Ancora troppi i lavoratori al nero. I sindacati chiedono più controlli

Intanto dall'incontro fra Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Firenze, le Rsu e la Baldassini Tognozzi Pontello Spa è emerso che entro un paio di mesi 50 operai andranno in cassa integrazione se non si sbloccheranno nuovi cantieri.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2010 18:58
Ancora troppi i lavoratori al nero. I sindacati chiedono più controlli

"I cinque lavoratori a nero titolari delle indennità per lavoratori socialmente utili sorpresi ad operare presso un cantiere edile di Rufina rappresentano purtroppo una realtà diffusa in edilizia, quanto meno per l’aspetto legato all’assenza del rapporto di lavoro. Il lavoro irregolare interessa in edilizia in maniera più massiccia i lavoratori extracomunitari, talvolta anche privi di permesso di soggiorno, ma anche lavoratori italiani. Se i primi risultano maggiormente ricattabili per i problemi relativi al soggiorno in Italia i secondi provengono spesso da zone del Paese con tassi di disoccupazione a due cifre.

Molto frequente è anche il fenomeno che riguarda il pagamento di pezzi di salario, gli straordinari per esempio, al nero, in questo caso di operai assunti". E' quanto dichiara il segretario della Fillea Cgil di Firenze Flavia Villani che aggiunge: "Oltre a rappresentare un meccanismo di evasione fiscale e contributiva nei confronti degli enti il fenomeno è preoccupante anche per la quantità di denaro contante che circola in quei cantieri. Spesso dietro a questi meccanismi si nascondono caporali in grado di reperire manodopera sia trasfertista dal sud, sia sulle piazze della città prima dell’alba". "Riteniamo che la piena attuazione delle norme contrattuali e di legge in materia di lotta al lavoro nero, di controllo degli orari di lavoro e della sicurezza possa ridurre notevolmente il rischio di casi analoghi.

La responsabilità del controllo, soprattutto nei lavori pubblici, compete al committente e comunque sempre all’impresa titolare dei vari contratti di subappalto. Le stazioni appaltanti detengono poteri e strumenti per evitare che le imprese mettano in atto comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori e che favoriscono la competenza sleale tra operatori virtuosi e imprese inadempienti. Anche il tema dei meccanismi di aggiudicazione delle gare e dei prezzi dei lavori incidono pesantemente sulla qualità del lavoro, sulla sicurezza e su tutti i fenomeni di irregolarità che vanno aggravandosi anche a causa del contesto di crisi delle costruzioni" aggiunge Villani. "Il settore necessita di maggiori controlli - conclude Villani - e di un sistema sanzionatorio più efficace, in grado di disincentivare imprese e committenti all’utilizzo del lavoro irregolare".

Baldassini Tognozzi Pontello: cassa integrazione almeno per 50 operai Nel corso dell’incontro svoltosi ieri tra Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Firenze, le Rsu e la Baldassini Tognozzi Pontello Spa, nella persona del presidente Riccardo Fusi, l’impresa ha illustrato la propria difficoltà a garantire i livelli occupazionali della divisione appalti privati. Con l’ultimazione di numerosi cantieri infatti gli 87 operai e 50 impiegati non trovano ricollocazione in altre opere ad eccezione di una parte di tecnici che saranno trasferiti temporaneamente sui lavori per la realizzazione del Quadrilatero Umbria-Marche, come già a suo tempo avvenne con una parte del personale proveniente dalla Terza Corsia della A1.

Nel giro di due mesi e mezzo, l’impresa ha dichiarato, 50 operai risulteranno in esubero in quanto, a fronte della consegna dei lavori ultimati, non vi sono opere cantierizzabili immediatamente. Cantieri come Panificio militare, Ex Manifattura Tabacchi, Viale Belfiore e alcuni progetti riguardanti il Comune di Scandicci e di Campi Bisenzio avrebbero potuto dare continuità al lavoro dei dipendenti per i quali oggi l’impresa chiede la sospensione. I lavori invece, l’impresa riferisce, non possono partire in quanto mancano passaggi formali ed autorizzazioni da parte delle amministrazioni comunali e a causa di ritardi dovuti al sistema bancario.

Analoga sorte avevano avuto, prima di Natale, i lavoratori della stessa impresa addetti alla realizzazione della Linea 2 della Tramvia per i quali è stato siglato un accordo di cassa integrazione. Anche su questo argomento le organizzazioni sindacali avevano chiesto spiegazioni al Comune, spiegazioni ad oggi non ancora ricevute. "Abbiamo bisogno di risposte urgenti e certe circa i tempi di cantierizzazione di queste e di altre opere strategiche per la ripresa del settore e per lo sviluppo della città, tra le quali anche il secondo lotto del passante ferroviario" fanno sapere i sindacati.

Nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro per entrare nel dettaglio della richiesta di sospensione e si procederà a convocare l’assemblea dei lavoratori. Nel frattempo le organizzazioni sindacali chiederanno incontri ai Comuni interessati dai cantieri per sollecitare quanto di loro competenza con l’obiettivo di ridurre al minimo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali a sostegno del reddito dei lavoratori.

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