​Alimentazione, scelte dettate dalla salubrità e non dal prezzo

La crisi non ha cambiato le abitudini, lo ha fatto l'inquinamento

Antonio
Antonio Lenoci
18 settembre 2014 17:25
​Alimentazione, scelte dettate dalla salubrità e non dal prezzo

Nella cronaca finiscono i casi di furto di cibo dagli scaffali dei Supermercati e molto spesso i lettori non se la sentono di biasimare il pensionato di turno colto con le scatolette nei pantaloni.La crisi ha aumentato il divario tra ricchi e poveri e alle casse è facile operare una netta distinzione tra chi spende preferendo le grandi marche e chi risparmia cogliendo al volo le occasioni.Solo una questione di prezzo? Se per i furti la cronaca offre spunti drammatici, vale la stessa cosa sul fronte delle contraffazioni e della contaminazione degli alimenti.

Dall'olio al vino, al salame, ce n'è per tutti.Come scegliere? L'etichetta molto spesso è l'ultimo baluardo tra il consumatore e la sua aspettativa di vita: valutare bene gli ingredienti è diventato un aspetto primario, specie se si tratta di spendere qualcosa in più, si preferisce spenderla per andare sul sicuro.Sono tornati di moda i Gruppi di Acquisto (GAS) che aiutano i condomini a risparmiare con la spesa collettiva, questo permette di rifornirsi più vicini al produttore, acquistando maggiori quantità a prezzo inferiore e prediligendo i cibi freschi a quelli a lunga conservazione.

Non mancano, fortunatamente, coloro che si interessano alle ricette facili, alla cucina fai da te che aiuta a contenere i costi mettendo in moto anche le proprie capacità creative.Andando nello specifico azzardiamo una mini-ricerca, non finanziata da nessuno, ma effettuabile attraverso il nostro data base: scopriamo che tra i maggiori interessi dei lettori ci sono i fontanelli dell'acqua pubblica ed il pane fatto in casa. Pane e acqua. Prima di definirla "la dieta della crisi" ricordiamo che si tratta di beni primari ed è di poche ore fa l'allarme lanciato da Firenze a Roma dai panificatori sul paventato adeguamento delle aliquote agevolate del 4% e del 10% proprio sui beni di necessità come il pane.In questi giorni a Firenze si tiene Expo Rurale 2014 dove non mancano spunti per informarsi sulle filiere corte, sui prezzi alla produzione e al consumo e sulla qualità degli alimenti.

Rivolgiamo l'invito ai lettori ad informarsi al meglio così da poter scegliere con estremo giudizio quali alimenti consumare privilegiando, possibilmente, la salute. Il "possibilmente" dovuto ad una mera condizione economica pone il nostro Paese in estrema sofferenza psicologica, ma è bene che i canali di informazione sottolineino l'allarme sociale ad ogni grado.L'esempio degli Stati Uniti d'America. Una recente ricerca della IFIC Foundation ha rilevato che le scelte dei consumatori americani in tema di salubrità hanno avuto un piccolo ma significativo aumento durante il 2014. Lo stereotipo del consumatore americano non è proprio quello del salutista puro, tolte le interferenze chimiche, spesso il grasso in eccesso tradisce una forchetta fin troppo libertina, ma i dati sono in controtendenza e come diceva Rocky "Se io posso cambiare, e voi potete cambiare..

allora tutto il mondo può cambiare".Gusto e prezzo sono i due principali fattori di acquisto per cibo e bevande (rispettivamente il 90 per cento e 73 per cento), nel 2014 la salubrità ha quasi interamente colmato il gap con il prezzo, passando dal 61% del 2012 al 71% di quest'anno, un aumento di 10 punti percentuali. E’ quanto riporta In a Bottle in un focus sui consumi alimentari. I consumatori di età compresa tra 18-34 che citano la salubrità come un driver d’acquisto sono passati dal 55 per cento nel 2013 al 66 per cento nel 2014, riducendo in modo significativo il divario con altri gruppi di età.

 Più di quattro intervistati su cinque spiegano che hanno provato a mangiare più frutta e verdura sia nel corso dell'ultimo anno o per più di un anno. Il 79 per cento dice di aver tagliato le calorie bevendo acqua o altre bevande a basso contenuto calorico, ovvero l'acqua rischia di rubare mercato alle bibite. Durante questo periodo il numero di adulti che bevevano 5 o più bicchieri di acqua in bottiglia al giorno è cresciuto del 22%.

Le analisi della Simmons Survey National Consumer hanno verificato che tra il 2004 e il 2013 le persone che bevono almeno un bicchiere d’acqua in bottiglia al giorno è cresciuto del 15%, quelle che ne bevono da 8 a 13 sono cresciute del 21% mentre sono aumentate di un terzo (33%) le persone che consumano più di 14 bicchieri al giorno.L'acqua non fa male, bisogna solo saperla scegliere. Lo stesso vale per gli alimenti che consumiamo ogni giorno.

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