Agricoltura, Cgil, Cisl e Uil contro il ritorno dei voucher

La spiegazione dei sindacati: "Non sono la risposta alla crisi di manodopera”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 aprile 2020 14:49
Agricoltura, Cgil, Cisl e Uil contro il ritorno dei voucher

In una nota FAI-CISL Toscana (Patrizio Giorni), FLAI-CGIL Toscana (Gianluca Giussani), UILA-UIL Toscana (Eleonora Tomba) attaccano l'idea del ritorno dei voucher in agricoltura. "La mancanza di manodopera agricola in Toscana, come nel resto d’Italia, è certamente una delle tante conseguenze della pandemia in atto ma non sono i voucher la soluzione. In una situazione di difficoltà sociale ed economica generalizzata, la precarizzazione del lavoro non può e non deve essere la risposta.

Fai-Flai-Uila della Toscana ricordano alle imprese agricole e chi le rappresenta che queste dispongono già di strumenti contrattuali per l’assunzione di braccianti agricoli che garantiscono la massima flessibilità, pertanto, non vi è nessuna necessità di reintrodurre, in agricoltura, uno strumento del tutto improprio come il c.d. voucher.

Approfittare dell’emergenza per tornare alla carica sulla vecchia e fallimentare ricetta della contrazione dei diritti e dei salari attraverso uno strumento di copertura del lavoro nero come risposta all’emergenza è deludente, per niente lungimirante e all’altezza della qualità dell’agricoltura toscana. Ci saremmo aspettati che la lezione del recente passato fosse stata ormai recepita ma l’opportunismo bieco che viene riproposto ci dimostra che purtroppo ancora c’è parecchio lavoro da fare, la lezione non è stata assimilata.

Per questo Fai-Flai-Uila della Toscana ritengono che anche la prossima e auspicabile fase post-emergenziale debba poggiarsi sulla valorizzazione dei diritti e delle tutele a favore dei lavoratori. È importante ricordare alle associazioni datoriali agricole che le produzioni di qualità non possono prescindere da un lavoro di qualità, ben tutelato e ben retribuito.

La sburocratizzazione per le imprese agricole non può concretizzarsi nella privazione di tutele per i braccianti, che ancora più in questo momento hanno bisogno di veder rispettate le norme su salute e sicurezza, nei luoghi di lavoro, stabilite anche con il Protocollo del 14 marzo u.s., e di avere contratti più stabili e duraturi.

Attrarre lavoratori in agricoltura è possibile ma solo se si garantiscono tutele e salario!!!".

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