Calcio, cuore e sogni: Alvaro Odriozola si racconta

"Vivo nella città più bella d'Italia, Firenze, e vengo dalla città più bella di Spagna, Donostia (San Sebastian)"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2022 11:46
Calcio, cuore e sogni: Alvaro Odriozola si racconta
ph Fabio Vanzi

Ambizione, sacrifici, il calcio come vivere un sogno. L'emozione di rappresentare Firenze. L'importanza del calcio per la società, vivere in maniera meravigliosa, un'infanzia felice e una vita da scrivere come un romanzo. Alvaro Odriozola si racconta ai media ufficiali della società viola.

IL PICCOLO ALVARO

"La mia è stata un’infanzia molto felice.

Ho trascorso tutta la vita attaccato ad un pallone.

Da piccolo mi piaceva giocare nel cortile di casa assieme ai miei fratelli. Ma soprattutto all’interno di casa mia. A volte rompevamo delle cose che non dovevano essere rotte.

Ho sempre avuto la fortuna di avere una famiglia che considero la migliore del mondo. Abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto. I miei genitori si sono separati quando sono nato. Sono sempre stato abituato a vivere con i genitori separati. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con loro, perché sono delle persone fantastiche.

Penso che la mia infanzia abbia plasmato la persona e il giocatore che sono oggi. Perché ho vissuto un’infanzia molto felice, assieme ai miei fratelli, alla mia famiglia, giocando a calcio.

Ho sempre fatto quello che mi piaceva fare, ossia tirare calci a un pallone.

La ricordo come il periodo più felice della mia vita". 

IL CALCIO

"Il calcio per me è sempre stato un modo di vivere e un modo per divertirmi. È qualcosa che ho fatto per tutta la vita, senza sentirmi mai obbligato.

Perché è quello che mi è sempre piaciuto fare.

Quando ero a scuola passavo il tempo a giocare a calcio e quando ero a casa passavo il tempo a giocare a calcio. Passavo tutto il giorno attaccato a un pallone.

E riuscire a realizzare il sogno di diventare calciatore mi riempie di orgoglio e di soddisfazione".

SAN SEBASTIÁN

"Sono sempre stato innamorato della mia città, è la città più bella di tutta la Spagna.

Ora vivo nella città più bella d’Italia e vengo dalla città più bella di Spagna.Sono orgoglioso di essere di Donostia, questo è il nome basco di San Sebastián.

Cerco sempre di far conoscere questa città, perché per me è la città migliore del mondo. Sono cresciuto giocando nelle spiagge di Ondarreta e della Concha.

Non potrei essere più orgoglioso di essere di San Sebastián".

MADRID

"Madrid è una città molto speciale.

È molto diversa da San Sebastián, è molto più grande, più cosmopolita. Sicuramente ci sono molte più cose da fare.

Madrid occupa un posto speciale del mio cuore, perché è una città che accoglie tutti e nella quale si vive bene".

 IL CALCIO A MADRID, MONACO, SAN SEBASTIÁN E FIRENZE

"Non credo esista una squadra che goda di maggiore esposizione mediatica del Real Madrid.

Il Madrid è una squadra conosciuta in ogni angolo del pianeta. Puoi trovarti nell’angolo più remoto dell’Africa, ma comunque troverai qualcuno con la maglietta del Real Madrid. È la squadra globale per eccellenza, sicuramente è la più conosciuta. A Madrid tutto quello che succede ha un’eco enorme.

Il Bayern è una squadra molto particolare. Sembra molto grande, ma in realtà il club, le persone, ti fanno sentire parte di una grande famiglia. Monaco non è grande come Madrid, ma il Bayern è un grandissimo club.

A me piacciono molto le squadre come la Fiorentina, la Real Sociedad. E la cosa che mi piace di più di entrambi i club e che li accomuna è il loro radicamento e il senso di appartenenza che generano nelle rispettive città.

La Fiorentina è Firenze. Tutti a Firenze tifano per la Fiorentina e sono molto appassionati. A San Sebastián succede lo stesso.

Tutti a San Sebastián amano la Real Sociedad e tanto a Firenze quanto a San Sebastián le squadre della città rappresentano un modo di vivere. È qualcosa che mi affascina.

Dico spesso che la Fiorentina mi ricorda la Real Sociedad ed è per questo che qui mi trovo molto bene".

LA FIORENTINA

"La Fiorentina significa passione, significa il colore viola.

La Fiorentina è un modo di vivere. Soprattutto significa rappresentare una delle città più belle del mondo.

Con il Presidente Commisso è una grande famiglia, con il suo modo di fare con i giocatori si avverte un grande spirito umano e familiare.

I tifosi mi fanno impazzire. Adoro la loro passione per la Fiorentina.

Ti danno quella spinta in più, ti fanno volare".

LA NAZIONALE SPAGNOLA

"Giocare per la Nazionale è sempre un onore.

Ho avuto la possibilità di esordire nelle qualificazioni per il Mondiale di Russia del 2018 e di aver fatto parte di quella spedizione. Sarebbe un sogno partecipare ai Mondiali in Qatar di quest’anno.

