Intervista a Marco, un giovane praticante fiorentino della Falun Dafa

A Firenze il gruppo di pratica si riunisce ogni domenica alle 17:30 in piazza Indipendenza.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2010 20:10
Intervista a Marco, un giovane praticante fiorentino della Falun Dafa

Che cosa è la Falun Dafa? “Nella nostra mentalità occidentale può essere considerata una disciplina spirituale; in Cina, dove è stata introdotta al pubblico nel 1992, vi si riferiscono come a una ‘pratica di coltivazione’. Vi è infatti una parte ‘pratica’, ci sono 5 esercizi, facili ma potenti - diciamo simili a quelli del Tai Chi - dai movimenti delicati, che includono anche una meditazione seduta. La parte di ‘coltivazione’ si riferisce al miglioramento del proprio carattere morale, seguendo i principi universali di verità benevolenza e tolleranza, nella vita di tutti i giorni; un praticante della Falun Dafa (conosciuta anche come Falun Gong) cerca quindi di essere una persona onesta, gentile e paziente, durante tutte le attività quotidiane”. A chi è rivolta? “Fondamentalmente a tutti: nel mondo è presente in oltre 100 paesi e ci sono persone di ogni età, nazionalità, etnia, professione e livello socio-economico che la praticano.

Uno dei requisiti della pratica è che debba essere mantenuta gratuita e volontaria. Non si paga, non si compilano moduli, non ci sono iscrizioni, scadenze o esami da sostenere. Chiunque decidesse di provare è il benvenuto ed è libero di scegliere se continuare o meno. Il materiale - video e musiche degli esercizi, libri - è disponibile gratuitamente anche su internet. Ho realizzato che posso consigliare agli altri di venire a provare – è qualcosa di buono, mi ha portato molti benefici – ma di certo non ho modo di forzarli a fare quello che poi magari non vogliono fare.bPersonalmente ne ho tratto benefici fisici non indifferenti: il mio problema principale erano le ginocchia, ero costretto a farmi fare delle iniezioni e avevo difficoltà ad andare in bici, lasciando perdere lo sport, adesso riesco a incrociare le gambe per fare la meditazione seduta.

Grazie alla pratica ho risolto questo problema ed altri acciacchi fisici come un’infiammazione alla vescica e un dolore alla spalla dovuto a un incidente in motorino. Con questo non voglio dire che sono diventato indistruttibile o non mi sono più ammalato, ma di sicuro la mia salute fisica ne ha risentito positivamente”. Come hai iniziato questo percorso? “Personalmente ho iniziato per curiosità. Durante un viaggio in Australia, camminavo per strada e mi è stato dato, da una praticante che faceva attività di sensibilizzazione, un volantino che parlava della persecuzione in Cina.

Siccome non avevo mai sentito parlare di una cosa del genere, nonostante fosse una notizia terribile, ne parlai un po’ con loro e poi decisi di andare a provare gli esercizi. Ho avuto delle sensazioni positive ed ho subito pensato che fosse una cosa buona; devo dire che non mi ero mai interessato alle discipline spirituali. Pian piano cominciai a dedicare sempre più tempo agli esercizi, ma è quando ho letto il libro principale, “Zhuan Falun” che sono rimasto veramente colpito. In particolar modo rimasi affascinato dalla semplicità con cui erano trattati temi per me complessi e l’enfasi data all’importanza di diventare una persona migliore, seguendo dei principi - che in occidente potremmo chiamare etici o morali – che puntano ad elevare il proprio carattere morale”. Come mai continui? “In definitiva perché mi sento meglio: più energico, meno ansioso e meno preoccupato; più rilassato davanti ai conflitti, che riesco a gestire con maggior calma e gentilezza.

