Dopo il grande successo di pubblico riscosso a giugno, torna alla Galleria dell’Accademia di Firenze il reading teatrale “Non ha la par cosa tutto il mondo. I Prigioni e la travagliata impresa della tomba di Giulio II”, con Tomaso Montanari e l’attore Francesco Gori, lunedì 10 novembre 2025, alle ore 18.00.
Ideato appositamente per la rassegna L’eterno contemporaneo. Michelangelo 1475 – 2025, con cui la Galleria celebra i 550 anni dalla nascita di uno dei massimi protagonisti del Rinascimento, lo spettacolo propone un avvincente racconto in forma teatrale, costruito sulle parole stesse di Michelangelo e dei suoi primi biografi, portando il pubblico al cuore di una delle vicende più complesse e affascinanti della sua carriera: la lunga, tormentata realizzazione della tomba di papa Giulio II.
Ingresso libero su prenotazione tramite Eventbrite, a partire dalle ore 14 di giovedì 30 ottobre
Nel 1505, Michelangelo ha trent’anni e una fama già affermata grazie agli straordinari capolavori realizzati nel suo primo soggiorno romano come la Pietà vaticana e il Bacco, oggi al Bargello, ma soprattutto grazie all’impresa fiorentina del David, trionfalmente trasportato in piazza della Signoria l’8 settembre 1504. Quando Giulio II, nuovo pontefice energico e ambizioso, gli affida il proprio monumento funebre da collocare nella nuova basilica di San Pietro, l’artista concepisce un’opera monumentale, senza precedenti.
Il papa ne è entusiasta e Michelangelo parte subito per Carrara a prelevare un’enorme quantità di marmo. Ma presto, le priorità papali cambiano: la ricostruzione di San Pietro prende il sopravvento e il progetto della tomba viene messo da parte. Deluso e umiliato, Michelangelo lascia Roma. Sarà costretto a tornare, ma da quel momento la sua relazione con l’opera diventa un nodo irrisolto della sua vita: fra interruzioni, ripensamenti e nuovi contratti, la realizzazione del monumento lo accompagnerà per quarant’anni, fino al 1545, quando verrà infine collocato nella chiesa romana di San Pietro in Vincoli, in una forma ridotta e profondamente diversa rispetto all’idea originaria.
È in questo lungo arco di tempo che nascono anche i sei Prigioni, pensati per la versione più ambiziosa della tomba: quattro di essi – Lo Schiavo giovane, Lo Schiavo barbuto, L’Atlante e Lo Schiavo che si ridesta – sono oggi conservati proprio alla Galleria dell’Accademia di Firenze, mentre gli altri due si trovano al Louvre. Opere incompiute, eppure di una forza espressiva travolgente, i Prigioni rappresentano il simbolo stesso della lotta dell’artista con la materia e della tensione creativa tra idea e realizzazione. È attorno a queste sculture, alla loro genesi, al fallimento dell’impresa e alla riflessione sull’artista come creatore e come uomo, che si sviluppa il reading, costruito su testi tratti dalle lettere di Michelangelo, dalle Vite di Giorgio Vasari e dalla biografia di Ascanio Condivi.
“Non ha la par cosa tutto il mondo” è più di una narrazione storica: è un confronto diretto con il genio inquieto di Michelangelo, con la sua visione, le sue ossessioni, i suoi conflitti.
Tomaso Montanari (Firenze 1971), normalista, è professore ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università per Stranieri di Siena, della quale è l’attuale rettore.
Studia la storia dell’arte europea del XVII secolo (cui ha dedicato oltre cento saggi scientifici, cercando di rispondere alle domande poste dalle opere d’arte con tutti gli strumenti sviluppati nella storia della disciplina: dalla filologia attributiva alla ricerca documentaria, dalla critica delle fonti testuali all’analisi dei significati, ad una interpretazione storico-sociale) e la storia del patrimonio culturale.
È stato presidente della Fondazione Museo Ginori, presidente onorario dell’Istituto per gli studi Filosofici di Napoli, socio corrispondente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti e accademico di San Luca. Ha vinto il Premio Giorgio Bassani di Italia Nostra per il giornalismo in difesa del patrimonio culturale. Ha ricevuto dal Presidente della Repubblica l'onorificenza di Commendatore «per il suo impegno a difesa del nostro patrimonio».
Scrive sul «Fatto Quotidiano», sul «Venerdì» di Repubblica, su «Altreconomia» e su «Fuori binario». Il suo ultimo libro è Libera università (Einaudi 2025).
Francesco Gori (Firenze, 1983) è autore e attore specializzato in drammatizzazioni in spazi non teatrali (musei, gallerie d’arte, ville, piazze, parchi). Ha realizzato performance in siti di interesse storico e paesaggistico in Italia e all’estero. A Firenze collabora, tra gli altri, con i Musei Civici, il Teatro della Pergola, Manifattura Tabacchi, l’Accademia della Crusca ed altri enti, pubblici e privati. Ha fondato l’Associazione Genius Loci Performance con cui tiene il suo laboratorio di ricerca su rito e teatro presso The Square Firenze. Dottore di ricerca in Cultural Studies, ha studiato iconologia alla University of Chicago con W.J.T. Mitchell, di cui è traduttore italiano. All’attività artistica affianca l’insegnamento accademico di Estetica e Storia dell’Arte presso l’Istituto Lorenzo de’ Medici Firenze, dove è coordinatore del dipartimento di Art History and Visual Culture.
Ultimo appuntamento in calendario per L’eterno contemporaneo, lunedì 15 dicembre, alle ore 18.00 con il concerto a cura del Trio Thesan – arpa, flauto e viola – in collaborazione con il Conservatorio Luigi Cherubini, con musiche di Debussy e Vivaldi, intervallate da letture tratte dalle Rime di Michelangelo.
Proseguono inoltre fino al 3 dicembre, le visite guidate in LIS, “Sculture in Accademia”, e le visite tattili rivolte a persone con disabilità visiva, realizzate in collaborazione con ENS Firenze, UICI Firenze e Stazione Utopia.