Assemblea CNA Firenze: premi “Bottega Leonardiana 2019” a Giusto Manetti Battiloro e Pirotecnica Soldi

Presenti alla tradizionale riunione annuale Nardella, Bassilichi, Ciuoffo e Silvestrini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 giugno 2019 23:55
Assemblea CNA Firenze: premi “Bottega Leonardiana 2019” a Giusto Manetti Battiloro e Pirotecnica Soldi

Sulle orme di Leonardo, da sempre, l’artigiano immagina, inventa e risolve “a bottega”. Un modus operandi, oltre che un patrimonio di idee, tecniche, competenze e creatività che ha saputo tramandarsi nel corso della nostra storia. Ma nell’era del web e del digitale, il modello ha ancora un futuro?

Questo il quesito alla base di “Sulle orme di Leonardo. L’innovazione e la bottega artigiana”, l’Assemblea annuale di CNA Firenze Metropolitana, l’associazione che nella Città Metropolitana di Firenze rappresenta quasi 9.000 imprese tra artigianato, commercio e pmi, cui hanno partecipato con Giacomo Cioni, il Presidente Cna Firenze Metropolitana, Dario Nardella, Sindaco di Firenze, Leonardo Bassilichi, Presidente della Camera di Commercio fiorentina, Sergio Silvestrini, Segretario Generale di Cna Nazionale, Stefano Ciuoffo, Assessore alle Attività Produttive della Toscana..

La risposta al quesito, per CNA, è un netto si.

“Per Firenze, la Toscana e l’Italia intera, che hanno una struttura economica fondata sulla piccola impresa il modello rimane centrale. Per l’artigianato, poi, continua ad essere strategico.Un modello (l’unico) in cui lo sviluppo economico rimane ben ancorato al territorio: crea occupazione (e non la sposta dove il costo del lavoro è più conveniente), offre servizi e prodotti che lo valorizzano distinguendosi per peculiari materiali e competenze caratteristici (non certo privi di riferimenti concreti al luogo d’origine), fa economia reale (e non l’impalpabile, se non per pochi, finanziaria) - ha spiegato il presidente Cioni - In definitiva, è il modello del Made in Italy, con prodotti e servizi ben ideati e ben fatti, di qualità, personalizzati e personalizzabili, durevoli, belli, realizzati in modo sostenibile, tanto per l’ambiente che per la società: caratteristiche, tutte, che il mercato richiede con sempre maggior insistenza persino alle grandi industrie e multinazionali”.

Un modello in cui l’innovazione, in special modo quella incrementale del day by day a ‘bottega’, piuttosto che quella dei centri di ricerca, è fondamentale. Le 158 startup fiorentine iscritte al Registro Imprese sono soprattutto società a responsabilità limitata (88% del totale), con una significativa presenza di srl semplificate (8,9%) e si concentrano in settori tipicamente artigiani: 48,1% comunicazione, 36,1% servizi, 11,4% manifatturiero.

Allora, tutto rosa e fiori? Non proprio, come purtroppo testimoniano il calo di imprese giovanili (-4,1% nell’ultimo anno nella Città metropolitana di Firenze) e le difficoltà nel passaggio generazionale.

“Le botteghe del Rinascimento e le imprese artigiane di oggi non sono solo contenitori del saper fare e quindi di lavoro e di imprenditorialità personale, sono anche matrici di ulteriore lavoro e ulteriori imprese. La longevità è un valore da tutelare anche quando il genio passa di mano” prosegue Cioni.

Come? Per CNA, sostenendo gli investimenti in fase di successione, soprattutto a favore di chi subentra, in modo che percepisca un sostegno alla sua scelta che non può mancare in questo caso, come in quello gemello della creazione di nuove imprese.

Ma creare un’impresa continua ad essere, letteralmente, un’impresa.

“Il giovane apprendista intenzionato a rilevare la bottega del maestro, lo studente deciso ad investire in un mestiere artistico e artigianale, il disoccupato propenso a ricercare nell’impresa individuale un nuovo inizio troveranno molto più ostacoli rispetto a quelli canonici legati alle dinamiche di mercato: individuare un target ormai globale, introdurre innovazioni nel ciclo produttivo, accrescere le proprie competenze per dirne alcuni. Sulla loro testa, infatti, pesa un particolare aggravio di burocrazia e di costi aggiuntivi che generano incertezza” sottolinea Cioni.

