Aeroporto, Enac ha deciso: "La pista sarà di 2.400 metri"

Aeroporto Firenze, Forza Italia: "Voto sul Pit fu falso e codardo. Ora si proceda senza altri sotterfugi. E Palazzo Vecchio dica cosa pensa"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2014 19:46
Aeroporto, Enac ha deciso:

FIRENZE - La decisione è stata presa nel corso del Cda di Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile). La pista sarà parallela all'autostrada A1 Milano-Bologna e lunga 2.400 metri. Indicazioni considerate ottimali sotto il profilo ambientale, infrastrutturale e sotto il profilo delle performance degli aeromobili. 

 E sul l'indicazione di Enac di esprimono Massimo Parisi e Giovanni Santini coordinatore regionale e capogruppo in regione di Forza Italia. 

"La nuova pista dell’aeroporto di Firenze o è di 2400 metri o non è. E ora che Enac mette nero su bianco quanto anche Forza Italia sostiene da tempo siamo impazienti di conoscere le reali intenzioni della Regione e del Governo, oltre che udire la voce del Comune di Firenze, sino ad ora rimasto inspiegabilmente silente su un tema decisivo per lo sviluppo della città e della Regione". 

Approfondimenti

 

Così Massimo Parisi e Giovanni Santini – rispettivamente coordinatore regionale e capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale – commentano gli esiti del cda dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile nel quale è stata individuata  ha la lunghezza ottimale della nuova pista dell’aeroporto di Firenze sotto il profilo ambientale, infrastrutturale e commerciale.

 

"Quanto emerso oggi dimostra che il voto con cui è stata approvata la variante al Pit è stato falso e codardo. Enac si espose già un anno fa con osservazioni riprese nella decisione di oggi, ma né queste, né i nostri emendamenti sono state tenuti in debita considerazione dal governo regionale per il rischio di vedersi bocciato l’atto. Rivendicare d’aver avuto ragione non ci basta: confidiamo che nel corso del prossimo mese la Regione prenda atto di aver sbagliato e tolga i paletti che hanno bloccato lo sviluppo del Vespucci e della Toscana, evitando di far perdere ulteriore tempo", concludono Parisi e Santini.

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