Martini, il bilancio di 10 anni da presidente

Conferenza di fine mandato per il Presidente uscente. Vari i temi trattati per un bilancio di dieci anni che ha visto la Regione Toscana spronare le piccole realtà ad una intesa comune per uscire dalla crisi, rilanciarsi e tornare competitivi.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2010 16:43
Martini, il bilancio di 10 anni da presidente

Conferenza di fine mandato per il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che affronta seguendo una scaletta preparata artigianalmente con la vecchia biro, i temi di più stretto interesse, non un discorso programmatico ma come meglio la definisce lui stesso "una fotografia sull'oggi". "Ci sono ancora 80 giorni in cui lavorare, non sono pochi e non possiamo bloccarci - spiega Martini - con quel che accade nel mondo sono tanti e densi di attività". Parte dalla crisi, che ha colpito più settori e che ancora persiste all'interno di un sistema che seppur dimostra di aver tenuto bene è ancora lontano dal dirsi fuori pericolo, anzi, le previsioni "ma senza fare la Cassandra" sono di debole valutazione ottimistica. "La critica del centrodestra non è stata quella di non aver fronteggiato la crisi - commenta - la critica è semmai su una concezione della società, e quindi di una programmazione economica non condivisa, con prospettive divergenti". "Lo dico con molta franchezza - dichiara Martini - sono poche le situazioni realmente risolte, ma abbiamo tenuto unito il fronte, abbiamo reagito a quanto stava accadendo, con energia e convinzione, evitando discussioni su temi secondari, mitigando l'ondata negativa.

Ci aspetta uno sforzo ancora lungo e faticoso, lo stesso Presidente Silvio Berlusconi lo ha riconosciuto - sottolinea - forse per la prima volta ha dichiarato la persistenza dello stato di crisi, senza sminuirne gli effetti, ma riconoscendone una presenza anche nell'immediato futuro". "Non vi sono soluzioni individuali, deve essere uno sforzo corale, dobbiamo farci carico di lavorare insieme; una prima proposta è quella di tenere un incontro generale con tutte le parti sociali, tutti i soggetti: banche, università, sindacati, istituzioni, così come fatto nel novembre 2008 per confrontarsi e fare un bilancio che lasci in eredità alla futura legislatura materiale utile per la campagna elettorale e non solo". "Non possiamo arretrate sulla 'concertazione' - prosegue - perché ho avuto l'impressione che si sia pensato trattarsi di uno strumento che ha concluso il suo tempo, invece è la strada più giusta da seguire per raggiungere un obbiettivo comune, non esiste l'autoreferenzialità.

Siamo tutti piccoli - ancora Martini - piccole le imprese, piccole le realtà, piccola anche la regione se paragonata ad altre più potenti anche a livello europeo, nessuno di noi è in grado di farcela senza il contributo degli altri". "Con Scajola - prosegue il Presidente della Regione - ci siamo dati un appuntamento di creare una serie di punti e di strumenti per costruire il 'pacchetto toscana' con tutte le problematiche aperte, entro metà febbraio fare un passo avanti, uscire dalla mera dichiarazione verbale ed arrivando ad un impegno forte del Governo". "Sugli ammortizzatori sociali ci siamo mossi per offrire garanzie, ma sono garanzie a termine, non sono inesauribili: la cassa integrazione così come da noi sostenuta economicamente vedrà delle variazioni a fine 2010.

Non solo, ciò che ci dispiace è che il ruolo della donna nel mondo del lavoro potrebbe avere un arresto considerevole, ultimamente la performance è stata la migliore in assoluto, ma occorre continuare a puntare su questo per non regredire repentinamente". Il Presidente invita a sfogliare l'inserto preparato come una sorta di Bilancio, un diario di viaggio analitico, con le tematiche di maggior rilievo suddivise per importanza all'interno di un arcobaleno cromatico e programmatico, rispettato o in corso d'opera ma corredato da schemi e dati che mettono in risalto i risultati raggiunti dalla Toscana rispetto al resto d'Italia e contrapposto alle stime europee. "Proporrò che si tenga un vertice istituzionale con tutte le Province, il Capoluogo ed anche le Comunità Montane, non tanto per la riduzione degli stanziamenti alle comunità, ma per il rischio di perdere l'attenzione sulla montagna, non convoco nessuno - precisa - il mio sarà un invito per riflettere, per sforzarsi di trovare soluzioni nonostante i tempi ed il momento ricco di nodi da sciogliere.

Difficoltà per l'agricoltura, il turismo, che sono la nostra forza ma anche, e forse proprio per questo, le risorse più delicate". "La costa - prosegue - anche grazie alle politiche condotte in questi dieci anni, risulta essere la zona con maggiori potenzialità acquisite". "La Sanità toscana è un punto di riferimento assoluto, ha tenuto bene e tiene bene qualsiasi confronto". "La scelta di dedicarci alle energie rinnovabili ci ha visti in prima linea ed ha ottenuto interessanti risultati". "Rilevante l'impegno nello snellimento delle spese interne, altro punto a noi caro sul quale ci siamo mossi anche riducendo i compensi in Regione; ricordiamo che in Toscana sia il Presidente che i Consiglieri sono i meno pagati d'Italia". Sulle infrastrutture il Presidente, pur mantenendo aperte le riserve su alcuni frangenti dichiara: "Ritengo importante il fatto che, anche a distanza di anni, con tutto ciò che è accaduto nel mezzo, si stia ancora tenendo fede ad accordi presi in tempi non sospetti, con l'intento di portare a compimento quanto messo in cantiere".

Le riserve sono dovute invece a quei punti di contrasto tra Regione e Governo centrale, ad esempio su leggi interne non riconosciute dall'Esecutivo nazionale e per le quali è in corso l'iter di valutazione di incostituzionalità. Da questo punto di vista Claudio Martini è chiaro: "Esistono delle norme a carattere nazionale, ma è giusto che le scelte poi avvengano all'interno dell'autonomia regionale - ad esempio sul tema dell'acqua piuttosto che sulle energie alternative - ci sono dei parametri dettati da Roma che noi non possiamo accettare perché è giusto che sia la Regione a stabilire proprie linee guida nella scelta dei soggetti terzi cui demandare la gestione di beni primari o sui parametri cui sottostare per integrarsi nell'ambiente circostante". Ultimo punto del discorso riguarda le risorse contro le calamità naturali.

"Su questo non nascondo le mie preoccupazioni - dichiara Martini - è stato dimostrato dai fatti recenti, occorre farsi trovare pronti per dare risposte immediate e questo non è avvenuto anche a causa di un impegno economico, che riconosco difficile, ma irrisorio da parte del Governo centrale". A tal proposito Martini ricorda come siano arrivati 15 milioni di euro per il disastro di Viareggio che ha visto la perdita di vite umane e 20 milioni per i danni dovuti dalle alluvioni che sono ingenti nella misura in cui toccano realtà disomogenee, oltre ai danni fisici anche la difficile ripresa ed i mancati guadagni, per una stima economica che si aggira sulle centinaia di milioni". Chiede in conclusione di poter aprire una parentesi su una tematica strettamente politica: "Una cosa fatemela dire, sulla 'discontinuità' facciamo decidere i toscani, non ad Oliviero Toscani, ma ai toscani; vedo che in tanti usano questa parola, quasi come motto elettorale, può starci, ma lasciamo che sia la regione stessa a decidere, non ne facciamo una necessità di cambiamento, quando esistono gli strumenti adatti a valutare il volere della gente". di Antonio Lenoci

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