Recuperata la biblioteca storica più importante d’Italia per non udenti

Scaffali di circa 2000 volumi e 1500 riviste sull’educazione dei sordi, archiviati dal ‘500 a oggi. Un museo di apparecchi audiologici e strumenti didattici unici nel suo genere e una vera aula degli anni Cinquanta.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 dicembre 2009 17:08
Recuperata la biblioteca storica più importante d’Italia per non udenti

Scaffali di circa 2000 volumi e 1500 riviste sull’educazione dei sordi, archiviati dal ‘500 a oggi. Si è aperta con questa visione, oggi venerdì 18 dicembre, l’inaugurazione della biblioteca storica più importante d’Italia per non udenti, presso l’Istituto Tommaso Pendola di Siena. Una raccolta di libri storica sull’educazione dei sordi in ambito psicologico, sociologico e didattico si è aggiunta al ricco patrimonio culturale senese. Volumi di grandi autori come John Locke o addirittura Plinio il Vecchio e copie uniche originali.

Un passato che dimostra come la sordità veniva considerata dai grandi filosofi classici e scienziati Al taglio del nastro erano presenti Donatella Buti, presidente dell’Asp e Maria Teresa Fabbri, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Siena. Accanto al vecchio refettorio dell’Istituto Pendola, trasformato in biblioteca, anche un museo di apparecchi audiologici e strumenti didattici unici nel suo genere (protesi e cuffie). Inoltre, è stata riproposta una vera aula degli anni 50 per i sordi. “Abbiamo voluto collocare nel pian terreno la biblioteca per renderla più accessibile al pubblico – dichiara Donatella Buti, presidente dell’Asp - in questo modo si dà la possibilità a tutti di approfondire la cultura sull’educazione dei sordi e favorire la ricerca scientifica, tesi di laurea e quant’altro”. “Noi dell’Asp – continua Buti – nell’obiettivo di valorizzare la storia dell’antico Istituto Tommaso Pendola abbiamo colto l’occasione del recupero di questi locali, prestigiosi anche per l’importante affresco di Bernardino Fungai, per trasferirvi Biblioteca e Museo, precedentemente collocati in ambienti meno funzionali.

Ciò ci ha permesso inoltre di utilizzare arredi antichi che hanno dato un fascino aggiunto”. “Un recupero importante per Siena – afferma Maria Teresa Fabbri, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Siena -. Non va disperso infatti il patrimonio di esperienza accumulato dal Pendola in oltre 150 di attività”. Alberto Rossi, coordinatore dell’attività didattica dell’Istituto ha accompagnato i giornalisti spiegando loro i libri e la storia della struttura.

Nelle pareti è visibile anche un ricco archivio di foto che testimonia la presenza dei bambini, suddivisi in femmine e maschi, intenti in esercizi educativi (scuola, cucina) e in attività ludiche e ricreative (ricamo, falegnameria). La collocazione delle sale è stata effettuata dai sordi. Padre Tommaso Pendola nel 1828 fondò in Siena un istituto per sordomuti che, originariamente, aveva il nome di Istituto Reale Toscano per Sordomuti. Pendola dedicò ogni energia allo sviluppo del suo istituto, anche dopo essere diventato Padre Provinciale degli Scolopi, facendolo diventare importante a livello nazionale.

A partire dal 1830, Pendola aveva preso ad insegnare con passione Filosofia Razionale e Morale presso la Università di Siena, diventando presto uno dei più insigni docenti. Nel 1861 divenne anche Ordinario di Filosofia del Diritto e fu addirittura proclamato Rettore Magnifico della Università senese, carica che mantenne fino al 1865, quando ci rinunciò spontaneamente. Tornando alla sua attività di educatore dei sordomuti, dal 1871 diffuse il metodo orale del Padre Balestra di Como, e, nel 1873, organizzò un congresso e fondò il giornale "L’educazione dei sordomuti".

L’Istituto Tomamso Pendola divenne un convitto per poveri sordomuti provenienti da tutta Italia sicuri di trovarvi conforto e competenza. Non solo iniziarono ad imparare il linguaggio per sordomuti ma anche l’arte del cucinare, del ricamare e c’era persino una sala di falegnameria. Il Pendola ha lasciato vari scritti di pregio, a carattere religiose, filosofico, pedagogico e didattico. Anche dopo la sua morte, l’istituto Pendola ha continuato a svolgere la sua opera meritoria per circa un secolo.

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