Sono riuscito a limitare dei lati del mio carattere che in precedenza volevo modificare, ma che non riuscivo ad affrontare o gestire, pur essendo consapevole che erano aspetti che non andavano. Ora, non è che sono perfetto, ma il mio miglioramento è stato notato anche dalle persone che mi stanno vicino e direi che alcune di loro hanno avuto un ritorno positivo”. Hai parlato di persecuzione in Cina, perché? “La premessa è che all’inizio il governo cinese sosteneva la Falun Dafa, l’ha anche premiata ufficialmente, riconoscendone i benefici che portava a chi la praticava.

Poi, ed è qualcosa che tutti sanno, in Cina c’è un regime - una dittatura portata avanti dal partito comunista cinese (PCC) - che di fatto non tollera la presenza di gruppi di grandi dimensioni che non riesce a controllare direttamente, soprattutto i gruppi spirituali che portano avanti interessi diversi da quelli propagati dal regime. Alla fine degli anni ’90 il PCC aveva stabilito in circa 70-100 milioni i praticanti del Falun Gong, che è un numero grosso. Hanno iniziato vietando la vendita dei libri del Falun Gong, poi intimidendo i praticanti per farli smettere di praticare, hanno diffuso notizie false per diffamare i praticanti e cose del genere.

Infine, il 20 luglio 1999 è stata lanciata ufficialmente la persecuzione, con la messa al bando della pratica, che ha dato il via a una campagna di centinaia di migliaia di arresti indiscriminati in tutto il paese, e soprattutto a Pechino, dove i praticanti si recavano per appellarsi pacificamente al governo centrale”. Come avviene la repressione? “Penso non sia possibile rendersi conto, concretamente, dell’estensione dell’orrore che avviene in Cina nei confronti dei praticanti del Falun Gong, da oltre 10 anni.

Molti organismi, governativi e non, come Amnesty International, Human Rights Watch, le Nazioni Uniti, hanno pubblicato approfondite inchieste ufficiali sulla persecuzione del Falun Gong in Cina, arrivando a delineare un quadro che il vice presidente del parlamento europeo, Edward Mc Millian, ha definito “un genocidio”. Quello che ha potuto sfuggire alla censura del regime cinese sono racconti di torture medievali, di lavaggio del cervello, abusi sessuali e aborti forzati, lavori in condizioni di schiavitù nei famigerati Laogai, letteralmente “campi di rieducazione attraverso il lavoro”, e uccisioni definite come suicidi.

All’inizio della persecuzione il PCC ha svolto un altro ruolo, quello di diffondere una propaganda diffamatoria, con l’obiettivo di demonizzare il Falun Gong. Sono usciti pezzi su radio, giornali e TV – tutti controllati strettamente dal PCC – che incitavano all’odio contro il Falun Gong, rappresentando i praticanti come dei folli, che si gettavano dai tetti o si davano fuoco, cose del genere. Tutto falso e chiaramente incompatibile con gli insegnamenti del Falun Gong, come chiunque può rendersi conto leggendone i libri.

All’esterno della Cina, dove questo argomento è per la maggior parte dei casi ignorato, i mezzi di comunicazione inizialmente non hanno potuto fare altro che trasmettere le notizie che arrivavano dalle agenzie di stampa del regime, aiutando di fatto il PCC a diffondere il messaggio che la persecuzione era un atto giustificabile per la “stabilità del paese””. Qual è la situazione attuale? “La persecuzione è ancora in atto e non ha diminuito di intensità, anzi. È solo che è divenuta “sotterranea”, non più alla luce del sole come nei primi anni.

Il PCC, che aveva intenzione di “sradicare” il Falun Gong, non solo non ci è riuscito, ma ha dovuto smettere di pubblicizzare le proprie “vittorie”, altrimenti avrebbe continuato a trasmettere il messaggio che il Falun Gong resiste ancora. Ritengo che questa persecuzione metta bene in luce la follia e la malvagità di coloro che governavano, e governano tuttora, in Cina: erano e sono perfettamente consapevoli che il Falun Gong è una cosa buona e che non ha obiettivi politici eppure hanno iniziato e stanno portando avanti una delle peggiori atrocità dei nostri tempi.

