FIRENZE- Sabato 25 maggio, nel giorno del silenzio elettorale, Antonella Bundu, candidata sindaco per le liste di sinistra, correrà "Il Passatore", l’ultramaratona di 100 chilometri che parte da Firenze e arriva a Faenza. “Come sapete, stiamo finanziando la nostra campagna -annuncia a Nove da Firenze la candidata di Firenze Città Aperta- perciò chiedo a tutti di adottare ogni chilometro dei 100 che percorrerò, facendo un’offerta per ogni singolo mio passo verso la vittoria. Nei prossimi giorni spiegheremo le istruzioni per aiutarci”.
Non è la prima occasione in cui Antonella Bundu affronta una delle corse più celebri e difficili del podismo mondiale. Negli anni passati, per due volte, con la sola forza delle sue gambe aveva valicato l’Appennino sino al traguardo romagnolo. La cosa sorprendente è che lo faccia stavolta, al termine di una campagna per le elezioni comunali, che l’ha vista partecipare come outsider della politica, nel ruolo di riunificante capolista delle sinistre fiorentine.
Sotto questo aspetto si può dire che Antonella Bundu un traguardo lo ha già tagliato. A una settimana dall’apertura delle urne ha smentito tutti i dubbi che venivano espressi nei suoi confronti all’inizio della campagna elettorale: che fosse priva di esperienza politica, che non sapesse parlare in pubblico, che non sarebbe stata in grado di tenere insieme la sua coalizione.
E’ vero: è arrivata alla candidatura per Palazzo Vecchio con alle spalle un curriculum da semplice attivista. Ma la sua esperienza di vita, le discriminazioni etniche a cui si è pubblicamente ribellata negli anni, certificano una tempra umana fuori dal comune, che naturalmente ha saputo esibire durante la campagna elettorale.
Le sue capacità oratorie sono cresciute giorno per giorno, confrontandosi con la gente di Firenze in un serrato programma di incontri che l’ha fatta percorrere in lungo e largo la città. Anziché gli svarioni dialettici, che i suoi detrattori avevano pronosticato, ha esibito uno stile personale, felpato e consapevole, forse la vera sorpresa della sua comunicazione. In pochi se lo sarebbero atteso. Le parole e la determinazione della sinistra critica fiorentina sono state incarnate da una donna elegante nel look e sempre con il sorriso sulle labbra.
Come quando al dibattito dei candidati sindaco organizzato la settimana scorsa alla Certosa di Firenze, seduta per sorteggio accanto a Saverio Di Giulio, esponente dell’estrema destra, a domanda ha risposto -con flemma britannica- che anziché chiudere i centri sociali, lei chiuderebbe i covi di Casapound. Come una statua di ebano, Antonella non si è scomposta di un millimetro mentre pronunciava parole taglieti e ha costretto Di Giulio a incassare senza replica.
Nei giorni scorsi Antonella Bundu e la sua lista elettorale hanno pubblicamente denunciato gli attacchi vandalici ai suoi manifesti negli spazi di affissione autorizzati. C’era da attenderseli. Non poteva che dare fastidio a chi manifesta nell’ombra il proprio razzismo, il volto pulito di questa afro-italiana, che spicca per la sua bellezza di quasi cinquantenne, l’eleganza dell’abbigliamento, l’educazione e lo stile compassato, la dimestichezza con i migliori ambienti fiorentini, ma pure con paesi in via di sviluppo e le lingue straniere. Antonella è l’espressione esemplare della Firenze accogliente, integrata e multietnica, di una città che guarda al mondo, facendo leva sull’umanesimo della propria incarnazione.
Ma la sfida sportiva che la Bundu lancia alla vigilia del voto, al termine di massacranti settimane di propaganda elettorale, ha davvero un sapore unico, senza precedenti per la politica italiana. 100 chilometri di corsa per finanziarie una campagna in cui sembrava aver dato fondo a tutte le sue energie. E invece arrivata alla fine, riparte per un traguardo sportivo. Il sangue non mente: Antonella è la sorella di Leonard Bundu, la stella del pugilato fiorentino, sino ai suoi quarant’anni incontrastato campione europeo dei pesi Welter, tanto da arrivare a mettere i piedi anche su prestigiosi ring negli Usa. Leonard, che si è fatto vedere spesso agli incontri elettorali della sorella, adesso fa il maestro di boxe per i giovani dell’Accademia pugilistica fiorentina.
Anche Antonella Bundu ha insegnato a Firenze molte cose in queste settimane. Con il suo stile di comunicazione, accompagnato dalla bellezza e dall’eleganza, è risultata un bersaglio impossibile per la propaganda che da tempo semina odio razziale sui social network, come nelle tribune politiche.
E adesso la sua sfida sportiva alla 100 km. del Passatore ce la fa paragonare a James Cleveland Owens, il velocista e lunghista statunitense, che nel 1936, alle Olimpiadi di Berlino vinse quattro medaglie d'oro e fu la stella dei Giochi. Persino le trombe della propaganda nazista furono silenziate dalle imprese leggendarie di Jesse, uno dei più grandi atleti della storia. Un autentico mito dello sport mondiale, che riuscì ad ammutolire -almeno per qualche giorno- le mire politiche di Adolf Hitler.