Giocare per la Nazionale spagnola è un onore e per farne parte bisogna lavorare moltissimo. La convocazione è la ricompensa per il lavoro quotidiano e per il lavoro che si svolge nel proprio club. È un premio.

A me piace molto la storia, soprattutto quella del calcio. Vedere quei grandi giocatori che hanno sollevato la Coppa, come Pelé, Maradona…la Spagna nel 2010 con Casillas e gli altri…

... per me vincere il Mondiale sarebbe un sogno".

LA STORIA

"La Storia è molto importante.

Dico sempre che senza le scale del passato non si arriva al presente. Mi piace molto conoscere il passato. Non solo a livello calcistico, ma in generale.

A me piace la storia, quindi mi piace molto Firenze, per la storia che può vantare. Il Rinascimento e non solo. Lo stesso vale per il calcio.

Mi piace conoscere la storia della Fiorentina, così come quella del Real Madrid, della Real Sociedad.

Non è così comune nel mondo del calcio, ma a me la storia appassiona molto".

 STUDIARE

"Fino a due anni fa studiavo economia aziendale. Ho dovuto smettere a causa del calcio. E soprattutto perché non mi piace fare le cose in maniera parziale.

Noi calciatori abbiamo delle carriere brevi. Quando smetterò di giocare mi piacerebbe studiare qualcosa. Ancora non so cosa, ma la storia mi piace molto. La storia di Firenze mi appassiona, perché è stata la culla del Rinascimento italiano.

È un mondo affascinante".

FIRENZE ED I MONUMENTI

"È impressionante come tutto a Firenze si sia conservato bene…i musei…soprattutto grazie alla famiglia Medici e il fatto che molti grandi artisti abbiano lavorato per loro. È bellissimo vedere come tutto si sia conservato benissimo. Mi piace molto girare per la città, visitare musei e conoscere la storia di Firenze.

L’altro giorno ho visto il David di Michelangelo e sono rimasto impressionato per quello che l’opera rappresenta, per la sua bellezza, per lo stato in cui si è conservata. Penso sia la cosa più spettacolare che abbia visto a Firenze.

Il mio posto preferito sono gli Uffizi. È incredibile vedere quante siano le opere di grandi artisti che cono conservate in quel museo. Soprattutto un quadro di Leonardo Da Vinci rimasto incompiuto, l’Adorazione dei Magi.

Mi sento privilegiato a poter vivere in una città come questa".

"A WORK OF FICTION"

"'A Work of Fiction' è la bio del mio profilo Instagram.

Io cerco di fare in modo che tutto nella mia vita sia appassionante, in tutti i sensi. E che sia un grande romanzo. Quando vedi un film di finzione, si vede sempre qualcosa di speciale, qualcosa che non riesci a immaginare, qualcosa che può essere un sogno che non è possibile realizzare. Io cerco sempre che la mia vita sia una specie di opera di finzione, qualcosa per cui essere ricordato, qualcosa di speciale.

Qualcosa che potrebbe accadere soltanto in un romanzo. Per questo ho scelto quel titolo.

Cerco sempre di fare in modo che la mia vita sia qualcosa di meraviglioso".

VINCERE LA CHAMPIONS LEAGUE

"Ho parlato del Mondiale e del fatto che giocarlo sarebbe un sogno, per la storia della competizione.

Posso dire di fare parte della storia della Champions League, per averla vinta e per aver giocato con grandissimi giocatori, soprattutto nella mia esperienza al Bayern Monaco. Penso sia il sogno di ogni calciatore.

Quando fai le partitelle si dicono cose come: “Bisogna giocare come se fosse la finale di Champions”.

Aver vinto la Champions e aver fatto la storia è qualcosa che racconterò ai miei nipoti. Come detto, faccio in modo che la mia vita sia un romanzo, che sia straordinaria, la migliore possibile.

E vincere la Champions sembra quasi una cosa da romanzo. È un sogno".

LA FIORENTINA ED IL 'CALCIO TOTALE'

"Il 'calcio totale' un piacere, soprattutto perché in campo ci si diverte.

Oggi nel calcio non è sempre facile divertirsi quando si scende in campo, ma nella Fiorentina di Vincenzo Italiano ci si diverte giocando a calcio. Alla fine si tratta di questo. Prima ho detto che quando ero piccolo giocavo a calcio perché mi divertivo. Intendevo questo.

Quando uno si diverte, le cose vengono meglio. Il tempo dirà dove potremo arrivare.

Il calcio totale è questo. Il fatto che tutti si muovano in campo, che tutti si muovano in funzione del compagno…questo fa in modo che ci si possa divertire. Il calcio è questo.

Noi cerchiamo di divertirci e in questo modo ci riusciamo".

IL CALCIO MOTORE DEI SOGNI

"Ci sono molte persone che dicono che noi calciatori guadagniamo troppi soldi per dare dei calci a un pallone. Potrebbero avere ragione.

