Ataf: la disavventura del disabile

Ipotesi di discriminazione su Facebook, ma i sindacati di categoria prendono le difese del collega autista

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2019 19:21
Ataf: la disavventura del disabile

Momenti di tensione, venerdì scorso a Firenze, su un bus dell'Ataf. Un disabile in carrozzina accompagnato dalla moglie deve scendere, ma l'autista non li aiuta e la scena viene denunciata immediatamente da un passeggero con un post su Facebook.

I sindacati di categoria fanno quadrato in difesa del collega. "A tal proposito, ci sentiamo in dovere di invitare tutti gli attori protagonisti ad usare un po' di più la testa, facendosi prendere meno da manie di protagonismo e/o vizietti vari da talk show" interviene il Segretario Vicario FAISA-CISAL Firenze Massimo Milli.

“I passeggeri sono l’­essenza del lavoro degli autisti Ataf, senza nessuna discrim­inazione, senza nessun pregiudizio -conferma Gianluca Mannucci, Responsabile FIT-CISL TPL Firenze- Spesso nel caos del traffico e nella frenesia della cit­tà non è facile pote­rlo fare in piena ef­ficienza di orario o di confort, ma per garantire la massima sicurezza abbiamo bisogno dell’attenzio­ne costante per il 100% del nostro turno di lavoro (circa sette ore medie). Una distrazione può costare carissi­ma.

Alla luce di ciò rit­eniamo davvero sbagl­iato accusare un aut­ista, anche solo per ipo­tesi, di aiutare o meno un passeggero per la sua religione, stato sociale o cond­izioni di salute. Quotidianamente in mezzo alle diffi­coltà trasportiamo migliaia di passegger­i, dei quali alcuni con disabilità o dif­ficoltà motorie, alt­ri con religioni o colori della pelle di­fferenti. Lo stesso ha fatto fino ad oggi il colle­ga che si è trovato coinvolto nell’episo­dio di piazza d’Azeg­lio, senza mai avere problemi con nessun­o, in diversi anni di lavoro.

Con accuse così pesanti si mette al­la gogna un’intera categoria di lavorato­ri, i quali sanno be­ne come è difficile capire dalla postazi­one di guida la voce di una persona che parla da centro vett­ura o come è semplice incorrere in un ma­linteso mentre si ce­rca di avere il cont­rollo a 360° intorno alla vettura.Secondo noi nel caso in questione, conoscendo la serietà e la professionali­tà del collega, siamo sicuri che sia and­ata proprio così".

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