Basti pensare alle molteplici forme che assume il Suap, lo sportello Unico Attività produttive, alle difficoltà nel raggiungimento della totale informatizzazione e standardizzazione delle procedure, all’incapacità di definire criteri uniformi di funzionamento che evidenziano anche un problema di taglia. Malgrado l’Unione Europea abbia introdotto il principio “think small first” per evitare che requisiti di legge previsti per le grandi imprese vengano applicati anche alle piccole e nonostante l’introduzione del Moa (il programma di misurazione e riduzione degli oneri burocratici), la macchina della Pubblica Amministrazione continua ad essere un ostacolo per la creazione di imprese come per l’accesso al lavoro.

Inoltre, le imprese continuano a diminuire: -11,4% di imprese artigiane a livello nazionale dal 2009 al 2018, - 12,2 per quelle toscane e -8,4% per quelle fiorentine.

“La riduzione del numero di imprese è un fenomeno negativo se porta alla riduzione del numero di addetti (quindi ad un deficit di quantità di lavoro) e alla scomparsa di lavori pure necessari e richiesti (quindi ad un deficit di qualità). In questo caso i provvedimenti concreti non possono che guardare alla difesa della qualità e quantità del lavoro, anche a costo di una riduzione del numero di imprese se questa avviene a favore di crescita dimensionale e di aggregazione. Si tratta di sostenere le forme di aggregazione, come consorzi, reti, acquisizioni, fusioni) basate su qualificati piani industriali e sulla messa a comune di punti di forza, competenze, forza lavoro“ commenta Cioni.

Infine, la patologica stretta del credito alle imprese: tra la fine del 2011 e marzo 2019 lo stock di credito bancario alle imprese è diminuito di circa 250 miliardi, oltre un quarto del totale. Solonei primi tre mesi di quest’anno il calo è stato di 15 miliardi. “Un’accelerazione che non può non preoccupare: senza credito non ci sono investimenti, non si cresce, non si compete. Tanto più in un sistema, come quello italiano, ancora dipendente dal credito bancario, anche in assenza di concrete alternative al credito tradizionale” conclude Cioni.

“L’artigianato è un modello destinato a evolversi e nel contempo a rimanere sé stesso. Mutando gli strumenti di esecuzione ma conservando l’animo ispiratore e, soprattutto, l’orgoglio delle cose belle e ben fatte. Che cosa collega manufatti apparentemente lontani tra di loro, a esempio un capo di abbigliamento che calza a pennello realizzato in un nostro laboratorio e una macchina utensile uscita dagli impianti della nostra industria meccanica? La precisione al servizio dell’inventiva, autentico valore aggiunto del Made in Italy.

Che nessun concorrente può replicare. Una precisione che si richiama alla minuziosità di Leonardo, che non lasciava mai nulla al caso, in nessuna delle molteplici attività che gli permetteva il suo genio. Un valore aggiunto esaltato dalla duttilità artigiana, che non teme i problemi improvvisi e i cambiamenti di scenario. Anzi, fa tesoro delle novità, degli imprevisti, dei nuovi paradigmi. E dà vita a oggetti di qualità indiscutibile, adatti all’uso richiesto e non effimeri, destinati a durare nel tempo, piuttosto, a essere ricordati e spesso a essere tramandati alle generazioni successive” ha dichiarato Sergio Silvestrini, Segretario Generale CNA nazionale.

A corollario dell’Assemblea l’assegnazione dei premi “Bottega Leonardiana 2019” a due delle realtà locali che si distinguono per longevità e capacità di coniugare tradizione e innovazione: la Giusto Manetti Battiloro, leader di mercato nella produzione di foglie d’oro e d’argento ufficialmente dal 1870, ma di fatto dal 1600 e la Pirtotecnica Soldi che fabbrica fuochi d'artificio per allestimento di spettacoli pirotecnici dal 1869.

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