Un evento scottante e largamente ignorato, che non riceve l’attenzione che dovrebbe sui mezzi di comunicazione mondiale. Un esempio è quanto accaduto durante il periodo delle Olimpiadi nel 2008: tutto il mondo guardava Pechino e la Cina, eppure è stato scritto appena qualcosa sui siti internet del Falun Gong censurati. Nulla è stato detto della raccapricciante e disumana raccolta di organi. Un’inchiesta, “Bloody Harvest” disponibile anche in italiano, ha reso noto che il PCC utilizza i praticanti del Falun Gong come fonte per il mercato dei trapianti.

In Cina è possibile trovare un organo compatibile in poche settimane, qualcosa che gli esperti giudicano impossibile senza avere a disposizione delle persone a cui, di fatto, prelevare tali organi. È qualcosa di molto sistematico e molto redditizio, il giro d’affari è sicuramente miliardario, e, allo stesso tempo, qualcosa di estremamente crudele e disumano”. I responsabili sono stati portati di fronte alla giustizia? “In molti paesi, Italia inclusa, sono state depositate denunce contro individui che sono direttamente responsabili della persecuzione.

Recentemente un giudice argentino ha emesso un ordine di cattura internazionale per genocidio e crimini contro l’umanità nei confronti di due tra i principali responsabili: Jiang Zemin e Luo Gan. Il primo era l’allora presidente della repubblica cinese, colui che ha dato ufficialmente il via alla persecuzione dei praticanti del Falun Gong, ordinando di “diffamare la loro reputazione, rovinarli economicamente e distruggerli fisicamente”. Il secondo era a capo dell’Ufficio 610, che si può considerare alla pari della gestapo nazista, un organismo extralegale creato e finanziato per portare avanti la persecuzione, in grado di dare ordini alla polizia, all’esercito e ai funzionari locali del PCC.

Ci tengo a dire che i praticanti del Falun Gong, in Cina come all’estero, hanno sempre reagito pacificamente e in modo non violento alla persecuzione, tenendo fede ai principi di verità, benevolenza e tolleranza; tutte le attività che vengono svolte hanno lo scopo di rendere nota la persecuzione, chiederne la fine e ristabilire le condizioni per praticare in Cina”. Quindi, voi praticanti nel mondo continuate a parlare di tutta questa terribile vicenda, affinché sia pubblicizzata a tutti, lottando per far sapere la verità e per mettere fine al massacro. “Personalmente credo che molti tra coloro che hanno relazioni con la Cina, in special modo quelli che hanno un certo ruolo nella società - come giornalisti, politici, imprenditori – sono perfettamente a conoscenza di quello che sta accadendo ai praticanti del Falun Gong in Cina.

Penso che le informazioni in merito ci siano, è solo che non vengono diffuse ampiamente. Per come la vedo il ruolo della Cina nella comunità internazionale ha un peso tale per cui molte persone preferiscono voltare la testa dall’altra parte. Penso però che chi ha la possibilità di fare qualcosa di concreto, ne abbia anche la responsabilità. Dopo la seconda guerra mondiale è uscito il grido “mai più!” eppure un nuovo olocausto sta avvenendo oggi in Cina - le prove ci sono - eppure sembra che il cuore e la mente di certe persone rimangano sordi davanti alla promessa di vantaggi, soprattutto economici.

Sono però convinto che tutto ciò passerà alla storia. La resistenza pacifica, nei confronti di una persecuzione talmente brutale, dei praticanti del Falun Gong, rimarrà un esempio per il futuro e sono sicuro che le prossime generazioni studieranno e rivisiteranno quello che sta accadendo oggi”. Grazie per la disponibilità Marco.“Prego, grazie a te”. A Firenze il gruppo di pratica si riunisce ogni domenica alle 17:30 in piazza Indipendenza. di Silvia Languaso

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