Contributi Ue ai giovani agricoltori, tutto regolare

Tre anni fa le prime indagini. Coinvolti 59 funzionari provinciali. Il presidente Martini: "La Corte dei Conti giudica inammissibili le richieste della Procura".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2010 20:17
Contributi Ue ai giovani agricoltori, tutto regolare

Sono stati tutti assolti i 59 funzionari di Province e Comunità montane della Toscana che la Procura aveva indagato con l'accusa di aver concesso finanziamenti pubblici a giovani agricoltori non in possesso dei giusti requisiti, con un danno erariale stimato di 60 milioni che gli stessi dipendenti avrebbero dovuto pagare di tasca propria. "Una buona notizia che ci soddisfa e ci rende contenti - commenta il presidente della Regione, Claudio Martini -, anche se la sentenza della Corte dei Conti non cancella tre anni di patimenti e di rapporti che hanno rischiato di incrinarsi anche con l'Unione europea, che dopo l'avvio dell'indagine aveva iniziato a guardare alla Toscana con qualche sospetto".

Una lieta notizia, ma con una piccola beffa. "A pagare le spese della Procura, circa 90 mila euro dovrebbe essere la Regione, anche se non parte in giudizio ma in quanto l'azione è stata avviata a sua tutela – aggiunge Martini -: una decisione che contesteremo, sottolineandone l'evidente assurdità". Contributi a giovani agricoltori Parla di finanziamenti europei per le aziende agricole il presidente della Toscana nel corso del consueto briefing settimanale con i giornalisti.

Accanto a lui c'è l'assessore della Provincia di Siena Annamaria Betti, coordinatrice all'interno dell'Upi, l'unione delle Province toscane, degli assessori all'agricoltura di tutta la regione. Le prime indagini tre anni fa La storia inizia nel 2007, quando la Guardia di Finanza di Arezzo avvia un'indagine per verificare la regolarità dei finanziamenti versati negli anni precedenti dalla Provincia ad alcune aziende sulla base di un bando comunitario del 2000 che incentivava l'avvio di nuove imprese di giovani agricoltori.

Secondo la Guardia di Finanza alcuni dei versamenti, disposti sulla base di graduatorie stilate dalla Provincia, erano irregolari perché la aziende beneficiarie non avevano i requisiti per ricevere il finanziamento in quanto non si trattava di nuove imprese, ma soltanto di aziende condotte da giovani con meno di 40 anni. La sentenza a dicembre L'indagine si era poi allargata a tutte le Province della Regione e alle Comunità montane e aveva portato al coinvolgimento di 59 funzionari pubblici.

Tra gennaio e febbraio del 2009 c'è il rinvio a giudizio davanti alla Corte dei Conti. La sentenza di assoluzione arriva il 21 dicembre 2009, meno di un mese fa. Due bandi che si sono sovrapposti "L'equivoco, subito segnalato ma inutilmente - spiega Martini – si era determinato a causa di una sovrapposizione di due direttive e bandi diversi emessi dalla Ue nello stesso anno". Il primo, del settembre 2000, considerava ammissibile al finanziamento qualunque giovane imprenditore che avesse un'età compresa fra 18 e 40 anni.

Il secondo, di dicembre, prevedeva finanziamenti sotto forma di incentivi per chi, con meno di 40 anni, fosse iscritto per la prima volta alla partita iva di produttore agricolo: al massimo entro un anno dalla domanda di finanziamento. "Il bando regionale, su cui le Province hanno lavorato, si situa nel mezzo – ricorda Martini -, in un momento di incertezza di applicazione della norma comunitaria in cui erano validi i requisiti del primo bando ma era esistente anche il secondo". Nessun danno erariale, nulle le richieste della Procura Per la Corte dei Conti non c'è comunque danno erariale e i funzionari hanno eseguito correttamente quanto stabilito dalla Regione, né potevano disapplicare i regolamenti regionali.

Di più. "Il giudice, deliberando il non luogo a procedere – sottolinea il presidente Martini –, ha affermato nella sentenza che l'impostazione accusatoria della Procura è fallace sotto ogni profilo, nulla e inammissibile, priva di supporto probatorio, vacua nelle valutazioni e argomentazioni. Ne prendiamo atto, con soddisfazione". di Walter Fortini

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