In Provincia di Firenze nessuna richiesta di apertura dell’unità di crisi

L’assessore Giovanni Di Fede ha risposto ad un’interrogazione di Cordone (Lega Nord). La vicenda coinvolge, tra lavoratori diretti e indotto, 150 persone.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2010 14:51
In Provincia di Firenze nessuna richiesta di apertura dell’unità di crisi

L’assessore ai rapporti col Consiglio Giovanni Di Fede ha risposto ad un’interrogazione di Marco Cordone (Lega Nord) sulla situazione della casa di cura Villa Cherubini, del gruppo Prosperius di Firenze. “La vicenda, nel corso degli ultimi anni, ha visto due iniziative di sequestro del cantiere in costruzione presso la località San Domenico con motivazioni più o meno simili relativamente ad una non corrispondenza dei piani presentati in Comune e, quindi, l’autorizzazione a costruire.

Rispetto alla situazione legata ai permessi a costruire noi non abbiamo competenza. Questa disavventura della società Prosperius ricade su Villa Cherubini che è la società che sta subendo un’intimazione di sfratto. Come il consigliere, anche noi siamo molto vicini ai lavoratori e esprimiamo tutta la nostra solidarietà, però vorrei far notare che non è stata ricevuta nessuna richiesta di apertura dell’unità di crisi. Noi possiamo intraprendere iniziative istituzionali come Provincia sul tema del lavoro o dei conflitti sindacali nel momento in cui viene formalizzato e richiesto il nostro intervento.

Ma, al momento, all’Assessorato al lavoro non è ancora emersa nessuna richiesta e non c’è una richiesta di intervento diretto o indiretto da parte della Provincia”. Marco Cordone ha replicato che: “Qualcuno questo problema lo dovrà porre perché se le cose non si sbloccano si rischiano 150 posti di lavoro tra il personale che lavora presso la casa di cura ed il personale che lavora nell’indotto. Non voglio entrare nel merito – ha aggiunto Cordone – ma la magistratura fiorentina, negli ultimi mesi, avrebbe bloccato e sbloccato e poi di nuovo ribloccato i lavori, con motivazioni varie che si basano sui primi permessi.

Il termine delle indagini dovrebbe essere avvenuto da circa un anno ma i cantieri di San Domenico sono fermi da circa 2 anni. La situazione si potrebbe sbloccare applicando la legge sull’equo canone che prevede contratti di 9 anni, più 9 anni. La casa di cura può essere equiparata ad una struttura alberghiera. Mi meraviglio – continua Cordone – che ancora la Provincia non sia stata interessata della vicenda perché c’è stata una manifestazione ai primi di gennaio sotto Palazzo Vecchio e la Provincia si interessa, ogni settimana, di tante situazioni similari.

La Provincia deve intervenire quanto prima perché, se si riuscisse sbloccare la situazione entro sei mesi si potrebbe effettuare il trasferimento dalla sede attuale di Villa Cherubini alla nuova sede in Via di San Domenico e tutti questi posti di lavoro non sarebbero più a rischio. Villa Cherubini svolge delle attività sanitarie altamente specialistiche per Careggi ed è all’avanguardia per quanto riguarda le cure tumorali e del rachide.

Mi auguro un intervento urgente della Provincia per risolvere questa situazione”.

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