche e specialistiche medico-legali ed investigative di contrasto alla persecuzione illegale nei confronti del lupo, mediante le attività dei medici veterinari dei parchi e la istituzione, nei tre parchi nazionali coinvolti, di Gruppi Operativi Specialistici;
  • tutela nuclei riproduttivi di lupo e rilevamento precoce delle situazioni di rischio tramite l’uso della telemetria satellitare.

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