Quello a cui le persone non pensano è l’entusiasmo che un calciatore può generare nelle altre persone. Ci sono persone che a parte il lavoro e la famiglia non hanno altro nella vita e quello che le motiva e le fa andare avanti è la squadra di calcio della propria città o la loro squadra del cuore. Per molti il calcio è il motore della vita.

Si svegliano la mattina pensando alla propria squadra, alla partita, se la squadra vince sono felici, se perde sono tristi. È chiaro, i medici salvano vite, gli architetti costruiscono case, ma noi facciamo sognare. Penso che oggi far sognare la gente non abbia prezzo.

Il calcio piace a molte persone e fa sognare. E questo si traduce in fama, soldi".

LA VITA DA CALCIATORE

"Per me non è cambiato nulla da quando sono calciatore, perché adesso sono famoso ma magari quando smetterò non mi riconoscerà nessuno per strada. Per me non cambia nulla.

L’unica cosa che cambia è che quando penso a com’ero da piccolo, a quando chiedevo foto e autografi ai calciatori, a quando li idolatravo…penso che se un bambino chiede un autografo o una foto bisogna farlo. L’unica cosa che è cambiata è questa. Non sono più io che chiedo un autografo al calciatore famoso, ma sono io la persona famosa. Sto dall’altra parte. Per questo cerco sempre di essere gentile e disponibile con tutti e soprattutto con i bambini. Perché mi ricordo di quando ero bambino e di quanto ero contento quando vedevo un calciatore. Vedo che i bambini che mi cercano hanno lo stesso entusiasmo che avevo io quando ero piccolo.

Ho sempre gli stessi amici. Continuerò a essere così. Bisogna sempre tenere i piedi per terra, è molto importante. I miei amici sono sempre gli stessi, considero la famiglia la cosa più importante della mia vita.

E mi piace molto condividere con loro i miei successi sul terreno di gioco".

LA COMUNICAZIONE SOCIAL

"Sicuramente la comunicazione social dei calciatori è troppo standard.

Io cerco sempre di uscire un po’ da questi cliché che i calciatori solitamente scrivono. Sicuramente si può cambiare, perché inizia a essere un po’ monotono e ripetitivo.

Io cerco sempre di essere sincero, di dire quello che penso, sul calcio ma non solo. Soprattutto, bisogna cercare di essere onesti con sé stessi.

Essere come si è e mostrarsi così".

IL TEMPO LIBERO

"Mi piacciono molto i cavalli, soprattutto quelli da corsa. È sempre stata una mia passione, assieme al calcio. A San Sebastián c’è un piccolo ippodromo, molto bello. Ci sono sempre andato con la mia famiglia, con mio padre, con mio fratello, con mia madre.

I cavalli e le corse di cavalli mi fanno impazzire. Ho la fortuna di essere proprietario di alcuni cavalli da corsa, in Spagna. So che qui a Firenze c’è un ippodromo, mi hanno già inviato un paio di volte. Non vedo l’ora di andarci, quando inizierà la stagione.

È un mondo appassionante e molto bello".

I SACRIFICI

"Spesso le persone non vedono i sacrifici che fanno i calciatori. Sono sacrifici importanti.

Io ho avuto la fortuna di giocare nelle giovanili della Real Sociedad e ho potuto restare a casa con la mia famiglia. Ma non ho vissuto la mia adolescenza, nel senso che non uscivo mai con gli amici i fine settimana, non andavo alle feste. Se lo metti sul piatto della bilancia, il calcio vince sempre. E mi sento fortunato e privilegiato per quello che sto vivendo. Ma bisogna fare sacrifici.

Mi piacerebbe avere una carriera lavorativa fuori da calcio ma non posso. Sono sacrifici che bisogna fare. È qualcosa a cui spesso la gente non pensa. Pensano che fare il calciatore sia sempre bello e facile. Ma fare il calciatore non è sempre facile. Ci si diverte, certo. Ma c’è anche una parte di sofferenza. Quando non giochi, quando le cose non vanno bene, quando giochi male.

Poi quando fai una bella prestazione, tutto ha di nuovo senso. Ma si fanno molti sacrifici per realizzare il sogno che avevi da bambino.

Se lo metti su una bilancia, il calcio vince sempre".

AMBIZIONE

"L’ambizione è essenziale per un calciatore.

Devi sempre cercare di essere la migliore versione di te stesso, di migliorarti ogni giorno per continuare a crescere. Nel mondo del calcio devi essere ambizioso.

Anche la Fiorentina deve essere ambiziosa e in questo modo raggiungerà grandi traguardi".

IL FANTACALCIO

"Non ci gioco ma so che ci giocano tutti.

Quando vado al ristorante, quando entro in un negozio, la gente mi dice che mi ha comprato al fantacalcio.

Io cerco di fare il massimo perché possano vincere".

ALVARO TRA 20 ANNI

"Ora come ora non saprei risponderti.

Come ho detto, il mio sogno è sempre stato diventare calciatore e questo sogno l’ho realizzato. Quando non giocherò più a calcio, e speriamo sia tra molto tempo, non so cosa farò nella mia vita.

Ora mi concentro sul calcio, che è la cosa che mi piace fare di più".

Intervista di Vieri Capretta

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